NEWS | Ateneo

Gli studi universitari, un armadio in cui trovare soluzioni

14 dicembre 2023

Gli studi universitari, un armadio in cui trovare soluzioni

Condividi su:

«Festeggiate! Avete raggiunto un traguardo che deve essere sempre celebrato perché è sinonimo di crescita». È l’augurio che Marina Natale, consigliere di amministrazione di diverse società e alumna dell’Università Cattolica, ha rivolto ai 26 neodottori che lunedì 4 dicembre nell’Aula Magna dell’Ateneo hanno ricevuto la laurea triennale in Economia dei mercati e degli intermediari finanziari della Facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative.

«Ho tanti ricordi vivi e piacevoli di quest’Università, dove oggi sono ritornata dopo più di trent’anni. E devo dire che mi fa piacere diventare un pezzettino del vostro ricordo di questa importante giornata», aggiunge la manager che in Cattolica si è laureata in Economia, discutendo una tesi sulla produttività del lavoro delle aziende bancarie, un titolo in un certo senso premonitore di quella che sarebbe stata la sua futura carriera professionale.  

«Come nella tradizione anglosassone, per celebrare questo importante momento, abbiamo pensato a un “Graduation Day”, una cerimonia che rappresenta un punto di arrivo, visto il risultato finale raggiunto, ma anche di partenza, una sorta di “Commencement Day”, poiché apre a nuovi traguardi», dice la preside di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative Elena Beccalli, nella veste di presidente della Commissione di laurea, costituita dai professori Giulio Anselmi e Gianluca Mucciarone. «Tanti di voi avranno già iniziato nuovi percorsi in Cattolica o all’estero, l’importante è che quel bagaglio tecnico e identitario che nel percorso della laurea triennale abbiamo cercato di trasferirvi sia sempre con voi».

 

 

Proprio come ha saputo fare Marina Natale durante tutta la sua carriera. Un impegno, il suo, sempre rigoroso, costante, che l’ha portata a ricoprire posizioni apicali prima in Unicredit, la banca in cui ha lavorato per oltre trent’anni, fino al ruolo di ceo ad Amco, la public company di crediti deteriorati italiani. Più di 35 anni di attività in cui la banca - come gestore del rischio di credito, del rischio di tasso, del rischio di cambio e così via dicendo - è sempre stato il suo pane quotidiano.

«Mi sono laureata al termine di un corso di quattro anni, visto che ai miei tempi non c’era l’opzione del 3+2», racconta Natale. «La mia tesi era sulla produttività del lavoro delle aziende bancarie. Ci credevo a tal punto che dopo un mese dalla laurea già lavoravo in banca. E ci sono rimasta per trent’anni. Una realtà che però è cambiata così tante volte e un settore che si è trasformato così tanto che è come se avessi lavorato in mille banche. Ho conosciuto il mondo della banca, dell’assicurazione e dell’asset management. Mi sono approcciata a tutti gli strumenti finanziari che continuavano a cambiare nel tempo». La manager ricorda la sua partecipazione al processo di privatizzazione di Unicredit, un tempo posseduta dallo Stato come tutte le altre grandi banche, quindi alla quotazione della stessa alla borsa valori di Milano, succeduta dalla fase delle acquisizioni.
«Abbiamo cominciato ad acquisire sportelli e banche in Italia e sono stata per molto tempo viaggiatore e guidatore di un’avventura di crescita che ci ha portato dall’Italia all’Est Europa e da qui al Centro Europa, Germania, Austria e anche negli Stati Uniti, con l’acquisizione di un asset management. Una crescita, un’espansione, un entusiasmo, un’eccitazione che consentivano veramente di essere soddisfatti ogni giorno dei successi e dei traguardi raggiunti».

Insomma, un periodo di grande crescita che la crisi del 2007 ha spazzato via. «Ho visto la crisi finanziaria che ha investito tutto il settore bancario, inclusa la banca in cui lavoravo. Mi sono dovuta reinventare, passando da una storia di acquisizioni a una di aumenti di capitale per rafforzare il patrimonio della banca e dare sicurezza alla nostra clientela». Ecco allora, continua Natale, che «mi sono occupata di vendere anche la banca in Polonia che mi era costata tanta fatica nella fase di acquisizione! Nell’ultimo anno in Unicredit, poi, ho seguito la cessione di un portafoglio di crediti deteriorati. Una transazione che mi ha in qualche modo introdotto alla mia seconda nuova avventura, quella di amministratore delegato di una realtà, Amco, che si occupa essenzialmente dell’acquisto di portafogli deteriorati dalle banche, con l’obiettivo di consentire alla banca di liberare risorse per fare sviluppo dell’economia reale».

E in questi lunghi anni di attività che ruolo ha avuto la formazione ricevuta in Cattolica? «All’inizio ero veramente convinta che l’università non mi servisse a nulla perché ricevevo richieste e domande a cui non sapevo rispondere. Poi a poco a poco, giorno per giorno era come disporre di un armadio in cui avevo accumulato una serie di strumenti e di informazioni di cui ero equipaggiata: un armadio in cui andavo a pescare». Insomma, rimarca Natale, «l’Università forma e vi consente di affrontare problemi che non avete conosciuto nel dettaglio nei vostri studi universitari, ma che riuscirete a risolvere proprio in virtù del percorso che avete frequentato». E rivolgendosi alla platea dei giovani neodottori, Marina Natale dà un ultimo consiglio: «Oggi ho cercato di condividere con voi la gioia e il successo delle mie esperienze professionali, ma non aspetterei 35 anni, come ho fatto io, per ritornare nella propria Università. Tornate prima e spesso, mantenendo vivo il legame con l’Ateneo e i docenti che vi hanno formato».

Un articolo di

Katia Biondi

Katia Biondi

Condividi su:

Newsletter

Scegli che cosa ti interessa
e resta aggiornato

Iscriviti