NEWS | Roma

White Coat ceremony, il primo camice bianco

13 ottobre 2023

White Coat ceremony, il primo camice bianco

Condividi su:

“Non abbiate mai paura di sbagliare, perché alcune fra le più brillanti scoperte scientifiche sono nate da profondi fallimenti iniziali” – così il professor Ignazio Marino, Executive Vice President for Jefferson International Innovative Strategic Ventures della Thomas Jefferson University, ha incoraggiato le studentesse e gli studenti del Corso di laurea magistrale a ciclo unico in Medicine and Surgery della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica, in uno dei passaggi più significativi del suo Keynote Address nella White Coat ceremony che si è tenuta nel campus di Roma dell’Ateneo lo scorso 12 ottobre.

Dopo la partecipazione di due studenti iscritti nel percorso di Triple Degree del Corso di laurea in Medicine and Surgery alla solenne White Coat ceremony della Thomas Jefferson University nello scorso mese di luglio, il campus di Roma dell’Università Cattolica vive ancora una volta l’emozione e il significato dell’evento che in Italia segna l’ingresso dei medici nelle corsie degli ospedali, dopo la frequenza del primo triennio di studi.

Un articolo di

Federica Mancinelli

Federica Mancinelli

Condividi su:


La cerimonia è stata aperta dal saluto istituzionale del professor Alessandro Sgambato, Vicepreside della Facoltà: “Alla Facoltà di Medicina e chirurgia dell'Università Cattolica cerchiamo ogni giorno di trasmettere agli studenti strumenti scientifici e clinici per diventare buoni medici, assicurando la migliore didattica e pratica medica innovativa anche grazie alle attività svolte al Policlinico Gemelli. Ogni giorno ci impegniamo anche nella ricerca per introdurre nella pratica clinica le procedure e i farmaci più innovativi. Soprattutto, forniamo un servizio alla nostra comunità”.

“Vogliamo però che i nostri studenti  - ha continuato Sgambato - imparino non solo ad essere dei medici eccellenti, ma anche ad essere delle brave persone, professionisti ed esperti della salute che mettono al primo posto le esigenze dei pazienti, delle loro famiglie, dei caregiver perché curare un paziente, agire da medico, significa anche e innanzitutto prendersi cura della persona". "Oggi questi studenti – ha concluso il Vicepreside - iniziano un percorso bello, ma difficile e impegnativo che li porterà a diventare ottimi medici. Ma non sarà facile, e il sostegno di familiari e amici, oltre che di docenti e tutor, sarà fondamentale: tutti noi vi assicuriamo che questo sostegno ci sarà."


Tante le suggestioni del Keynote address: la differenza fra essere e fare il medico, le sfide sollevate dall’innovazione tecnologica, come l’intelligenza artificiale, soprattutto relativamente alla necessità di mantenere il contatto umano ed empatico con il paziente, l’importanza del coraggio e il valore dell’errore anche nell’esercizio della professione medica: “Siate perseveranti – ha continuato il professor Marino -, ma soprattutto curate fin dall’inizio il rapporto con il paziente: solo questo vi permetterà di “essere medici” anziché semplicemente di “fare i medici”. Poiché certamente un’epoca come quella in cui vi apprestate ad operare, ricchissima di continue rivoluzioni tecnologiche, costituisce al tempo stesso uno strumento preziosissimo, ma anche una pericolosa minaccia alla conservazione di un approccio empatico”.


“Non esiste un momento più simbolico nella formazione di un medico di quando si veste per la prima volta il camice bianco – ha detto il professor Giovanni Gambassi, presidente del Corso di laurea in Medicine and Surgery nella suo messaggio agli studenti - Lungi dall'essere inteso come semplice divisa o solo come sistema di protezione, in realtà è una icona identitaria che dona istantaneamente uno status. Questo ha certamente un riflesso all'esterno, ma ciò che conta veramente è l'influenza che ne deve emanare andando ad innescare il progetto che porterà a compimento il divenire e sentirsi medico”.

“Desideriamo che gli studenti della Cattolica con l'ingresso in ospedale per la fase della formazione clinico-medica ricevano il camice bianco perché avviino questo processo di maturazione che riguarda sì le competenze tecniche – ha continuato Gambassi -, ma ancor più le dimensioni del sé come donne e uomini impegnati come professionisti della salute in un sistema di valori sociali, etici e morali irrinunciabili e non negoziabili, immutati nella storia dell'umanità”.


“I swear to fulfill, to the best of my ability and judgment, this covenant: I will respect the hard-won scientific gains of those physicians in whose steps I walk, and gladly share such knowledge as is mine with those who are to follow”: al termine della cerimonia è stato il dottor Francesco Iadevaia, laureato in Medicine and Surgery nella Class of 2021, a proclamare solennemente il Giuramento di Ippocrate, il primo testo deontologico nella storia della Medicina, tracciando i princìpi e le tappe del nuovo percorso didattico e clinico di ogni futuro giovane medico.


“May I always act to preserve the finest traditions of my calling – gli ha fatto eco il coro di tutti gli studenti del Corso -  and may I long experience the joy of healing those who seek my help”.

Newsletter

Scegli che cosa ti interessa
e resta aggiornato

Iscriviti