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Gemelli Capobianco, una giornata da doppio 110 e lode

26 maggio 2022

Gemelli Capobianco, una giornata da doppio 110 e lode

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Il prestigio dell’Università. Le eccellenti strutture del Campus. La possibilità di svolgere i tirocini professionalizzanti nel più grande ospedale d’Italia: il Policlinico Gemelli. Sono state tutte queste opportunità che i fratelli Capobianco sono stati felici di cogliere e soprattutto soddisfatti di aver vissuto nei loro anni da studenti universitari. Uniti dalla vita perché fratelli gemelli, Emmanuele ed Ivan hanno raggiunto insieme anche il traguardo della laurea; si sono infatti laureati entrambi, nello stesso giorno, con 110 e lode alla Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica. Una Facoltà in cui hanno ricevuto un'ottima preparazione e dove hanno appreso quanto sia fondamentale per un medico, oltre ad una rigorosa formazione, l’attenzione all’essere umano. La doppia testimonianza dei gemelli Capobianco parla di un sogno realizzato, del riconoscimento di tanti sacrifici e oggi anche dell’orgoglio di far parte della Community Alumni dell’Università Cattolica.


Gemelli nella vita e nel percorso accademico. Ivan ed Emmanuele Capobianco, 25 anni, siciliani di Ravanusa, si sono laureati lo stesso giorno. Lo scorso 10 marzo, al campus di Roma dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, presso la Facoltà di Medicina e chirurgia. Anche il voto è stato lo stesso per entrambi: 110 e lode. Differente, ovviamente, la tesi: Ivan si è laureato discutendo un elaborato in Gastroenterologia, sul Ruolo di OCTN1 nella patogenesi della Colite Ulcerosa e suo potenziale utilizzo come marcatore predittivo di risposta al trattamento, svolto con il professor Antonio Gasbarrini come relatore e il professor Franco Scaldaferri come correlatore.

Sindrome da bassa T3 nelle malattie croniche: ruolo dell’irisina nella modulazione dei sistemi antiossidanti è il titolo invece della tesi in Endocrinologia che Emmanuele ha realizzato sotto la guida del professor Antonio Mancini come relatore e del professor Andrea Silvestrini come correlatore.

Se si guardano in dietro e ripensano al tempo trascorso alla Facoltà di Medicina è comune il ricordo di «anni di studio molto impegnativi, anni di privazioni ma al tempo stesso anni ricchi di molte belle esperienze di crescita personale e professionale».

«Soprattutto all’inizio – sottolinea Ivan - trovandoci per la prima volta a vivere fuori casa, non è stato semplice adattarsi alla vita da fuorisede e ai ritmi di un corso di laurea così arduo. Ci siamo trovati a confrontarci con eccellenti colleghi provenienti da tutta Italia. Andando avanti, un passo alla volta, abbiamo acquisito sempre più consapevolezza dei nostri mezzi e questo ci ha permesso di concludere brillantemente il nostro percorso».

Un percorso che è sempre stato a doppio binario per i gemelli Capobianco che si sono diplomati insieme, con il massimo dei voti, al liceo scientifico “Giudici Saetta e Livatino” di Ravanusa (provincia di Agrigento) e insieme hanno affrontato le selezioni per immatricolarsi alla Facoltà di Medicina per poi, sempre insieme, trasferirsi a Roma per iniziare il corso di laurea nel campus di Roma dell’Università Cattolica.

Un articolo di

Graziana Gabbianelli

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«All’inizio dell’ultimo anno del liceo – raccontano Emanuele e Ivan - ci siamo trovati a scegliere quale percorso intraprendere per il futuro. Lo studio delle materie scientifiche, della biologia e dell’anatomia in particolare, aveva già fatto nascere in noi il desiderio di studiare Medicina. Così abbiamo iniziato a prepararci per il test nazionale che si sarebbe svolto a settembre, ma in primavera c’era già la possibilità, prima del diploma di maturità, di fare il test a Milano al San Raffaele di Milano e a Roma alla Cattolica. Nonostante il grande numero di partecipanti abbiamo superato entrambi i test d’ammissione, ma abbiamo scelto subito di studiare in Cattolica, senza nemmeno provare il test per la Statale. Oltre al fascino della città di Roma, l’eccellenza e il prestigio dell’Università, unitamente alla possibilità di svolgere i tirocini professionalizzanti nel più grande ospedale d’Italia, il Policlinico Gemelli, ci hanno convinto che era un’occasione che non potevamo assolutamente perdere».

