NEWS | Speciale Tokyo 2020

I Giochi diano un significato forte nella Storia del nostro tempo

16 luglio 2021

I Giochi diano un significato forte nella Storia del nostro tempo

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Come saranno questi Giochi olimpici disputati in un anno non olimpico, in un mondo non ancora del tutto uscito dai danni, dai timori e dai pericoli dalla pandemia? Riusciranno a esprimere lo stesso entusiasmo, la stessa passione, lo stesso coinvolgimento che sono stati propri della manifestazione in tutte le sue passate edizioni, anche in quelle che a posteriori appaiono inserite in derive tragiche? Certo le limitazioni inevitabili poste dalle istituzioni non possono lasciarci indifferenti.

L'assenza del pubblico presente alle manifestazioni e ancor più il divieto di entrare in Giappone per gli stranieri rischiano di mettere in crisi alcune delle componenti fondamentali del movimento olimpico: la dimensione della festa e l’occasione di conoscenza, di convivenza, di scambio culturale tra cittadini di paesi diversi, lontani tra loro. Questo scambio riguarderà solo gli atleti, come avveniva nelle primissime edizioni decoubertiniane del primo Novecento, al massimo gli addetti ai lavori, ma non le grandi masse di appassionati, che sono parte dei Giochi ormai da decenni, dalla metà del secolo scorso, quando sono incominciate quelle che Stefano Jacomuzzi nella sua Storia delle Olimpiadi definisce “le grandi parate”.

L’auspicio è che insieme con il grande pubblico non sparisca anche il luogo dell’avvenimento, che l’edizione 2020 non diventi un’edizione virtuale, ridotta alla sua riproduzione televisiva, priva di radicamento nel contesto della città prescelta. Le città nella storia dei giochi olimpici sono sempre state un elemento essenziale, ricco di significati, sia nel loro aspetto paesaggistico e urbanistico sia per la loro storia, per il loro valore simbolico. La Atene della nascita di giochi moderni, la Londra del 1948 sopravvissuta all’incubo della seconda guerra mondiale, la Melbourne simbolo della quella che ancora non si chiamava globalizzazione, la Roma delle architetture classiche inserite nel boom economico e nella dolce vita, Città del Messico e le sue contraddizioni atmosferiche e sociali, la verdissima, ecologica Montreal, Mosca con la cerimonia inaugurale in versione realismo socialista, la Barcellona che celebra Colombo e la movida catalana, Atlanta della CNN della Coca Cola in cui Mohamed Alì cancella Via col vento, i grattacieli di Pechino, Rio lussureggiante e in grande sviluppo economico e sociale.

Come dimenticare in questo frettoloso elenco il senso profondo della precedente scelta di Tokyo, nel 1964, il progetto di riconciliazione, di superamento del tragico passato con la fiaccola e l’accensione del braciere affidati a un giovane nato a Hiroshima nel giorno fatale. Al di là del valore delle prestazioni, dei risultati tecnici, dello spettacolo agonistico, il compito fondamentale di questa delicata edizione nipponica sarà quello di dare all’Olimpiade un significato altrettanto forte nella storia del nostro tempo.

Un articolo di

Giorgio Simonelli

Giorgio Simonelli

Docente di Teoria e tecniche del linguaggio giornalistico - Università Cattolica

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