Tuttavia, non è questa inclinazione la sola caratteristica che spinge Armida Barelli a precorrere i tempi. L’altra è la consapevolezza del ruolo della donna.
«Armida ha contribuito alla dignità delle donne del suo tempo coltivando in loro una coscienza libera e responsabile, capace di autodeterminarsi, alla luce della fede e della ragione», ha rimarcato padre Fusarelli.
In virtù di questa fede profonda Armida Barelli ha travalicato, in fondo, i confini prestabiliti e, per questo, può raggiungere con il suo messaggio oggi «gli uomini e le donne che abitano il mondo come la loro casa e nulla reputano estraneo di quanto è umano», ha concluso il ministro generale dei frati minori.
Tra questi uomini e donne ci sono i giovani, di tante diverse località italiane, che venerdì hanno partecipato alla preghiera nella basilica con il santo patrono di Milano. Molti studenti della Università Cattolica o appartenenti ad Azione cattolica.
Secondo Pasquale, 21 anni, di Barletta, studente di medicina a Roma, Armida Barelli «ci dice che si può aiutare sé stessi aiutando gli altri», insegnamento che fa acquisire «un senso più profondo anche alla professione per la quale mi sto preparando».
Per Elisabetta, 24 anni, di Piacenza, la prossima beata è stata una scoperta: «Non conoscevo Armida Barelli, ma ora che ho avuto l’occasione di approfondire la sua figura, mi sono resa conto di quanto noi giovani di oggi le dobbiamo».
Invece, per Giuditta, 31 anni, di Pontassieve (Firenze), Armida Barelli era una di famiglia: «Me ne parlava mia nonna che l’aveva conosciuta quando era una giovane di Azione Cattolica, ma solo in questi mesi mi sono documentata meglio e ho capito quanto ha fatto per dare voce alle donne. È un esempio per noi tutte».
Certamente lo è per Marzia, 22 anni, di Ravanusa provincia di Agrigento, studentessa di Medicina al campus della Cattolica di Roma: «Voglio specializzarmi in chirurgia ortopedica, ma mi dicono che è una professione da maschi. Poi penso alla Barelli e mi dico: se lei è riuscita a fondare una Università quando alle donne non era nemmeno consentito di uscire di casa da sole, perché io che ho molte più possibilità, non posso diventare un buon ortopedico?».