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Covid-19, diminuiscono i contagi, aumenta la telemedicina

14 maggio 2021

Covid-19, diminuiscono i contagi, aumenta la telemedicina

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La settimana appena trascorsa evidenzia un calo dell’incidenza settimanale di contagi da Covid-19, registrando un valore nazionale pari a 95 ogni 100.000 residenti. La letalità grezza apparente, a livello nazionale nell’ultima settimana, è pari al 2,75 per 1.000 (in calo rispetto alla precedente settimana analizzata 2,94 x 1.000), mentre la mortalità grezza apparente, a livello nazionale, è pari a 2,17% (in calo rispetto alla scorsa settimana analizzata 2,55%). Al 10 maggio, tutte le Regioni sono al di sotto delle soglie del 30% e del 40% individuate dal D.M. del 30/4/2020 come quelle oltre le quali vi è un sovraccarico rispettivamente per la Terapia Intensiva e per l’Area Non Critica.

“La 52ma edizione del report propone un focus sulla resilienza dei sistemi sanitari con riferimento alle prestazioni “ordinarie”. Una buona organizzazione – afferma il professor Americo Cicchetti, direttore dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari dell’Università Cattolica (ALTEMS) – è sicuramente indicativa della capacità di resilienza dei sistemi sanitari. Incrociando i dati sulle prestazioni ordinarie (ricoveri ordinari, ricoveri chirurgici, DH, specialistica ambulatoriale) perse nel 2020 causa covid e la capacità di reazione delle Regioni (misurata come velocità nel definire delibere e documenti per la ripartenza dopo la fase I) ne abbiamo identificato 4 approcci: Proattivo, Proattivo non impattante, Reattivo non impattante, Reattivo.

Le Regioni identificate come proattive – continua Cicchetti – sono quelle che hanno reagito prima, emanando delibere per la ripresa dell’attiva subito dopo il termine della fase I. Tale capacità organizzativa ha esitato in un minor decremento di attività rispetto all’anno precedente. Al contrario – le Regioni più reattive, ovvero quelle che hanno impiegato più giorni per riprendere l’attività “ordinaria” sembrerebbero averne pagato scotto in termini di decremento dell’attività rispetto all’anno precedente.

Tra questi due approcci – sostiene Cicchetti – notiamo altri due comportamenti assunti dalle Regioni. Alcune Regioni da noi identificate con proattivo non impattante, infatti, nonostante abbiamo tempestivamente deliberato la ripresa delle attività ordinarie registrano forti contrazioni dell’attività, probabilmente dovuti all’assenza di mobilità sanitaria in entrate e/o alla circolazione del virus che non ha consentito una piena ripartenza.

Infine, in altre Regioni la ripartenza tardiva sembrerebbe non aver inficiato il decremento di attività rispetto al 2019: si tratta - conclude Cicchetti - delle Regioni caratterizzate per un approccio reattivo non impattante.”

“Ad estensione delle “Indicazioni nazionali per l’erogazione di prestazioni in telemedicina”, approvate dalla Conferenza Stato-Regioni in 17 dicembre 2020 e che hanno definito regole comuni per l’erogabilità e la rendicontazione delle prestazioni in telemedicina, cominciano ad essere promulgate delibere regionali – afferma il professor Fabrizio Massimo Ferrara, coordinatore del Laboratorio sui sistemi informativi di Altems – per dettagliare ulteriormente le modalità operative per specifiche patologie e setting assistenziali. Continuano ad aumentare (sono ormai 222) le iniziative di telemedicina avviate dalle singole aziende. Rispetto ai mesi scorsi, si nota un leggero aumento percentuale delle soluzioni strutturate (basate su piattaforme ed app) rispetto alle semplici interazioni mediante telefono o semplice videochiamata.”

È quanto emerso dalla 52ma puntata dell’Instant Report Covid-19, una iniziativa dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica di confronto sistematico dell’andamento della diffusione del Sars-COV-2 a livello nazionale.

Soluzioni digitali

Dopo il primo e il secondo periodo di emergenza, è continuata la crescita delle iniziative di telemedicina dedicate all’assistenza dei pazienti non Covid. Sono arrivate a 222, delle quali 160 sono iniziative dedicate ai pazienti non-Covid e 62 iniziative dedicate ai pazienti Covid.

