NEWS | Preghiera di suffragio per il Rettore

«Non vogliamo sottrarci alle grandi domande»

31 maggio 2024

«Non vogliamo sottrarci alle grandi domande»

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È con enorme tristezza che mi trovo a parlare come parte della comunità studentesca. La scomparsa del Magnifico Rettore Professore Franco Anelli ci ha lasciato profondamente feriti e inquieti.

Ci tengo a esprimere innanzitutto gratitudine per aver potuto godere della sua intelligenza ironica e della brillantezza di pensiero durante le sue lezioni del corso di Diritto privato. Ed inoltre a ribadire la sua grande abilità nel guidare l’Ateneo in questi ultimi anni che hanno messo a dura prova il mondo universitario nel suo complesso.

Domandarsi le motivazioni rispetto a tale drammatico evento è una prima reazione che, per quanto umana e comprensibile, porta sempre a risposte insoddisfacenti e parziali. Il cuore umano è un insondabile mistero, come già affermato nella lettera delle autorità accademiche pervenuta alla comunità universitaria qualche giorno fa.

Siamo, però, rimasti provocati da una serie di interrogativi urgenti, che non vogliamo e non possiamo ridurre. Per che cosa vale la pena vivere? Esiste una risposta al nostro bisogno di giustizia, amore, verità e felicità?

Per dare una risposta seppur non esauriente, riconosco che lo studio e l’esperienza in questo Ateneo sono dei fattori centrali per approfondire tali domande. Perciò, anche davanti a un fatto così drammatico, non possiamo perdere quel naturale e vero grido alla vita, sempre ostinato e presente, che ci obbliga alla ricerca incessante di quel senso a cui il cuore umano anela. Affinché ognuno di noi possa scoprire il suo posto nel mondo, questo orizzonte deve continuare ad abitare la nostra università, anche nel silenzio delle aule, ma che può essere il terreno fertile per andare a fondo del significato ultimo della vita.

A partire dalla sessione e dallo studio che ci aspetta nelle prossime settimane, anche dentro al dolore di qualcosa che non capiamo e misteriosamente ci supera, può nascere la speranza.

Per questo, ci riconosciamo desiderosi di verificare sempre di più la promessa annunciata da Mons. Delpini accompagnati dai docenti e dall’università tutta, certi della verità delle sue parole. “I momenti difficili, anche i passaggi inquietanti, anche le delusioni e le frustrazioni, sono prove sostenibili, come sfide da affrontare, come terre seminate di speranze. Non c’è nessuna solitudine in cui non abiti la presenza amica di Dio, non c’è nessuna situazione in cui non abiti una promessa.”

L'intervento di

Elisabetta Del Campo

Rappresentante e studentessa della Facoltà di Giurisprudenza

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