NEWS | ASERIncontra

Sovrane: donne di governo, non di potere

18 novembre 2021

Sovrane: donne di governo, non di potere

Condividi su:

Donne che hanno indicato una via “differente” di fare politica e di governare. Coraggiose e consapevoli di essere interpreti di una potenza liberatrice in cui la radice femminile, con le sue particolarità, viene rivendicata come simbolo di cambiamento e di superamento della cultura dominante maschile e patriarcale.

Le ha raccontate nel suo libro “Sovrane” (ed. Mondadori) Annarosa Buttarelli, docente di Filosofia della storia all’Università di Verona e protagonista, lunedì 15 novembre, dell’ultimo appuntamento del ciclo di conferenze ASERIncontra.

«Un libro che – ha detto nella sua introduzione il direttore di Aseri Vittorio Emanuele Parsi - ha delle tesi radicali, rivoluzionarie, ma mai “violente”. Anzi, di base, a guidarlo è un pensiero d’amore, nell’accezione spirituale e non manieristica. Nelle diverse tappe del suo percorso l’autrice si fa accompagnare da tante “Virgilio”: Evita Peron, Rosa Luxemburg, Simone Weil solo per citarne alcune… che guidano i lettori da un girone all’altro, sempre con l’idea di un’ascesa».

«Grazie a questo libro – ha rivelato la co-moderatrice dell’incontro Chiara Volpato, docente dell’Università Milano Bicocca - sono riuscita a pensare in modo divergente rispetto alla mia formazione di psicologa sociale, ed è soprattutto da questi incontri che si può crescere e imparare».

«Questo – ha aggiunto - è un libro sull’autorità femminile in cui l’autrice cerca di suggerire un punto di vista nuovo, dove le donne sanno governare il mondo ma senza appropriarsene. In questo sono molto diverse dall’approccio maschile che è dominante e che, per questa sua tendenza sfocia spesso nello scontro, nella violenza, nella guerra. Un percorso che va ricercato negli interstizi della storia perché la sovranità femminile è molto rara. Un esempio interessante in tal senso, tra quelli citati nel libro, è Cristina di Svezia che resta regina pur scendendo dal trono».

Una differenza rimarcata nel suo intervento dall’autrice: «Questa diversità si è espressa dal punto di vista patriarcale della storia in cui il maschio ha concentrato nella donna tutto ciò che è negativo, con particolare riferimento alla capacità di pensiero femminile: una narrazione che parte dalla Bibbia e che tocca anche i grandi classici della filosofia come Aristotele. Tutto ha inizio con questo paradosso storico».

«La misoginia – ha spiegato Annarosa Buttarelli - ovvero la sfiducia nelle capacità femminili di contribuire alla cultura umana, nasce almeno cinque o sei secoli fa e diventa subito cultura maschile. È una cosa che si è protratta nel corso della storia. Per fare un esempio possiamo prendere il caso della Rivoluzione francese dove gli studiosi sono concordi sul fatto che il ruolo delle donne come combattenti è stato del tutto cancellato appena vinta la Rivoluzione. E, come se non bastasse, nell’applicazione dei concetti di Libertà, Uguaglianza e Fratellanza le donne sono state escluse con determinazione».

«Nella storia – prosegue l’autrice - la differenza sessuale è un’emergenza che ha soprattutto radici storiche, quelle biologiche, che pure ci sono, di certo sono le meno importanti, e sono servite soprattutto alla cultura maschile per imporre quel che abbiamo definito patriarcato. Questo ha costretto le donne a creare ed elaborare un ordine simbolico che valorizzasse la differenza femminile. La differenza sessuale è un dato storico ma va letta più che interpretata visto che quest’ultima operazione è già una sorta di “intrusione mentale” mentre la lettura è un tentativo di dialogare con l’alterità».

«Per molto tempo è esistito il mito del matriarcato ma, come insegnano gli studi di Marija Gimbutas, è più corretto parlare di società matri-focali, una matrice che dà origine al vivere comune, mai di potere delle donne, ovvero una qualche forma di autorità».

«La questione grave è che è necessario un cambiamento di forma mentis, ovvero di uscire dalla logica binaria e di entrare in quel mondo della complessità. Il presidio di questa complessità del vivere e delle relazioni è sicuramente femminile perché è dalle donne che arrivano le principali contestazioni della costruzione culturale maschile della storia. Questo fenomeno è noto solo adesso ma è presidiato da sempre. Alcuni esempi sono Hildegard di Bingen, Anna Maria Ortese o Maria Zambrano».

Un esempio contemporaneo di sovranità femminile è rappresentato da Angela Merkel. «Pensate – ha spiegato Buttarelli - in un mondo in cui tutto è costruito attorno alla leadership e questa a sua volta è costruita attorno all’immagine che il leader si costruisce lei non ha lontanamente sfiorato questa forma fasulla di presa d’autorità. In un mondo in cui l’accreditamento delle donne in politica è legato a un certo tipo di immagine il suo disinteresse verso il modello di donna seduttiva. La sua autorevolezza, mai urlata, si basa su altro, su pratiche che oggi sembrano del tutto anacronistiche. Spesso, sbagliando, quel tipo di immagine viene bollata come sciatteria quando invece si tratta di uscire dallo stereotipo della donna di potere che poi in realtà è…un uomo di potere, visto che è imposta dalla visione maschile. La sua scelta è una chiara forma di sovranità femminile».

Un articolo di

Luca Aprea

Luca Aprea

Condividi su:

Newsletter

Scegli che cosa ti interessa
e resta aggiornato

Iscriviti