If you fell down yesterday, stand up today diceva Wells. E proprio oggi, ai Mondiali di atletica di Tokyo, Andrea Dallavalle ha seguito il consiglio dello scrittore britannico. Lo ha fatto con la determinazione e la sana cattiveria di chi vuole lasciarsi alle spalle troppi infortuni e qualche risultato sotto le attese. Ritrovando la forma fisica, la concentrazione e la serenità per far fare a tutti gli appassionati di atletica un balzo sul divano.
Il suo è un salto triplo verso la storia, che vale la medaglia d'argento nel salto triplo (17.64) e trascina l'Italia a quota sei medaglie, pareggiando così il record di Goteborg 1995. Meglio di lui, solo il cubano naturalizzato portoghese Pedro Pichardo. Ma se la storia di quest’ultimo ci racconta l’ineluttabilità di un predestinato, di un campione che ha bruciato i record nazionali di entrambi i Paesi che ha rappresentato, già campione olimpico, mondiale ed europeo, è invece la favola di Andrea Dallavalle a riempire gli occhi e i cuori in pomeriggio italiano di metà settembre.
Perché ci ricorda ancora una volta che nello sport, come nella vita, la prima regola è non mollare mai. Il copyright più celebre è di Julio Velasco, ma l’esempio concreto più recente è di un 25enne piacentino che di mollare proprio non ne vuole sapere. Del resto, lo ha già dimostrato proprio nella sua città, Piacenza, dove si è laureato, tra un'Olimpiade e l'altra, nella magistrale in Banking and Consulting dopo aver conseguito la triennale in Economia aziendale – profilo Marketing management, nella Facoltà di Economia e Giurisprudenza.