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Stato e Chiesa, 40 anni di collaborazione economica

09 dicembre 2025

Stato e Chiesa, 40 anni di collaborazione economica

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«Il termine “collaborazione” rappresenta la parola chiave che presiede i rapporti tra Stato e Chiesa, come richiamato peraltro negli articoli 1 e 13 degli Accordi di Villa Madama del 18 febbraio 1984 per la revisione del Concordato sottoscritto nell’ambito dei Patti Lateranensi del 1929 fra la Santa Sede e il Regno d’Italia». Con queste parole il Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Elena Beccalli ha aperto il seminario di studio del 2 dicembre dal titolo “La collaborazione economica tra Stato e Chiesa. A quarant’anni dalla L. 222 del 1985”, organizzato dalla Facoltà di Giurisprudenza e dal Dipartimento di Scienze Giuridiche in occasione del quarantennale della Legge 222/1985. L’iniziativa è nata con l’intento di offrire, in un’ottica di confronto e di discussione, una riflessione approfondita sull’evoluzione dei rapporti economici tra Stato e Chiesa, con un’attenzione particolare sui meccanismi di finanziamento, sulla qualificazione giuridica degli enti religiosi e sul ruolo pubblico delle attività ecclesiali nell’ambito del welfare.

Un concetto, quello di collaborazione, più volte ripreso durante il seminario come espressione di un approccio coltivato nel tempo, con ricadute positive a beneficio della collettività. «La collaborazione consente di leggere in filigrana la normativa dei rapporti tra Stato e Chiesa alleati e non antagonisti nel raggiungimento del bene comune, in una tensione al dialogo che affonda le radici nel magistero del Concilio Vaticano II», ha aggiunto il Rettore Beccalli. Una «sana collaborazione» che rappresenta tanto una acquisizione pacifica di risultati quanto una sollecitazione continua poiché ogni bene personale non può dirsi mai raggiunto una volta per sempre ma è «fermento di cambiamento dell’intera società».

Andrea Nicolussi, Vicepreside della Facoltà di Giurisprudenza, ha posto l’accento sull’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale richiamati dall’art. 2 della Costituzione. Doveri che, ha detto, esprimono «l’esigenza della solidarietà radicata nel principio di dignità umana e riflessa nell’immagine che l’uomo è immagine di Dio».

Un importante contributo al dibattito è stato dato dall’intervento di monsignor Giuseppe Baturi, Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana, che ha richiamato il concetto di “sana cooperatio” finalizzata al bene del Paese. Con gli Accordi del 1984, ha ricordato, si è passati «da un patto di unione a un patto di collaborazione per il bene della persona», come mostrano, per esempio, le attività congiunte nel campo dei beni culturali di interesse religioso. «La questione economica è specchio della coscienza della Chiesa nel rapporto tra fedeli e istituzione. Il finanziamento pubblico su base democratica non è un semplice portato tecnico, ma la declinazione di una coscienza ecclesiale che si realizza in un contesto di cooperazione solidaristica che coinvolge tutti i soggetti sociali», ha affermato monsignor Baturi.

La giornata si è articolata in diverse sessioni. La prima ha offerto un’introduzione allo status quaestionis attraverso tre contributi dedicati ai principali snodi della normativa e della sua applicazione. Gianluca Marchetti, dell’Ufficio nazionale per i problemi giuridici della CEI, ha affrontato il tema della qualificazione e gestione delle risorse derivanti dall’8x1000, analizzando la struttura del sistema e il suo impatto sulla vita delle comunità ecclesiali. Da parte sua, Alessandro Perego, dell’Università Cattolica, ha ripercorso l’evoluzione del trattamento tributario degli enti religiosi, evidenziando i cambiamenti intervenuti nel quadro normativo nazionale. Infine, Giacomo Biagioni, dell’Università degli Studi di Cagliari, ha esaminato i profili europei del sostegno pubblico al cosiddetto “welfare religioso”, discutendone limiti, condizioni e prospettive all’interno del mercato unico.

La parte centrale del seminario si è sviluppata attorno a un ampio dibattito, moderato da monsignor Baturi, dedicato alle prospettive di lungo periodo della collaborazione economica tra Stato e Chiesa. Vi hanno preso parte studiosi e professionisti del settore - Marco Allena, Giacomo Bertolini, Paola Caccamo, Franco Dalla Sega, Simona De Rossi, Francesco Farri, Alberto Fedeli, Fabio Franceschi, Antonio Fuccillo, Lucia Maldonato, Maria Elisabetta Mapelli, Andrea Perrone, Flavio Pizzini, Michele Porcelluzzi, Andrea Quattrocchi e Pietro Rescigno - i quali hanno contribuito interdisciplinarmente con riflessioni tecniche e istituzionali sull’attuazione della legge e sulle nuove sfide poste dal contesto sociale ed economico attuale.

Le conclusioni sono state affidate ad Andrea Bettetini, docente di Diritto canonico all’Università Cattolica. Illustrando il valore della L. 222/1985 nel quadro dei rapporti bilaterali tra Stato e Chiesa, ha ribadito l’importanza di continuare il confronto scientifico su un assetto normativo che continua a rivelarsi centrale per l’equilibrio e la cooperazione tra le istituzioni civili e religiose.

Un seminario ricco di spunti, dunque, il cui spirito è stato ben sintetizzato dall’antica massima medievale richiamata da monsignor Giuseppe Baturi: «La scienza del diritto non ha come scopo la conoscenza, ma l’agire; per questo la grande sfida oggi è raccogliere i contenuti del seminario e tradurli in un agire conveniente».

Un articolo di

Agostino Picicco

Agostino Picicco

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