Rispetto del paziente come persona senza rinunciare alla ricerca e alla tecnologia. Questo l’approccio che ha da sempre guidato la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, nata nel 1961 da un’intuizione di padre Agostino Gemelli. Sessant'anni che saranno ricordati questa mattina da Papa Francesco, nella messa che presiederà al Policlinico Gemelli. Il rettore dell’Università,il professor Franco Anelli, che accoglierà il Pontefice, racconta a Vatican News l’attesa per questo evento particolarmente significativo a quasi due anni dall’inizio della pandemia.
Rettore Anelli, come si vive all'Università Cattolica l'attesa di questa visita di Papa Francesco?
«Ci stiamo preparando con grande aspettativa. Il Santo Padre verrà a celebrare una Messa ed è un momento importante, non solo per la celebrazione, ma perché offre l'opportunità di fermarsi un momento tutti quanti e raccogliersi intorno alla parola di Papa Francesco. Sperando che il tempo ci assista, abbiamo predisposto per la celebrazione della Messa il piazzale che è di fronte agli istituti biologici, quindi potranno assistere numerose persone, noi immaginiamo circa duemila. Sarà un modo per riconoscerci, per riunirci in un'occasione importante e non soltanto per il ricordo di una giornata assai significativa, quella di 60 anni fa alla presenza di San Giovanni XXIII. Sarà un'occasione di incontro molto importante, soprattutto dopo il periodo che abbiamo trascorso. Credo che sia il più grande evento corale degli ultimi anni, che possiamo svolgere in sicurezza perché abbiamo osservato tutte le precauzioni e perché le persone hanno fatto in modo di proteggersi dalla pandemia e vogliono tornare a stare insieme. È un modo di raccogliersi intorno ai nostri valori».
Che rapporto è stato, quello della facoltà di Medicina con i Papi?
«Se si vanno a vedere i discorsi fatti in occasione dell'inaugurazione - c'erano un Papa regnante e uno che sarebbe salito al soglio subito dopo perché era presente anche l'allora cardinale Giovanni Battista Montini - è stato un rapporto di costante attenzione e presenza. Già nell'occasione di quella celebrazione, tutti colsero e furono subito consapevoli del significato ideale che aveva la costituzione di una Facoltà di Medicina nella Cattolica. Significava essere testimoni di un approccio alla pratica medica, alla ricerca scientifica in campo medico, all'educazione e alla pratica che fossero ispirate e conformate dai valori che ci caratterizzano. C'è una frase di Montini in cui dice che il malato nel nostro ospedale va a ricercare "senso e rimedio" alla sua malattia. Ora, il rimedio lo si cerca in tutti gli ospedali, andare a cercare un senso alla malattia, che è il grande interrogativo che hanno tutte le persone quando si ammalano, beh questo forse è un po' più caratteristico di un ospedale cattolico».
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