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Per le università è il tempo della coopetizione

22 settembre 2025

Per le università è il tempo della coopetizione

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«Mai come ora la collaborazione può essere la chiave giusta. Prima di competere, è necessario cooperare, definire regole comuni e riconoscersi parte integrante di un percorso collettivo». È con queste parole che il Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha salutato i trecento direttori generali e dirigenti delle università - statali e non - riuniti mercoledì 17 settembre nell’aula magna dell’Università Bocconi per l’inaugurazione della XXII edizione del convegno del CoDAU, l’associazione costituita dai direttori generali delle amministrazioni universitarie italiane, che oggi conta oltre 500 iscritti.

Il riferimento del ministro Bernini alla collaborazione tra atenei non è stato casuale, ma strettamente legato al tema scelto dall’Associazione per questo appuntamento annuale: “Atenei in coopetizione. Sfide e opportunità tra collaborazione e competizione”. Un’edizione 2025 per così dire “storica” poiché, a differenza delle precedenti, per la prima volta ha coinvolto insieme due atenei - Università Bocconi e Università Cattolica del Sacro Cuore - che si sono alternati nell’ospitare le plenarie e gli atelier che hanno animato le tre giornate di dibattito. 

Un articolo di

Katia Biondi

Katia Biondi

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In quello che è considerato il principale momento di confronto interno al CoDAU, il tema della coopetizione - considerato particolarmente attuale in un’epoca segnata da profonde trasformazioni digitali e geopolitiche - è stato esaminato da più prospettive con l’intento di individuare modalità alternative di collaborazione per fronteggiare problematiche critiche, come l’intelligenza artificiale. Lo ha detto bene il Presidente del CoDAU Alberto Scuttari, introducendo il convegno. «Le sfide dei prossimi anni potranno essere affrontate solo se gli atenei sapranno lavorare in sinergia, senza rinunciare alle loro caratteristiche distintive. Solo in questo modo la spinta finanziaria del PNRR e l’impatto del trend demografico saranno trasformati in opportunità», grazie a strategie capaci di mettere a frutto forme sia la collaborazione sia la competizione.

 

 

A rimarcare il concetto è stata Giovanna Iannantuoni, Presidente della Crui, che ha richiamato l’attenzione sull’importanza di coniugare innovazione e modernità con una solida governance accademica. Le università, ha poi ribadito, non vanno sottostimate: rappresentano ancora il vero «ascensore sociale» e il «cuore pulsante» del futuro del nostro Paese.

Da parte sua, Elena Beccalli, Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ricordando come la coopetizione sia diventata endemica di ogni «ecosistema della conoscenza», ha indicato i campi in cui può dare benefici: dai progetti di ricerca alle doppie lauree fino alle infrastrutture e ai laboratori congiunti. Nello stesso tempo, ha proposto due ambiti inediti destinati a rivelarsi strategici: la collaborazione condivisa per realizzare un Patto educativo per le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale; l’auspicio di considerare le università come istituzioni di pace. 

Sfide complesse che, se affrontate con spirito di coopetizione, possono davvero tradursi in reali opportunità. Come quelle delineate da Francesco Billari, Rettore dell’Università Bocconi, illustrando alcuni dati demografici che caratterizzano l’Italia: l’allungamento della vita media, il basso tasso di fecondità, il picco di nati nel 1964, la più alta presenza di immigrati, il maggior numero di laureati. 

Il convegno si è concluso con la giornata finale ospitata nuovamente dalla Bocconi, dopo la seconda giornata tenutasi giovedì 18 settembre all’Università Cattolica del Sacro Cuore e aperta dai saluti istituzionali del Rettore Elena Beccalli e del Direttore Generale Paolo Nusiner

 

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