Vangelo di Marco (Mc 1,12-15)
A volte non ci si pensa e ci si illude, ma il Vangelo è chiaro: la prima azione spirituale, mossa dallo Spirito, è la messa alla prova, che mette a nudo i limiti e saggia le convinzioni, perché possa essere rivelato – a sé stessi prima che ad altri – ciò che si ha nel cuore.
Abbiamo cambiato l’invocazione della preghiera: perché Dio – è stato detto – non può tentare. In greco, però, nella lingua del Vangelo, prova e tentazione sono racchiuse nella medesima parola. Contrazione linguistica o cortocircuito spirituale?
Dalla prova alla tentazione il passo è breve: quando la vita è in pericolo, quando il dolore mina la speranza, quando gli affetti sono toccati, la volontà di Dio manifesta il suo lato più duro e Satana si avvicina per tentare e sradicare la fiducia, fino a far pensare che Dio ci possa abbandonare. Ma Dio abbandona?
È un respiro quello che separa la prova dalla tentazione: troppo corto per i ragionamenti, sufficiente, però, per invocare «Padre». E questo basta: la prova è superata.