Diversi scenari immaginati nel futuro distopico di Black Mirror sono già qui. Fino a poco tempo fa ChatGPT sarebbe stata possibile solo nei paradossali scenari immaginati dalla celebre serie TV britannica incentrata sui problemi posti dalle tecnologie contemporanee mentre oggi è realtà.
Le tecnologie digitali stanno cambiando il mondo. Con la pandemia, la loro diffusione ha subito una netta accelerata, spostando nel mondo virtuale una serie di esperienze, dal telelavoro alla didattica a distanza, che prima erano svolte prevalentemente faccia a faccia. I cambiamenti che queste tecnologie innescano sono profondi e hanno un impatto sulla vita delle persone così importante da suscitare quesiti di natura filosofica, economica, giuridica e psicologica.
Si pensi ad esempio alla profilazione di un imputato, alla predizione sulla produttività dei lavoratori e la diagnosi di malattie tramite l’elaborazione di informazioni e dati. Oppure al ruolo che la stessa intelligenza artificiale (IA) ha nella vita di ragazzi e bambini. Gli esperti della Strategic Alliance of Catholic Research Universities (SACRU) hanno fornito alcuni spunti di riflessione sul tema, focalizzandosi in particolare sulle questioni etiche poste da queste nuove tecnologie. SACRU è un network composto da otto università cattoliche nel mondo, coordinate dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, che cooperano assieme con l’obiettivo di promuovere un’istruzione globale per il bene comune e una eccellente ricerca interdisciplinare.
«Senza uno sguardo razionale basato su un approccio umano e multidisciplinare, il rischio di perdere la sfida etica con la rivoluzione digitale è purtroppo molto elevato», sostengono Giuseppe Riva e Ciro De Florio, rispettivamente direttore di Humane Technology Lab e professore associato di Logica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. In particolare, secondo i due professori, è l’unione della robotica con l’intelligenza artificiale che apre campi in buona parte inesplorati e «le cui conseguenze di carattere etico, economico, politico e sociale potrebbero essere dirompenti». Un caso rilevante è il ruolo dell’intelligenza artificiale nella vita dei bambini. Per Giovanna Mascheroni, professore associato di Sociologia della comunicazione dello stesso Ateneo, il quadro non è rassicurante: «Sebbene sia incorporata in molte piattaforme utilizzate quotidianamente dai minori, l’impatto dell’IA nella vita dei ragazzi è pressoché invisibile nel dibattito pubblico ed è nascosto dietro alla retorica del soluzionismo tecnologico». Mascheroni auspica che vi siano interventi politici che «vadano oltre la tutela della privacy per includere questioni di equità e trasparenza, dando voce in capitolo ai genitori nelle decisioni automatizzate prese dai sistemi IA».
Xavier Vilasis, professore ordinario presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Universitat Ramon Llull, auspica una sinergia che includa tre soggetti specifici: «In primo luogo, i progettisti e gli utenti degli algoritmi, che devono fare del loro meglio per mantenere i principi etici e morali del loro utilizzo. Poi gli individui che devono esercitare un pensiero critico su ciò che viene proposto e, infine, le autorità di regolamentazione, che devono applicare le leggi per garantire il rispetto delle linee guida etiche e morali».
È in questo frangente che l’istruzione può e deve inserirsi, cercando di allentare la divisione tra le discipline STEM e quelle umanistiche. Per Gabriela Arriagada, docente di IA ed etica dei dati presso la Pontificia Universidad Católica de Chile, in questo momento «si stanno formando sviluppatori altamente qualificati, ma viene trascurato il loro ruolo di professionisti e cittadini in grado di confrontarsi criticamente con i problemi di equità, uguaglianza, discriminazione, trasparenza e responsabilità nell'IA». L’etica deve quindi essere vista come un elemento imprescindibile nei curricula accademici, non integrativo.
Analoghe considerazioni vengono mosse da Paulo Cardoso, esperto in innovazione digitale presso l’Universidade Católica Portuguesa, in relazione a Internet: «Sembrava che tutti i connessi potessero accedere alla verità, a prescindere da tutto. Eppure, abbiamo assistito a esempi problematici come l'ascesa dei negazionisti e l'attacco al Campidoglio degli Stati Uniti del 5 gennaio 2021. Gli enti di formazione dovrebbero cercare di preparare gli individui alla giungla comunicativa in cui si è evoluto Internet».