La pandemia COVID-19 ha dato un notevole impulso all’evoluzione della telemedicina, richiedendo alle aziende sanitarie di rimodulare rapidamente le modalità di erogazione dei servizi mediante l’adozione di modelli di cura ed assistenziali in grado seguire a distanza non solo i “pazienti covid”, ma anche per assicurare -a livello generale- l’accesso alle cure a tutti gli altri pazienti, in particolare se fragili, cronici e soggetti a trattamenti di lungo periodo. Associazioni mediche e di pazienti hanno fin dall’inizio evidenziato come, in mancanza di soluzioni di telemedicina, questa situazione possa determinare conseguenze sulla salute anche più drammatiche di quelle causate dall’epidemia COVID. 

In questo quadro, la priorità è riuscire rapidamente ad erogare in telemedicina le stesse prestazioni che venivano assicurate prima della pandemia COVID. Si nota infatti che la maggior parte delle iniziative riguardano televisite e monitoraggio dei pazienti. A questo scopo come strumenti ci si basa in massima parte su tecnologie immediatamente utilizzabili (piattaforme web di comunicazione), direttamente accessibili dalle aziende, e già conosciute e facilmente usabili anche dai pazienti.

Dal punto di vista normativo, dopo un primo periodo, durante il quale le Regioni hanno emanato delibere autonome per la regolamentazione dei servizi, alla  fine dell’anno (17 dicembre 2020) è  stato approvato da parte della Conferenza Stato-Regioni il documento  del Ministero della Salute “Indicazioni per l’erogazione delle prestazioni in telemedicina”, che definisce regole uniformi e stabilisce -fra l’altro- come possano essere erogate in televista prestazioni ambulatoriali a pazienti già inseriti in un percorso di cura nel caso in cui non sia necessario un esame fisico del paziente e come le prestazioni in telemedicina possano essere rendicontate e tariffate secondo le stesse condizioni delle prestazioni erogate in presenza.

Quadro epidemiologico

In merito agli aspetti epidemiologici si confermano le differenze importanti in termini di incidenza della diffusione del Covid-19 nelle diverse Regioni che proseguono anche nella Fase 2. I dati (al 10 Maggio) mostrano che la percentuale di casi attualmente positivi (n = 373.670) sulla popolazione nazionale è pari a 0,63% (in diminuzione rispetto ai dati del 03/05 in cui si registrava lo 0,71%). La percentuale di casi (n= 4.116.287) sulla popolazione italiana è in sensibile aumento, passando dal 6,79% al 6,90%.

L’incidenza settimanale corrisponde al numero di nuovi casi emersi nell’ambito della popolazione regionale nell’intervallo di tempo considerato. È stata individuata, come riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: nei 7 giorni tra il 16 ed il 22 novembre 2020 i nuovi casi, a livello nazionale, sono stati 366 ogni 100.000 residenti. La settimana appena trascorsa evidenzia un calo dell’incidenza settimanale, registrando un valore nazionale pari a 95 ogni 100.000 residenti.

Il primato per la prevalenza periodale sulla popolazione si registra in PA Bolzano (13,48%), Friuli-Venezia Giulia (8,80%), in Val d’Aosta (8,99%) ma è in Campania (1,48%) e Puglia (1,10%) che oggi abbiamo la maggiore prevalenza puntuale di positivi, con valori in leggero aumento nelle altre regioni, e con un media nazionale pari a 0,63% (in calo rispetto ai dati del 03/05).

Dal report #25 è stata analizzata la prevalenza periodale che corrisponde alla proporzione della popolazione regionale che si è trovata ad essere positiva al virus nell’intervallo di tempo considerato (casi già positivi all’inizio del periodo più nuovi casi emersi nel corso del periodo). È stata individuata, come soglia di riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: la settimana tra il 22 ed il 28 novembre è ad oggi il periodo in cui si è registrata la massima prevalenza periodale in Italia (1.612 casi ogni 100.000 residenti), mentre nell’ultima settimana la prevalenza periodale in Italia è pari a 789 casi ogni 100.000 residenti, in calo rispetto alla settimana precedente.

Letalità (rapporto decessi su positivi)

Nell’ultima settimana il dato più elevato si registra in Molise pari a 7,28 x 1.000 e in Liguria pari a 5,85 x 1.000, nonostante siano ben lontani dal valore massimo registrato a marzo; la letalità grezza apparente, a livello nazionale, è pari al 2,75 per 1.000 (in calo rispetto alla scorsa settimana analizzata 2,94 x 1.000).

Mortalità (rapporto decessi su popolazione)

Nell’ultima settimana, la mortalità grezza apparente, a livello nazionale, è pari a 2,17% (in calo rispetto alla scorsa settimana analizzata 2,55%). Il dato più elevato si registra in Campania al 3,61% seguito da Toscana al 3,49%.

