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Nusiner: «L’eredità di Anelli: lungimiranza e visione»

31 maggio 2024

Nusiner: «L’eredità di Anelli: lungimiranza e visione»

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Per i cento anni dell’Università Cattolica ho voluto fare un regalo al professor Franco Anelli che gli rimanesse di ricordo.

In occasione degli auguri di Natale per i dirigenti dell’Ateneo gli ho donato un antico cannocchiale nautico, del tipo che i capitani dei velieri utilizzavano per scrutare l’orizzonte e tracciare la rotta. Ho scelto quell’oggetto perché in qualche modo raffigura una caratteristica di Franco Anelli: il saper guardare lontano. Si potrebbe dire: la lungimiranza, la visione.

Perché questa era una delle sue doti. Un uomo capace di guardare avanti, di immaginare il futuro. Ma allo stesso tempo capace di ritornare al presente per dare concretezza a quei sogni, a quei progetti immaginati. Una straordinaria capacità di trasformare in azioni le visioni.

Lo abbiamo potuto sperimentare in tantissime occasioni. Ne cito solo alcune.

Anzitutto lo sviluppo del progetto della Caserma Garibaldi, che il Rettore Anelli ha “visto” come un campus urbano (così lo ha definito nella sua Prolusione in apertura dell’Anno accademico 2023-2024) come un grande luogo di comunità per l’ateneo, ma anche un luogo aperto e capace di rendere vivo, con la presenza dei giovani, il cuore della Città di Milano.

A questa sua capacità legherei anche la creazione e lo sviluppo della Fondazione Policlinico Gemelli. È stata una delle tante occasioni – e senza dubbio la più significativa per i destini dell’Università - in cui abbiamo potuto apprezzare le sue capacità professionali di fine e affermato giurista, con una visione strategica che ha permesso all’Ateneo e al Policlinico di correre su binari paralleli, uno di fianco all’altro, ma con una meta comune.

Tra i momenti più recenti ricordo lo sviluppo del piano strategico 2023-2025 dell’Ateneo, che è partito dalla focalizzazione della nostra identità e della missione -cito- L’Università Cattolica quale “luogo dell’educazione e non mero centro di servizi formativi, oltre che di comunità accademica capace di portare a valore gli esiti di un impegno di ricerca sempre più articolato e prestigioso. Il Piano Strategico è un’occasione di rilancio e di ritrovato protagonismo” dopo il travagliato periodo del Covid.

Cito ancora l’introduzione del Piano Strategico: “Questa nuova fase richiede una programmazione attenta e lungimirante.

Anche qui una visione che si concretizza in un piano operativo definito con 44 progetti e ben 163 azioni programmate in arco di Piano.

Che cosa Franco Anelli abbia rappresentato per il nostro Ateneo dal punto di vista accademico dirà meglio di me il Pro Rettore Vicario professor Pier Sandro Cocconcelli.

Come Direttore Generale dell’Ateneo, mi piace ricordare la concretezza dell’impegno del professor Anelli, il suo fattivo entusiasmo, la sua competenza nell’affrontare anche i tanti aspetti amministrativi che la gestione di un Ateneo comporta, soprattutto se grande e articolato come il nostro.

Ma l’Università Cattolica non è mai stata per lui solo un luogo di lavoro.

L’intendeva come un luogo di incontro, di relazioni, attento in particolare agli studenti, dei quali – come ricordava nella sua recente Prolusione – occorre saper ascoltare le attese, ricordando che le università non sono “start-up”, ma realtà educative capaci di comprendere le nuove aspirazioni dei loro studenti.

È davvero un patrimonio grande e prezioso che ci lascia e che siamo chiamati a declinare nel nostro impegno quotidiano.

In questi anni ho avuto la fortuna di lavorare a stretto contatto con Franco Anelli, potendone apprezzare le doti umane.

In questi anni è nata anche un’amicizia e una cordialità che andava oltre la quotidianità del lavoro: ricordo le piacevolissime cene romane… ricordo i momenti passati insieme a scegliere e comprare i suoi raffinati sigari…

In molti, qui presenti, hanno potuto sperimentare questa relazione con lui.

E anche nei giorni scorsi durante i nostri colloqui parlavamo di futuro. Non solo del nostro Ateneo, ma anche di quello della città, dei giovani, della società: “Idee di futuro”, a questo progetto stavamo lavorando.

Un uomo capace di grandi relazioni – come dimostrano le tantissime espressioni di cordoglio che ci sono giunte da personalità, Istituzioni, accademici e professionisti - di amicizie, di grande cultura. Anche di ironia.

Eppure, c’è sempre stato un Franco Anelli privato e intimo, un luogo isolato, un perimetro solo per lui. Chi lo ha conosciuto lo ha sperimentato bene.

Ecco, oggi ci troviamo insieme, tutti noi, alle soglie di quel luogo, frastornati e sgomenti per il gesto che Franco ha compiuto lo scorso 23 maggio.

Ma proprio come sempre abbiamo rispettato quel suo luogo intimo e in un certo senso inaccessibile, lo facciamo anche davanti alla sua ultima determinazione.

Consapevoli, però, che l’esistenza e la personalità di Franco Anelli non possono, e non devono, essere racchiusi in quell’ultima sera.

Franco Anelli resta un uomo di grande cultura, capace di sognare e di fare, dedito con tutto sé stesso all’Università Cattolica.

Eterno riposo donagli o Signore.

Riposa in pace, caro Franco.

L'intervento di

Paolo Nusiner

Paolo Nusiner

Direttore Generale Università Cattolica

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