È possibile integrare modelli psicologici e sistemi di intelligenza artificiale per sviluppare percorsi di crescita personalizzati in ambito lavorativo, coerenti con le risorse di ciascuno e con gli obiettivi e i valori dell’organizzazione? Sembrerebbe proprio di sì. Ed è quello che da qualche tempo studia il centro di ricerca interdisciplinare PsyLab - Psychology, Law and Policy Lab, diretto dalla professoressa Patrizia Catellani. PsyLab, con l’utilizzo degli algoritmi dell’IA e grazie al contributo di docenti, manager, psicologi ed esperti di risorse umane, sta mettendo a punto nuovi modelli e percorsi capaci di tradursi in sistemi automatici che supportano la crescita dei lavoratori e del contesto aziendale in cui operano.
Alcune di queste innovative esperienze, sviluppate da aziende di rilievo nei rispettivi settori, sono state illustrate mercoledì 5 giugno durante il workshop “Intelligenza artificiale per la crescita delle persone e delle organizzazioni”.
GSO Consulting, Mylia – The Adecco Group, illimity Bank e Porsche Italia sono aziende che hanno accettato la sfida di sperimentare nuove forme di integrazione tra i modelli psicologici e i più recenti sviluppi dell’intelligenza artificiale. «Tramite la loro collaborazione, abbiamo potuto prendere in esame quattro diversi ambiti di attività: sviluppo dei talenti; crescita della performance lavorativa; percorsi di crescita personalizzati; self coaching & training», ha spiegato Patrizia Catellani, promotrice dell’iniziativa con Marco Piastra, docente di Artificial Intelligence e Deep Learning all’Università di Pavia, dopo i saluti introduttivi del preside della Facoltà di Scienze politiche e sociali, Guido Merzoni, e della direttrice del Dipartimento di Psicologia, Antonella Marchetti.
La ricerca ottimizzata dei talenti è stato il primo ambito in cui si è concentrato PsyLab. L’obiettivo è stato identificare con test innovativi la presenza di specifici potenziali di sviluppo nelle persone, con la possibilità di proiettare queste misure in modelli probabilistici con una prospettiva interessante per la crescita delle persone stesse. L’esito è stato “Beehive”, l’innovativo test messo a punto da Gso Consulting, un test che, continuamente aggiornato, consente di calcolare la probabilità di effettiva presenza di ciascuno dei potenziali considerati.
Il secondo ambito, analizzato e sperimentato da illimity Bank, ha riguardato invece la possibilità di descrivere e prevedere l’evoluzione nel tempo di traiettorie ottimali in ambito di performance lavorativa, con percorsi di sviluppo basati su dati quantitativi rilevati al momento dell’assunzione e periodicamente durante gli assessment aziendali.
Il terzo ambito ha riguardato l’individuazione di percorsi di sviluppo personalizzati e ottimali. In particolare, Mylia – The Adecco Group, a partire da misure di autovalutazione di un campione di lavoratori ha costruito lo strumento Aheda, che permette di individuare percorsi di sviluppo personalizzati e ottimali, utili per interventi di formazione e di coaching in contesto lavorativo.
Infine, il quarto ambito, sviluppato da Porsche Italia, è stato dedicato alla possibilità di esercitarsi efficacemente con tool che consentono di avere feedback personalizzati, monitorando se stessi, sui propri punti di forza e di debolezza relativamente all’attività lavorativa svolta, ad esempio nel campo della vendita, favorendo percorsi di autoapprendimento.
A raccontare il frutto delle quattro innovative esperienze sono stati Sabrina Salvati di GSO Consulting, Francesca Quintiliani di Mylia – The Adecco Group, Marco Russomando di illimity Bank e Valentina Zelco di Porsche Italia. Dai loro contributi sono emersi interessanti spunti sull’applicazione pratica dei modelli proposti in sede aziendale. Tra questi: i contenuti generativi dell’IA, le modalità di uso di ChatGPT, i rischi e le opportunità, il controllo umano delle macchine, la possibilità di cogliere il profilo evolutivo delle persone, gli strumenti motivazionali, il talento personale preservato e valorizzato in azienda con modalità trasparente degli strumenti utilizzati per coglierlo e promuoverlo, il sapersi muovere in contesti di incertezza e instabilità, la multipolarità dei dati quale elemento utilissimo, il rapporto tra risorse umane e formazione, come stare bene in azienda ed esprimere le risorse personali nella dinamicità del contesto con cui interagire, la sfida di non fare corsi “a catalogo”, ma corsi su misura e di accompagnare le persone nel processo di apprendimento portandoli verso l’eccellenza e avendo come obiettivo la centralità del cliente.
Un dibattito stimolante che ha messo in evidenza un utilizzo vantaggioso e benefico dell’IA, quando posto al servizio delle persone e delle organizzazioni, attento alle motivazioni e alle esigenze di ciascuno. In pratica, le aziende devono concretamente poter rispondere alle aspettative di crescita, di sviluppo e di piena realizzazione professionale dei dipendenti in un percorso di ricerca di senso. Ormai, «si va sempre più nella direzione di una personalizzazione dei percorsi di sviluppo lavorativo valorizzando l’unicità delle persone e ciò richiede una apposita responsabilità da parte di chi deve sostenere tali percorsi. Di qui il ruolo cruciale delle nuove tecnologie», ha specificato la professoressa Catellani. «Questo perché le accresciute possibilità di raccolta e analisi di dati o i nuovi modelli di previsione non solo possono essere applicati al percorso di sviluppo di molte persone ma sono anche in grado di adattarsi alle caratteristiche di ogni singola persona».
In conclusione, tutto deve concorrere affinché il percorso verso la realizzazione lavorativa di ciascuno non sia un percorso preconfezionato, ma al contrario un percorso continuamente negoziato e ridefinito sia dal singolo sia da chi lo supporta nella ricerca di piena realizzazione e benessere.