Indice di positività settimanale

L’indice di positività al test misura, su base settimanale, il rapporto tra i nuovi casi positivi ed i nuovi soggetti sottoposti al test. L’indicatore differisce dall’indice di positività calcolato su base giornaliera, che valuta invece, il rapporto tra i nuovi casi positivi ed i nuovi tamponi effettuati, e comprende anche i tamponi effettuati per il monitoraggio del decorso clinico e l’eventuale attestazione della risoluzione dell’infezione. In particolare, l’indice registra un valore massimo del 27,65% in Puglia e del 19,08% in Emilia-Romagna. In Italia l’indice di positività al test è pari al 9,83%: risulta positivo, dunque, circa 1 paziente su 10 nuovi soggetti testati, in calo rispetto alla settimana precedente.

Andamento dell’età dei contagi

È stato analizzato l’andamento dell’età dei contagi dal 24 agosto 2020 ad oggi. Si nota che i contagi tra gli over-70 sono passati dal 7,2% di tutti i nuovi contagi, nel periodo 24 agosto - 6 settembre, all’essere il 18,2%, nel periodo 30 novembre - 13 dicembre (picco massimo), per poi scendere al 16,4% nel periodo 28 dicembre – 10 gennaio 2021, riprendere l’incremento nel periodo 4 gennaio – 17 gennaio al 16,70% e nel periodo 11 gennaio – 24 gennaio al 16,80% e scendere al 12,1% nel periodo 22 febbraio – 07 marzo, per poi ritornare a risalire nel periodo 22 marzo – 04 aprile al 13,2% e scendere al 9,9% nell’ultimo periodo considerato (19 aprile – 02 maggio 2021).

Nuova pressione per setting assistenziale (Domicilio, terapia medica, terapia intensiva, x 100.000 ab): 04 - 10 maggio 2021

È stato avviato il monitoraggio della distribuzione per setting della nuova pressione (aggiuntiva o sottrattiva) che il sistema sanitario ha registrato nella settimana appena trascorsa. Si può notare come nella settimana appena trascorsa la maggiore parte della nuova pressione si sia tradotta in nuovi casi isolati a domicilio. Nel complesso, in Italia, ci sono stati -62,38 isolati a domicilio ogni 100.000 abitanti, -4,61 ricoveri ordinari ogni 100.000 abitanti e -0,44 ricoveri intensivi ogni 100.000 abitanti.

Tamponi molecolari e tamponi antigenici

Dal report #37 si è avviato il monitoraggio del confronto tra il numero di tamponi molecolari e il numero di tamponi antigenici per 1.000 abitanti. La Regione associata ad un numero maggiore di tamponi antigenici realizzati risulti essere la P.A di Bolzano (58,20 per 1.000 abitanti), mentre la Regione associata ad un numero maggiore di tamponi molecolari realizzati risulti essere il Friuli-Venezia Giulia (22,04 per 1.000 abitanti). A livello nazionale, il numero di nuovi tamponi molecolari settimanali è pari a 15,85 per 1.000 abitanti mentre il numero di nuovi tamponi antigenici è pari a 12,13 per 1.000 abitanti.

Terapia intensiva

Nuovi Ingressi Settimanali in Terapia Intensiva

Dal report #33 è stato avviato il monitoraggio dei nuovi Ingressi Settimanali in Terapia Intensiva (x 100.000 ab.). Il valore medio registrato nel contesto italiano è pari a 1,35 x 100.000 ab. (in calo rispetto alla settimana precedente pari a 1,65). Le regioni che hanno evidenziato più ingressi nel setting assistenziale della terapia intensiva durante l’ultima settimana sono la Valle d’Aosta (4,00 x 100.000 ab.), la Puglia (2,25 x 100.000 ab.) e la Toscana (2,00 x 100.000 ab.).