E negli anni, via via, è stata un’occasione che si è rivelata positiva sia per le esperienze formative che ha offerto, sia per le conseguenti opportunità di crescita e maturazione a livello personale, come affermano infatti Ivan ed Emmanuele: «La sana competizione di tutto l’ambiente universitario ci ha spinto a dare sempre il massimo, le eccellenti strutture del campus della Cattolica e il Policlinico Gemelli ci hanno permesso di ricevere una formazione quanto più completa possibile della quale siamo oggi, da laureati, molto soddisfatti».

Un’ottima formazione dovuta soprattutto all’incontro di docenti molto preparati, tra i molti conosciuti nel loro percorso, l’alumnus Ivan ricorda in particolare «le lezioni del professor Antonio Gasbarrini che hanno contribuito a determinare la scelta del mio percorso di tesi e che mi ha portato a conoscere un fantastico gruppo di persone. All’inizio del quarto anno di corso, dopo tre anni studio di “preclinica”, le sue lezioni introduttive del corso di Gastroenterologia sul microbiota intestinale, mi hanno aperto al mondo della clinica e fatto scoprire la bellezza della Medicina». Per l’alumnus Emmanuele invece determinante è stata la figura del professor Antonio Mancini «che mi ha fatto appassionare all’Endocrinologia e fatto comprendere l’importanza del ruolo del medico, anche grazie al suo approccio molto umano con i pazienti».

«Nella medicina iper-specialistica di oggi è infatti fondamentale non dimenticare di guardare il paziente secondo un’ottica olistica, valutandolo in tutta la sua complessità. Inoltre, essere in grado di mettere insieme il lato scientifico della medicina con quello umano, è sicuramente una caratteristica in più per un medico - osservano quasi all’unisono Emmanuele ed Ivan, sottolineando anche l’importanza assunta oggi dalla comunicazione -  un grande obiettivo del medico deve essere quello di comunicare bene il proprio sapere alle persone e conquistarsi la piena fiducia dei pazienti».

Del ruolo rassicurante e di punto di riferimento rivestito, da sempre, dal medico rispetto una comunità, i fratelli Ivan ed Emmanuele ne hanno già avuto un assaggio nel corso della crisi sanitaria da coronavirus che ha investito l’intero Paese e il resto del mondo: «La pandemia ha portato l’incertezza nelle vite di tutti noi. Ci sono stati momenti in cui lo sconforto ha rischiato di prendere il sopravvento, anche per via del bombardamento mediatico di notizie sempre negative. In questo senso trovarci a essere agli ultimi anni del corso di laurea in Medicina ha aiutato molto. Ci ha permesso di comprendere meglio alcuni meccanismi e di pensare con ottimismo e fiducia alla via d’uscita. Siamo stati un punto di riferimento per la famiglia e gli amici, e questo ci ha fatto comprendere come la figura del medico diventa fondamentale nei momenti di difficoltà, non solo per le malattie fisiche ma anche da un punto di vista emotivo, umano».

Attualmente i gemelli Capobianco si stanno preparando per il test di ammissione alla specializzazione, Ivan aspira a diventare gastroenterologo, Emmanuele endocrinologo. Nel loro futuro da medici ci sarà sempre l’orgoglio di aver studiato all’Università Cattolica del Sacro Cuore, di essersi laureati in una Facoltà di Medicina e chirurgia riconosciuta per la sua alta qualità accademica e per essere un riferimento internazionale per la ricerca scientifica.

Ma nel loro futuro da medici ci sarà sempre anche il ricordo di una foto - scattata davanti gli Istituti biologici della Facoltà - il primo giorno della loro carriera universitaria a Roma: «Eravamo con i nostri genitori ed era il 2015, questa foto è rimasta impressa nella nostra mente per tutti questi anni. Essere riusciti a ripeterla sei anni e mezzo dopo, con le due corone d’alloro in testa, è stato davvero incredibile». Ma soprattutto è stata una bella soddisfazione per tutta la famiglia Capobianco.

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