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Premiato il podcast sulla lingua dei primi europei

10 luglio 2024

Premiato il podcast sulla lingua dei primi europei

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La storia antica e la linguistica non smettono di sorprendere per il loro legame con la modernità e con la tecnologia digitale. La conferma si è avuta in occasione della terza edizione de “Il Pod-l’italian Podcast Awards”, la prima manifestazione dedicata ai migliori podcast italiani e che, sabato 7 luglio a Piacenza, ha premiato 18 podcaster e assegnato quattro super premi nella suggestiva cornice degli spazi del Laboratorio Aperto - ex Chiesa del Carmine e della corte di Palazzo Farnese. Un’occasione per valorizzare una forma di comunicazione sempre più apprezzata dal pubblico italiano, soprattutto quello giovane che sceglie i podcast anche per informarsi e approfondire determinate tematiche. Negli intenti degli organizzatori, infatti, il mondo del podcasting è un motore culturale con un potenziale enorme che, segnalando i migliori contenuti, intende dare visibilità a tanti progetti di qualità creati durante l'anno e rafforzare i legami nella comunità di chi ogni giorno ascolta i podcast.

Per la sezione Cultura, tra le più intriganti e difficili - a detta dei promotori -, il premio è stato conferito al podcast L’invasione della testata online il Post, scritto e raccontato da Riccardo Ginevra e Luca Misculin: il primo, ricercatore e docente di Glottologia e Linguistica all’Università Cattolica, sede di Milano, è esperto di linguistica storica e comparativa delle lingue indoeuropee antiche, in particolare di etimologia, fraseologia, poetica e filologia comparativa, con speciale attenzione alle lingue e ai testi delle tradizioni classiche (greco e latino), indiane (sanscrito), germaniche (antico nordico e antico inglese), celtiche (antico irlandese) e anatoliche (ittito); il secondo, alumnus dell’Università Cattolica, dove si è laureato in Lettere classiche, è una firma prestigiosa del quotidiano online Il Post, su cui cura la sezione “Konrad” occupandosi soprattutto di “Europa e migrazioni”.

L’invasione - composto di cinque puntate e disponibile sulle principali piattaforme online - racconta una storia molto antica relativa a persone che arrivarono in Europa cinquemila anni fa, portandosi dietro l’antenata delle lingue parlate oggi. Circa metà della popolazione mondiale, infatti, parla una lingua che discende da un’unica lingua originaria che diede origine a molte di quelle che parliamo oggi: l’italiano, l’inglese, il francese, lo spagnolo, ma anche l’islandese, il lituano, il russo, e molte altre ancora. Anche l’indi, la lingua più parlata in India, e il persiano discendono da quest’unica lingua antenata, chiamata protoindoeuropeo. Le persone che la diffusero divulgarono anche una serie di miti, un certo modo di pensare, un’idea molto precisa di società.

Ginevra e Misculin, dunque, vanno alla scoperta del protoindoeuropeo e delle persone che lo parlavano, incrociando la linguistica e la mitologia, ma anche l’archeologia e la genetica, che negli ultimi anni ha dato risposta a molte delle domande su cui per decenni gli studiosi si sono arrovellati. Così nel podcast compaiono Ötzi, la più famosa mummia europea, i mitici fondatori di Roma, Romolo e Remo; gli autori dei testi sacri dell’induismo e molto altro ancora.  

«Sono davvero lieta del successo conseguito da Riccardo Ginevra e Luca Misculin con il loro podcast», dice la professoressa Antonietta Porro, docente di Lingua e letteratura greca nella Facoltà di Lettere e filosofia, e direttore del Dipartimento di Filologia classica, Papirologia e Linguistica storica, esprimendo la sua soddisfazione per il riconoscimento ricevuto dai due giovani che si sono formati anche nei corsi da lei tenuti nelle aule di largo Gemelli. «Ritengo che tutte le strade vadano percorse, tutti gli strumenti disponibili vadano usati per divulgare la cultura antica, anche nei suoi aspetti più tecnici, come la linguistica. Divulgazione non significa necessariamente approssimazione, come il podcast di Misculin e Ginevra dimostra. Perché questo avvenga c’è tuttavia una condizione indispensabile: la divulgazione, ovvero la terza missione dell’Università, non deve sostituire la ricerca specialistica, che resta la prima missione, ma la deve accompagnare, portandone alcuni degli esiti al grande pubblico».

Ascoltare per credere!

Un articolo di

Agostino Picicco

Agostino Picicco

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