Tassi di saturazione dei posti letto in Terapia Intensiva e di Area Non Critica al 10 maggio 2021

L’indicatore mette in relazione il tasso di saturazione dei posti letto in Terapia Intensiva con il tasso di saturazione dei posti letto in Area Non Critica. Le soglie del 30% e del 40% sono individuate dal D.M. del 30/4/2020 come quelle oltre le quali vi è un sovraccarico rispettivamente per la Terapia Intensiva e per l’Area Non Critica. Si può notare come grazie queste soglie il grafico si divida in quattro quadranti: nel primo si posizionano tutte quelle regioni che hanno superato sia la soglia relativa al tasso di saturazione dei posti letto in Terapia Intensiva che quella relativa al tasso di saturazione dei posti letto in Area Non Critica, nel secondo si posizionano le regioni che superano solo la soglia relativa all’Area Non Critica, nel terzo sono presenti le regioni non a rischio di sovraccarico e nel quarto le regioni a rischio di sovraccarico relativamente alla sola Terapia Intensiva. Al 10 maggio 2021 nessuna regione si posiziona nel primo quadrante. La Regione Calabria registra il valore più alto, e l’unico sopra la soglia di sovraccarico, in riferimento al tasso di saturazione in Area Non Critica. Puglia, Lombardia e Toscana superano la sola soglia di sovraccarico relativamente ai posti letto di Terapia Intensiva con il tasso più elevato registrato dalla Regione Toscana. Le restanti regioni non sono a rischio di sovraccarico in nessuna delle due aree oggetto di valutazione, posizionandosi, quindi, nel terzo quadrante.

Giorni di sospensione e % di ricoveri ordinari «persi»

Il grafico mette in relazione il numero di ricoveri persi con i giorni di sospensione, evidenziando 4 approcci. Lazio, Veneto e Toscana (quadrante I) rivelano un approccio proattivo: la tempestiva riattivazione dei ricoveri ordinari ha consentito di ridurre il numero di ricoveri ordinari «persi» rispetto allo stesso periodo del 2019. Nel quadrante opposto, troviamo invece le Regioni reattive, nelle quali il ritardo nell’attivazione dei ricoveri ordinari ha comportato un alto valore di ricoveri persi.  Lombardia e Marche (quadrante III) sembrano, invece, caratterizzarsi per un approccio proattivo non impattante: la tempestiva riattivazione dei ricoveri ordinari non ha consentito di ridurre nella media il numero di ricoveri ordinari persi. Infine, le «reattive non impattante», ovvero quelle regioni nelle quali la tardiva ripresa delle attività di ricovero ordinario non ha comportano una significativa perdita di ricoveri ordinari.

Giorni di sospensione e % di prestazioni di chirurgia in elezione «perse»

Il grafico mette in relazione il numero di ricoveri persi con i giorni di sospensione, evidenziando 4 approcci. Lazio e Veneto (quadrante I) rivelano un approccio proattivo: la tempestiva riattivazione dei ricoveri chirurgici ha consentito di ridurre il numero di ricoveri chirurgici «persi» rispetto allo stesso periodo del 2019. Nel quadrante opposto, troviamo invece le Regioni reattive, nelle quali il ritardo nell’attivazione dei ricoveri chirurgici ha comportato un alto valore di ricoveri persi.  Lombardia, Toscana, Abruzzo; Emilia-Romagna e Liguria (quadrante III) sembrano, invece, caratterizzarsi per un approccio proattivo non impattante: la tempestiva riattivazione dei ricoveri chirurgici non ha consentito di ridurre nella media il numero di ricoveri chirurgici persi. Infine, le «reattive non impattante», ovvero quelle regioni nelle quali la tardiva ripresa delle attività di ricovero chirurgici non ha comportano una significativa perdita di ricoveri chirurgici.

Giorni di sospensione e % e prestazioni di Day Hospital «perse»

Il grafico mette in relazione il numero di ricoveri persi con i giorni di sospensione, evidenziando 4 approcci. Lazio (quadrante I) rivelano un approccio proattivo: la tempestiva riattivazione dei ricoveri in Day Hospital ha consentito di ridurre il numero di ricoveri in Day Hospital «persi» rispetto allo stesso periodo del 2019. Nel quadrante opposto, troviamo invece le Regioni reattive, nelle quali il ritardo nell’attivazione dei ricoveri in Day Hospital ha comportato un alto valore di ricoveri persi. Toscana e Emilia-Romagna (quadrante III) sembrano, invece, caratterizzarsi per un approccio proattivo non impattante: la tempestiva riattivazione dei ricoveri in Day Hospital non ha consentito di ridurre nella media il numero di ricoveri in Day Hospital persi. Infine, le «reattive non impattante», ovvero quelle regioni nelle quali la tardiva ripresa delle attività di ricovero in Day Hospital non ha comportano una significativa perdita di ricoveri in Day Hospital.

