NEWS | Roma

Un'agenda europea per la Sanità pubblica

11 marzo 2022

Un'agenda europea per la Sanità pubblica

Condividi su:

«Avevo programmato di essere con voi, ma l'aggressione brutale della Russia all'Ucraina ha creato un'altra crisi e con essa la mia agenda è stata completamente stravolta. Questi sono tempi bui per il mondo perché un Paese, dichiarando guerra a un vicino pacifico, tenta di distruggere tutto quello in cui crediamo» - così Ms. Sandra Gallina, Director General for Health and Food Safety, European Commission, all’inizio della sua lecture nell’Inauguration Day dei programmi formativi dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari (Altems) dell’Università Cattolica che si è tenuto il 10 marzo nel campus di Roma dell’Ateneo.

«Oggi più che mai  - ha continuato la direttrice generale - dobbiamo sostenere i nostri valori e mostrare la solidarietà sulla quale fu costruita l’Unione Europea, fin dal suo inizio. Come abbiamo dimostrato fin dal periodo più intenso della pandemia, questo è lo spirito unitario che ci ha aiutato a combattere il virus e questo dev’essere lo spirito che ci aiuterà a costruire e preservare la pace in questo continente».

«Sono tre le lezioni di Covid-19 che voglio ricordare - ha concluso Sandra Gallina - La prima è che non abbiamo investito a sufficienza sulla prevenzione e preparazione alle crisi; la seconda è che le cure primarie sono la chiave del funzionamento del sistema; la terza è l'importanza di aggiornare i nostri sistemi sanitari verso il digitale. Lavoriamo insieme perché l’Unione Europea sia un luogo in cui tutti i Paesi rispondono insieme alle crisi, dove abbiamo terapie e contromisure mediche disponibili per tutti».


L’evento è stato aperto dalla professoressa Antonella Occhino, Preside della Facoltà di Economia dell’Università Cattolica: «Oggi apriamo l’anno formativo dell’Altems con un respiro europeo. Il diritto alla salute è un diritto fondamentale, non solo per la nostra Costituzione, ma anche per l’Europa che non è solo una zona di libero scambio, ma si occupa anche di diritti civili, politici, sociali. Il valore formativo di una Facoltà di Economia come quella dell’Università Cattolica è orientato soprattutto alla scelta del bene comune e all’elaborazione di un pensiero critico, fin dai primi anni dedicati ai percorsi di laurea triennale, poi magistrale per arrivare al Dottorato e ai Master dell’Alta Scuola, in un’apertura internazionale che i nostri Corsi in healthcare management, da quest’anno erogati fin dal terzo anno del corso triennale, dimostrano».

All’illustrazione dei programmi formativi dell’Alta Scuola si è dedicato il professor Americo Cicchetti, Ordinario di Organizzazione Aziendale alla Facoltà di Economia e direttore dell’Altems: «Dopo due anni torniamo finalmente a inaugurare l’anno formativo dell’Alta Scuola numerosi e in presenza, affrontando un tema quantomai interessante per il periodo particolare che stiamo vivendo. E’ proprio per essere sempre meglio formati e preparati alle sfide del mondo della salute che, nel 2009, nella Facoltà di Economia nacque l’ALTEMS, con un’originale collaborazione con la Facoltà di Medicina e chirurgia nel campus di Roma della Cattolica. Fin da allora quella dell’Alta Scuola è stata una storia di crescita nata da un bisogno crescente in un mondo variegato che vede la sinergia fra organizzazione, sanità, industria, cittadinanza e terzo settore».


Due le novità proposte quest’anno dall’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari: l’International master in Patient Advocacy Management e il profilo Executive del master in Organizzazione e gestione delle aziende sanitarie, in collaborazione con la Regione Lazio, con l’obiettivo di offrire una preparazione professionale che consenta di ricoprire con successo ruoli dirigenziali nell’ambito delle aziende sanitarie pubbliche e private, negli enti pubblici e privati interessati alle attività di programmazione e ricerca in campo sanitario.

Relatori della sessione “Trasformare i sistemi sanitari dopo il Covid-19” i professori dell’Università Cattolica, Walter Ricciardi, Ordinario di Igiene generale e applicata alla Facoltà di Medicina e chirurgia, Maria Chiara Malaguti, ordinario di Diritto Internazionale alla Facoltà di Economia, e Renato Balduzzi, Ordinario di Diritto Costituzionale alla Facoltà di Giurisprudenza, che hanno tracciato idee e percorsi del prossimo futuro della Sanità Pubblica in visione internazionale e europea.

«Abbiamo e avete tutti un futuro già molto impegnato – ha detto il professor Ricciardi rivolgendosi particolarmente agli studenti dell’Alta Scuola presenti in aula – L’Italia e l’Europa hanno bisogno di voi, sia nelle Istituzioni europee, per portare avanti i nuovi programmi di Sanità Pubblica condivisi, sia nel nostro Paese, per tutti i progetti finanziati dalle risorse del PNRR. Al terzo anno di pandemia ancora molte nazioni non hanno imparato le lezioni di questa esperienza poiché i meccanismi decisionali non sempre si sono basati su razionalità e evidenza scientifica. La cura e la formazione del capitale umano, che sono la mission dell’ALTEMS nel settore del management sanitario, possono certamente contribuire a risolvere questo problema».

«Ridiscutere il nostro convivere, ripartire con umiltà dalle nostre premesse – sono stati il suggerimento e l’auspicio della professoressa Malaguti – la pandemia è stata un elemento drammatico per la vita di tutti noi e ha inciso su temi e processi già in crisi e fra cambiamenti sociali, istituzionali e tecnologici già in atto. Ora a noi stessi costruire un quadro nuovo di convivenza, non solo per risolvere le criticità, ma per rinnovare le basi con una nuova architettura istituzionale: un sistema di governance multilevel che, pur senza modificare i trattati internazionali, permetta di procedere, coinvolgendo anche il settore privato in un campo, ad esempio, come quello della brevettabilità dei vaccini».

«Che cosa abbiamo imparato dall’esperienza della pandemia? Quali progetti e soluzioni si possono adottare per ridurre profezie non ancora soddisfacenti? – questi gli interrogativi di orizzonte del professor Balduzzi -  Certamente iniziative formative come quelle dell’Altems che aiutano a capire e a studiare che cosa si deve pensare e, quindi, fare. Il compito dei servizi sanitari è produrre salute e non prestazioni sanitarie. Per questo occorre che gli enti territoriali e centrali non tanto abbiano più potere quanto sappiano meglio esercitarlo, occorrono più prevenzione e integrazione ed è necessario rafforzare la cittadinanza sanitaria, come accade per le “case di comunità”. Nella Sanità pubblica non è il bisogno che va al servizio, ma il servizio che deve andare incontro al bisogno».

Un articolo di

Federica Mancinelli

Federica Mancinelli

Condividi su:

Newsletter

Scegli che cosa ti interessa
e resta aggiornato

Iscriviti