«I venti di guerra avranno conseguenze dirette sull’economia, l’entità dipenderà dalla durata e dall’intensità del conflitto, nonché dai danni conseguiti». È la previsione di Andrea Monticini, docente di Econometria nella facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative, sugli effetti che l’invasione russa in Ucraina potrà avere sul sistema economico nazionale e internazionale.
In particolare, secondo il docente dell’Università Cattolica, si possono individuare conseguenze di brevissimo, breve e medio termine. «Nell’immediato, cioè nel brevissimo termine, ci sarà un marcato aumento dell’incertezza. La conseguenza sui mercati finanziari, visibile già da oggi, sarà un’elevata volatilità con una riallocazione dei portafogli verso asset considerati rifugio e la contestuale vendita di quelli considerati maggiormente rischiosi; in questo ambito». Per esempio? «Ci possiamo attendere un aumento dello spread BTP-BUND. Non da ultimo, considerando il ruolo giocato dalla Russia, Paese forte esportatore di gas, è facile prevedere un robusto aumento dei prezzi dell’energia».
Ma non ci saranno ricadute negative solo a livello finanziario. «Passando al breve termine, ovvero con un orizzonte di qualche trimestre, le conseguenze del conflitto si concretizzeranno anche sull’economia reale», avverte il professor Monticini. «L’aumento dei prezzi dei beni energetici e la generale incertezza, determineranno una diminuzione dei consumi delle famiglie e degli investimenti delle imprese che faranno rallentare la ripresa economica in atto».
Infine, «nel medio periodo, in base all’evoluzione del conflitto, lo shock verrà riassorbito. A questo proposito saranno importanti i provvedimenti di politica economica: quella fiscale, messa in atto dai Governi e quella monetaria decisa dalle Banche Centrali (la BCE per i Paesi che adottano l’euro)».