Giorni di sospensione e % di prestazioni ambulatoriali «perse»

Il grafico mette in relazione il numero di attività specialistica ambulatoriale persa con i giorni di sospensione, evidenziando 4 approcci. Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna,  Calabria, Toscana, Lazio, Lombardia, Marche, Veneto e Liguria(quadrante I) rivelano un approccio proattivo: la tempestiva riattivazione delle attività specialistiche ambulatoriali ha consentito di ridurre il numero di attività specialistica ambulatoriale «perse» rispetto allo stesso periodo del 2019. Nel quadrante opposto, troviamo invece le Regioni reattive, nelle quali il ritardo nell’attivazione delle attività specialistiche ambulatoriali ha comportato un alto valore di attività specialistiche ambulatoriali perse. Basilicata (quadrante III) sembra, invece, caratterizzarsi per un approccio proattivo non impattante: la tempestiva riattivazione delle attività specialistiche ambulatoriali non ha consentito di ridurre nella media il numero delle attività specialistiche ambulatoriali perse. Infine, le «reattive non impattante», ovvero quelle regioni nelle quali la tardiva ripresa delle attività specialistiche ambulatoriali non ha comportano una significativa perdita delle attività specialistiche ambulatoriali.

Andamento vaccinazioni Covid-19 in Italia

Dal report #34 è stato analizzato l’andamento delle vaccinazioni Covid-19 in Italia.

Nuovi punti di somministrazione attivati dal 4 maggio all’11 maggio 2021

È stato avviato il monitoraggio dei nuovi punti di somministrazione territoriali ed ospedalieri attivati nell’ultima settimana. Negli ultimi sette giorni, la regione Puglia ha attivato un numero notevole di punti di somministrazione (24) seguita dal Lazio (9), Liguria e Veneto (5). Al contrario, in Abruzzo, Basilicata, Lombardia, Marche, Molise, P.A. di Trento, Sardegna, Umbria e Valle D’Aosta non risultano nuovi punti di somministrazione.

Residenti per punti di somministrazione

Si monitora all’11 maggio 2021 il rapporto tra la popolazione residente e il numero punti di somministrazione (territoriali ed ospedalieri) per ciascuna regione. La regione Puglia ha il rapporto più basso: in media ogni punto vaccinale ha in carico circa 5871 residenti, seguita dalla Liguria con 8619 residenti. Al contrario, la regione Lombardia e Campania hanno il valore più alto, con un rapporto pari a 74.682 residenti per la Lombardia e 92.967 per la Campania.

Punti di somministrazione territoriali e ospedalieri al 11 maggio 2021

È stato avviato il monitoraggio dei i punti di somministrazione territoriali ed ospedalieri per ciascuna regione. La regione Puglia presenta un maggior numero di punti di somministrazione territoriali (518) seguita dal Veneto (154), dalla Toscana (170) e dall’Emilia Romagna (144). Al contrario, la regione Sicilia registra un numero maggiori di punti di somministrazione ospedalieri (125) seguita dalla Lombardia (112) e dal Lazio (95).

Numero medio di somministrazioni per punto vaccinale al 11 maggio 2021

È stato analizzato il rapporto tra vaccinazioni effettuate e punti vaccinali, esprimendo così un numero medio di vaccinazioni effettuate da ciascun punto di somministrazione regionale. Il valore più alto dell’indicatore si registra in Campania, dove ciascun punto di somministrazione ha effettuato circa 42.239 vaccini. Valori alti dell’indicatore si riscontrano anche in  Lombardia (36.866) e Molise (27.871). Al contrario il suddetto indicatore rivela un basso rapporto tra vaccini inoculati e punti di somministrazione in Puglia (2846) ed in Liguria (4704).

Numero medio di somministrazioni per punto vaccinale dal 4 maggio all’11 maggio 2021

È stato analizzato il rapporto tra vaccinazioni effettuate e punti vaccinali, esprimendo così un numero medio di vaccinazioni per punto di somministrazione nell’ultima settimana. Negli ultimi 7 giorni,  le regioni che hanno effettuato il maggior numero di inoculazioni per punto di somministrazione sono state: la Lombardia (5218), la Campania (6806) e il Molise (3546). Al contrario, la Puglia (485), la Liguria (593) e la Valle D’Aosta (865) sono le regioni che, per punto di somministrazione, hanno registrano il numero più basso di somministrazioni.

Prime dosi/Popolazione residente per fascia di età (x 100 ab.)* al 11 maggio 2021

A livello nazionale si registrano le seguenti percentuali per le fasce di età considerate: 16-19 anni (1,86%), 20-49 anni (13,46%), 50-69 (34,49%), 70-79 (73,28%), over 80 anni (90,41%). La media nazionale (che considera la fascia di età maggiore di 16 anni) è pari al 33,36%.

