NEWS | L’Ateneo in lutto

L’addio della comunità universitaria al Rettore

01 giugno 2024

L’addio della comunità universitaria al Rettore

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«Il Sacro Cuore, che tanto ha fatto nella vita e nella storia di questo Ateneo per realizzare cose che sembravano impossibili, possa ora accogliere e ricolmare di pace l’anima del nostro fratello Franco»: si è conclusa con queste parole di affidamento e speranza l’omelia che l’Assistente Ecclesiastico Generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Mons. Claudio Giuliodori, ha pronunciato ai funerali del Rettore, Prof. Franco Anelli, tragicamente scomparso il 23 maggio scorso.

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Le esequie si sono svolte nel pomeriggio di venerdì 31 maggio nel Duomo di Piacenza, la città dove Anelli era nato nel 1963. Grande la partecipazione di autorità (presenti, tra le altre, la Sindaca Katia Tarasconi; la Prof. Antonella Sciarrone Alibrandi, Giudice della Corte Costituzionale; il Ministro dell’Università e della Ricerca, Sen. Anna Maria Bernini), concittadini, amici, colleghi, oltre che della comunità universitaria, che si è mostrata unita e commossa nel dare l’estremo saluto al Rettore.

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Redazione

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Il primo atto di congedo pubblico si era svolto giovedì 30 maggio, con l’allestimento della camera ardente presso la Cappella del Sacro Cuore nella sede milanese dell’Ateneo in largo Gemelli. Per tutta la giornata si sono susseguite le visite degli studenti e degli alumni, dei docenti e del personale tecnico-amministrativo, di semplici cittadini e, di nuovo, di numerose autorità. Anche il Card. Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede, ha sostato in preghiera davanti al feretro. «Nonostante lo smarrimento, anche comprensibile, l’Università Cattolica sta reagendo molto bene nelle sue varie componenti – ha poi dichiarato –. Quindi saprà affrontare, anche con l'aiuto di Dio e con la volontà di tutti, questi momenti di emergenza».


La mattina seguente, prima del trasferimento a Piacenza, la comunità accademica è tornata a riunirsi nell’Aula Magna di Milano per una Preghiera di suffragio presieduta da Mons. Mario Delpini, Arcivescovo di Milano e Presidente dell’Istituto Toniolo. «L’interruzione tragica della presenza del Prof. Anelli, per anni protagonista della vita della nostra Università, determinante per scelte di persone e strategie, può generare un senso di inquietudine sul futuro – ha affermato l’arcivescovo –. Chiediamo la grazia di passare all’assunzione di responsabilità perché ciascuno si metta di impegno per servire il bene della comunità universitaria, ciascuno offra il suo contributo di pensiero e di disponibilità, perché si scriva una storia che erediti tutto il bene e che si avvii su nuovi cammini, per nuovi climi e narrazioni persuasive».

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Al momento di preghiera hanno fatto seguito le testimonianze di alcune voci rappresentative della comunità universitaria. Per prima è intervenuta Elisabetta Del Campo, studentessa della Facoltà di Giurisprudenza. «Anche davanti a un fatto così drammatico – ha detto dopo aver reso omaggio all’operato del Rettore e alle sue capacità di docente – non possiamo perdere quel naturale e vero grido alla vita, sempre ostinato e presente, che ci obbliga alla ricerca incessante di quel senso a cui il cuore umano anela. Affinché ognuno di noi possa scoprire il suo posto nel mondo, questo orizzonte deve continuare ad abitare la nostra Università, anche nel silenzio delle aule, ma che può essere il terreno fertile per andare a fondo del significato ultimo della vita».

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Da parte sua, il Direttore Generale dell’Ateneo, dott. Paolo Nusiner, ha voluto tracciare un ritratto del Rettore: «Un uomo capace di guardare avanti, di immaginare il futuro. Ma allo stesso tempo capace di ritornare al presente per dare concretezza a quei sogni, a quei progetti immaginati. Una straordinaria capacità di trasformare in azioni le visioni». E ha poi proseguito definendolo «un uomo capace di grandi relazioni, di amicizie, di grande cultura. Anche di ironia».

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Di taglio personale, oltre che istituzionale, anche il ricordo del Pro-Rettore Vicario, prof. Pier Sandro Cocconcelli. «Caro Franco, i numerosi messaggi di vicinanza che ci giungono in questi giorni da tutto il mondo testimoniano la perdita di un uomo straordinario e di un grande intellettuale, io perdo un amico affettuoso», ha confessato, sottolineando l’impegno profuso da Anelli per lo sviluppo di un’Università fortemente creativa e coraggiosamente aperta alla dimensione internazionale. «Sono certo – ha concluso – che dallo smarrimento di queste ore trarremo la forza e il coraggio per continuare a scrivere insieme la storia della nostra grande famiglia, la grande famiglia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore».

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In conclusione, ha preso la parola il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, card. Matteo Maria Zuppi: «Il Rettore Magnifico ha vissuto intensamente la vocazione dell’Università. Cattolica, che coltiva la passione per l’uomo e la sua piena realizzazione, l’impegno perché ogni persona possa diventare protagonista all’interno della società, sempre attenta al bene comune, che è sempre l’unica parte che la Chiesa sceglie e per quale sarà sempre libera». Un pensiero particolare è stato poi rivolto «agli studenti, tutti, che il Rettore «ha sentito “suoi”», ha ribadito il card. Zuppi. «Questa dedizione, caratteristica brillante della sua vita, emerge anche dai messaggi pieni di gratitudine che voi, studenti e studentesse, avete lasciato in questi giorni e che gli avete dedicato».

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A Piacenza il rito funebre è stato presieduto da Mons. Giuliodori e concelebrato dal Vescovo di Piacenza-Bobbio, Mons. Adriano Cevolotto; dal Vescovo Emerito, Mons. Gianni Ambrosio; dal Vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana, Mons. Erio Castellucci; dal Segretario del Dicastero vaticano per la Cultura e l’Educazione, Mons. Giovanni Cesare Pagazzi.


«Non possiamo nascondere il turbamento per una vita che si è spezzata in modo così drammatico – ha esordito Mons. Giuliodori nella sua omelia–, ma siamo consapevoli che ci sono soglie che non sono valicabili e di fronte alle quali dobbiamo assumere l’atteggiamento più consono e appropriato. Il silenzio e il rispetto innanzi tutto per una vicenda umana che ci ha posto di fronte ad una situazione inaspettata e imponderabile». In un dialogo serrato tra Scrittura ed esperienza radicale dell’umano (rilevante il rimando al pensiero di Giacomo Leopardi), l’Assistente Ecclesiastico Generale si è soffermato sul messaggio del Magnificat e ha voluto riprendere l’immagine espressa dal Card. José Tolentino de Mendonça, Prefetto del Dicastero vaticano per la Cultura e l’Educazione, sia nella celebrazione di suffragio svoltasi il 27 maggio presso la sede romana dell’Ateneo sia nella visita compiuta alla camera ardente di Milano: «Non dobbiamo domandarci perché qualcuno se n’è andato quanto piuttosto che cosa è venuto a fare e che cosa ci lascia».

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