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Conoscere e capire la realtà in modo universale

16 maggio 2021

Conoscere e capire la realtà in modo universale

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La settimana di presentazione delle lauree triennali e a ciclo unico della Cattolica si è conclusa con gli incontri dedicati alle facoltà di Psicologia e Scienze linguistiche e letterature straniere.

Entrare nel cuore della realtà, osservarla, studiarla e accettare le nuove sfide che la società attuale ci pone. Non chiudendosi in schemi predefiniti ma aprendosi alla multidisciplinarietà per vedere la realtà con abiti e occhi nuovi. Questo il fil-rouge che unisce le Facoltà di Psicologia e Scienze Linguistiche, che, nel pomeriggio di sabato 15 maggio, hanno chiuso l'edizione 2021 degli Open Week dell'Università Cattolica.

Ad aprire l'ultima giornata di Play the Future è stata la Facoltà di Psicologia. «La nostra – ha detto introducendo l'incontro il preside Alessandro Antonietti – è una scienza in progress che pone sempre le sue basi sulla ricerca ma che in questo momento storico opera in nuovi contesti ed è chiamata ad affrontare nuove sfide. La Psicologia adesso opera infatti in settori diversi rispetto a quelli tradizionali e a collaborare con altri mondi professionali».

Ma perché scegliere proprio la Cattolica per studiare Psicologia? «Prima di tutto - ha spiegato Antonietti - per la tradizione scientifica, padre Gemelli, fondatore dell'Ateneo, è stato un pioniere di questa disciplina in Italia. Ma tra gli elementi che contraddistinguono la nostra Università ci sono l'attenzione alla persona, il dialogo interdisciplinare, una visione internazionale e una spiccata sensibiltà verso il sociale».

A testimoniare la bontà della qualità degli insegnamenti i dati del QS Ranking che pone la Facoltà dell'Università Cattolica fra le migliori 150 nel mondo e tra le prime tre in Italia. Il corso di laurea triennale in Scienze tecniche e psicologiche - presente nei campus di Milano e Brescia – è stato presentato dalle docenti Raffaella Iafrate e Elena Marta, coordinatrici per le rispettive sedi. A raccontare le caratteristiche del corso in Psychology il professor Francesco Pagnini mentre la professoressa Daniela Traficante ha illustrato le modalità di ammissione ai corsi. Ha moderato la professoressa Laura Galuppo.

Nel secondo incontro del pomeriggio a presentare la Facoltà di Scienze linguistiche è stato il preside Giovanni Gobber: «Lo studio delle lingue è un'attività complessa che richiede anni. Lo studio, è solo una parte, ci sono anche la lettura, la scrittura, i dialoghi. Padroneggiamo una lingua quando questa diventa una nostra modalità di esistenza, un abito, un modo di vedere la realtà ed è un modo per guardarla con occhi nuovi».
 


Per questo, per fare qualche esempio, non dobbiamo confondere l'inglese internazionale, un passepartout molto diffuso, con quello britannico e americano che hanno peculiari caratteristiche. In America Latina non possiamo fare a meno dello spagnolo e in Africa del francese. In Asia dobbiamo conoscere il cinese – ovviamente – ma anche giapponese, hindi e coreano. E non dimentichiamoci del russo, che è ancora fondamentale in ampie zone del continente asiatico».

Il plurilinguismo poi è chiaro che ha una grande importanza anche per il mondo professionale ed è per questo che nella nostra Facoltà affianchiamo altri campi come la comunicazione, l'economia aziendale o le relazioni internazionali. Tuttavia – ha concluso il preside - non possiamo ridurre le lingue a questo aspetto utilitaristico. Le lingue aiutano a conoscere il mondo, la realtà e le persone. Per questo mi piace dire che questa è una disciplina che ricompensa a qualsiasi livello».

Durante l'incontro, moderato dalla giornalista Mediaset nonché Alumna dell'Ateneo Giuliana Grimaldi, i docenti Massimo Scaglioni e Giovanni Gregorini hanno presentato il corso di Scienze linguistiche rispettivamente per le sedi di Milano e Brescia. Il professor Andrea Locatelli ha invece spiegato gli sbocchi del corso mirato alle Relazioni internazionali mentre per le attività di tutorato è intervenuta la professoressa Maria Cristina Gatti.

Ha poi preso la parola Gabriele Paleari, laureato della Facoltà attualmente Radio Broadcaster and Producer e Senior Lecturer presso la Nottingham Trent University: «Lo studio di una lingua è fatto soprattutto di ascolto. La molla è la curiosità. Fin da bambino ero appassionato dai suoni, anche musicali, e dall'osservazione. Mettendo insieme le due cose è nata la mia passione per le lingue che ho cominciato a studiare nel corso degli anni dell'università».

Non sono stato uno studente modello ma ho approfondito grazie ai viaggi: prima di trovarmi qui in Inghilterra ho vissuto a lungo in Nuova Zelanda. All'Università insegno italiano e in radio mi occupo di culture e viaggi, temi in cui l'aspetto linguistico non è secondario».

Infino un invito ai futuri studenti: La grammatica è importante ma non è tutto: sono i “cartelli stradali”. Lewis Hamilton non sarebbe mai diventato campione del mondo di F1 solo con la teoria, la pratica è fondamentale. Fin da quando cominciate – ha aggiunto - ci deve essere una dedizione totale, mai vergognarsi di non sapere. Non appoggiatevi sulle traduzioni non guardate i film doppiati. Leggere e ascoltare. Occorre immergersi nella lingua».

Ha chiuso l'incontro – e questa edizione degli Open Week – il preside Gobber: «Questa Università è nata in una città aperta al mondo come Milano, e che si chiama Cattolica, che vuol dire Universale, quale miglior Ateneo per studiare lingue».

Un articolo di

Luca Aprea

Luca Aprea

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