Percentuale di copertura delle fasce di popolazione (1° dose) al 11 maggio 2021

È stato avviato il monitoraggio della percentuale di copertura delle fasce di popolazione stratificate per età riguardo la prima dose vaccinale. Dal grafico si evince come il Veneto, la Lombardia e la Puglia abbiano vaccinato la quota maggiore di over 70 nel contesto nazionale. La Sicilia rappresenta la regione con la percentuale minore in termini di copertura vaccinale della popolazione più anziana (74,1%).

Dosi Somministrate/Dosi Consegnate/Popolazione residente (x 100 ab.) al 11 maggio 2021

È stata avviato il monitoraggio relativo alla correlazione tra dosi somministrate, dosi consegnate rispetto alla popolazione residente. Il grafico mostra la correlazione tra dosi somministrate, dosi consegnate rispetto alla popolazione residente. Dal grafico si evince come le regioni Campania, Puglia, P.A di Trento, Veneto, Lombardia, Umbria, Abbruzzo, Marche, Emilia Romagna Molise, Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria rappresentano le regioni il cui rapporto tra dosi somministrate rispetto a quelle consegnate è superiore al valore medio nazionale.

Somministrazioni totali (1°/2° dose)/Popolazione residente (x 100 ab.) al 11 maggio 2021

Sono state analizzate le somministrazioni totali (1°e 2°dose) in rapporto alla popolazione residente stratificata per il vaccino somministrato. In tutte le regioni italiane il vaccino Pfizer è stato somministrato in percentuali maggiori rispetto a quelli di AstraZeneca o di Moderna o di Janssen.

Stato dell’arte vaccinazioni in riferimento all’obiettivo del 22 Settembre 2021 dell’UE

Dal report #42 si avvia il monitoraggio dello stato dell’arte delle persone vaccinate (a cui sono state somministrate la prima e la seconda dose di vaccino) alla luce del target fissato dall’UE in riferimento alla data del 22 Settembre 2021, data in cui l’UE chiede ai Paesi membri di raggiungere l’obiettivo del 70% della popolazione adulta. Ad oggi sono state vaccinate il 27,53% dell’obiettivo dei circa 29 milioni da raggiungere al 22 Settembre 2021, pari a 7.892.785 persone vaccinate.

Stato dell’arte vaccinazioni in riferimento all’obiettivo del 30 settembre 2021 del Piano Vaccinale Anticovid

Dal report #45 si avvia il monitoraggio dello stato dell’arte delle persone vaccinate (a cui sono state somministrate la prima e la seconda dose di vaccino) alla data del 30 Settembre 2021, data in cui il Piano Vaccinale Anticovid pone di raggiungere l’obiettivo del 80% della popolazione vaccinata. Ad oggi sono state vaccinate il 19,22% dell’obiettivo dei 41 milioni da raggiungere al 30 Settembre 2021, pari a 7.892.785 persone vaccinate.

Somministrazioni totali / N° punti somministrazione / Popolazione residente

Dal report #48 si avvia il monitoraggio del rapporto tra il numero dei centri vaccinali (2.252 in Italia, sia territoriali che ospedalieri) e la popolazione residente (rappresentata in scala logaritmica); si osserva una prevedibile linearità nel rapporto tra le due grandezze, con le Regioni più popolose che dispongono di più centri vaccinali rispetto a quelle con un minor numero di residenti. In aggiunta, nelle dimensioni della sfera dell’indicatore, il grafico enfatizza una terza dimensione, il numero di vaccinazioni effettuate (sia prima che seconda dose) in rapporto alla popolazione residente. Come si può vedere, anche in Regioni paragonabili per popolazione e numero di centri vaccinali, le sfere delle somministrazioni assumono dimensioni piuttosto differenti (es. Veneto e Sicilia).

Andamento vaccinazioni Covid-19 nei Paesi Membri dell’UE

Somministrazioni vaccini / PIL reale pro capite (x 100.000 abitanti) nei Paesi UE al 06 maggio 2021

È stato analizzato il rapporto tra il numero di somministrazioni dei vaccini rispetto al PIL reale pro capite (x 100.000 abitanti) nei Paesi Membri dell’Unione Europea. Il valore medio Ue delle somministrazioni è pari a 40.751 x 100.000 abitanti, il valore dell’Italia è pari a 42.018 x 100.000 abitanti.

Un articolo di

Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari

Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari

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