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I colori dell’arcobaleno, bandiera della pace

21 dicembre 2023

I colori dell’arcobaleno, bandiera della pace

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Mancano pochi giorni a Natale, le luci illuminano le nostre strade e l’augurio degli angeli “pace in terra agli uomini di buona volontà” risuona invano: come 2000 anni fa siamo di fronte a un bambino nato a Betlemme, anzi a migliaia di bambini, che nel buio del Medio Oriente, sono sopraffatti da ignobili sofferenze dovute alla guerra.

Un contributo per affrontare i loro drammi e promuovere sentimenti di pace, viene dai volontari dell’Associazione Francesco Realmonte e dagli studenti del master “Relazione d’aiuto in contesti di sviluppo e cooperazione” supportati dai ricercatori di RiRes- Unità di ricerca sulla Resilienza del dipartimento di Psicologia che da settembre stanno operando nell’ambito del progetto “Osare la pace”, promosso da Focsiv e Caritas Italiana nel difficile contesto del Medio Oriente. Questa sfida è stata raccolta promuovendo laboratori ludico-espressivi per permettere ai bambini di avviare processi delicati di narrazione e significazione della terribile realtà che stanno vivendo. Il progetto si richiama a quanto dichiarato nel 1945 dall’UNESCO nell’immediato dopoguerra: “Poiché le guerre nascono nella mente degli uomini, è nello spirito degli uomini che devono essere poste le difese della pace”. 

Per operare tale processo sono stati creati e proposti ai bambini dei silent books originali, senza parole, con l’obiettivo di offrire uno spazio sicuro, quello dell’immaginazione, all’interno del quale sentirsi accolti e trovare strategie per affrontare le paure, un “altrove” dove è possibile scoprire e condividere pensieri, anche quelli più dolorosi, ed avviare così un processo di rielaborazione e di resilienza.

A questo fine, e per contribuire, seppur limitatamente, alla diffusione di una cultura della pace, nell’ambito del progetto sono stati scelti in Siria, due contesti educativi particolarmente sensibili al tema del dialogo e della riconciliazione: la scuola di Nebek el-Qalamun Kindergarten sponsorizzata dalla Comunità monastica di Deir Mar Musa creata da Padre Paolo Dall’Oglio e ad Aleppo la Fondazione Marista di Solidarietà Internazionale. Grazie a laboratori creativo-espressivi, alle storie illustrate e alla loro grande libertà interpretativa, si stanno accompagnando 200 bambini ad immedesimarsi nei personaggi della storia per intuire le cause che possono portare ad un conflitto e le ragioni che lo scongiurerebbero. Attraverso la narrazione è per loro così possibile visualizzare, verbalizzare e condividere preoccupazioni e paure che fanno fatica ad accettare e comprendere; a capire inoltre che la pace non è solo assenza di guerra ma confronto armonico tra persone. Per dirla con Papa Francesco: “riconoscere la possibilità che l’altro apporti una prospettiva legittima, qualcosa che si possa rivalutare anche quando c’è stato uno sbaglio o si è agito male” (Fratelli Tutti, 228).

Le illustrazioni dei due libri L’arcobaleno della pace e Il gufo Orazio, curati rispettivamente da Veronica Hurtubia e Francesca Giordano con Alessandra Cipolla, narrano la storia di vari animali che vivono nel loro mondo chiuso dove ad un certo punto sorgono problemi che generano tristezza e preoccupazione, iniziano i conflitti ed è difficile capirne il senso. La situazione di paura prima individuale poi collettiva sfocia in una guerra che porta a comportamenti distruttivi. Infine, saranno i talenti personali, la creatività positiva dei Topolini, la saggezza del gufo Orazio, il dialogo e la condivisione che permetteranno di trovare soluzioni pacifiche.

La riflessione sulle diverse immagini e parole condivise portano i bambini ad una concettualizzazione comune e condivisa della pace. I racconti li aiutano a trovare i giusti comportamenti quando di fronte a situazioni indesiderate, gelosie e competizioni si diventa nemici. I laboratori con i silent books in zone di guerra alimentano, così, partendo dai bambini, la consapevolezza che di fronte alla distruzione sono solo il dialogo faticoso ma possibile, la collaborazione e la cooperazione che permettono di ripristinare qualcosa di bello e di valore da condividere come la pace. 

Si possono anche raccontare storie colorate da personaggi e situazioni di vita che rimandano alla propria esperienza. Come quella del topolino rosa, l’uccellino giallo, il pinguino blu e il serpente verde che atterrarono in un mondo sgargiante di colori. Per festeggiare, si misero a giocare a nascondino. Il topolino rosa si nascose tra i petali di un giardino tutto rosa. Il pulcino giallo si acquattò in un campo tra le bionde spighe del grano. Il pinguino blu si infilò tra i filari di un vigneto dai grappoli blu succosi. Il serpente verde decise di acciambellarsi in un orto sotto le foglie dell’insalata. Erano talmente contenti che nessuno dei quattro cercò gli altri tre, finché non venne sera. Allora si accorsero che a ciascuno mancava qualcosa. Il topolino rosa, stanco di annusare fiori, aveva il pancino vuoto. L’uccellino giallo, stufo di beccare il grano, desiderava lisciarsi le penne tra i fiori. Il pinguino blu aveva succhiato l’uva ma ora voleva masticare una manciata di grano. Il serpente verde si era fatto una scorpacciata di insalata e sentiva una gran sete. Complice il buio, andarono ciascuno nel nascondiglio dell’altro e di nascosto staccarono quello che gli mancava. Quando si alzò il sole, i quattro amici si accorsero dei petali strappati, delle spighe svuotate, dei grappoli spremuti e dell’insalata rubata. Allora lanciandosi con rabbia sul terreno dell’altro, lo fecero a pezzi. Solo quando si fermarono, videro che ora non c’era più un giardino, un campo di grano, un vigneto e un orto, ma tanti coriandoli colorati che luccicavano al sole. Per ricostruire il mondo bellissimo che avevano rovinato, provarono a mettere in fila tutti quei coriandoli in un grosso puzzle color arcobaleno. E quel disegno, ancora oggi, è la nostra bandiera della pace.
 

Un articolo di

Cristina Castelli

Cristina Castelli

già ordinario di Psicologia dello sviluppo

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