Nicola Gadaleta e Nicolangelo D'Acunto, 2021
«Se infatti sono stato ammesso in Collegio – fa presente l’ex agostino Nicola - è stato perché facevo teatro e grazie ai numerosi progetti dell’Assistente Pastorale, don Daniel Balditarra, ho potuto continuare a praticarlo sino a dirigere la compagnia teatrale con tre mie produzioni. Prezioso è stato inoltre l’arricchimento ricevuto dalle conferenze, dai seminari, dai pellegrinaggi, dai viaggi come quello in Terra Santa, sino ai più semplici dibattiti o occasioni di svago insieme con i miei compagni di Collegio, che oggi posso ancora annoverare tra i miei più cari amici». Ma c’è un aneddoto che Nicola ci tiene a raccontare a dimostrazione di quanto sia stato importante il tempo trascorso e vissuto in Cattolica: «Mia nonna mi diceva che spesso di notte le capitava di sognare quei magnifici anni universitari e che il ricordo fosse, inevitabilmente, intriso di forte nostalgia. Mi ha fatto molta impressione quando la medesima cosa è successa anche a me e spesso continua a ripresentarsi».
Un secondo fattore che unisce il percorso universitario degli alumni Liliana e Nicola è il forte attaccamento alla comune città d’origine: Molfetta. Liliana, infatti, si è laureata con una tesi dal titolo “Ricerca sulla realtà economica in Puglia con particolare riguardo alla proprietà terriera. Molfetta nel 1813 e nel 1953” mentre Nicola ha discusso la sua tesi magistrale sul tema “Vescovi e capitolo cattedrale a Molfetta nei secc. XIV e XV (1386-1495)”, entrambi hanno approfondito la storia della città di Molfetta, nonna Liliana da un punto di vista economico-sociale, il nipote Nicola invece privilegiando il lato ecclesiastico-istituzionale. A proposito Liliana ricorda di quando si presentò dal suo relatore, il professor Francesco Vito, docente di Economia politica, con il titolo per la tesi già pronto ed egli «mi disse che per uno studio sui catasti murattiani del 1813 nel mio paese sarebbe stato utile che mi rivolgessi anche a studiosi di Bari, come Vincenzo Masi. Un grande aiuto lo ricevetti anche dal bravissimo professor Siro Lombardini, allora assistente di Vito”.
A fronte di questa comunanza di studi il nipote si è spesso domandato se ciò “non fosse un modo, seppur velato, di voler applicare le conoscenza apprese in Cattolica all’interno del contesto e del territorio in cui erano vissuti e cresciuti».
Perché sicuramente, per entrambi gli alumni della Facoltà di Lettere e Filosofia, gli anni di studio nell’Ateneo del Sacro Cuore hanno rappresentato tappe fondamentali di un doppio percorso di crescita e formazione accademica e spirituale. Nicola, infatti, dopo la laurea triennale, non ha avuto dubbi nel voler continuare a studiare in Cattolica per la sua magistrale. Una scelta dettata dal bisogno di completare, dopo il triennio, una preparazione altamente qualificata e sicuramente gratificata dai tanti docenti conosciuti che sono stati, molto spesso, veri punti di riferimento. Alla professoressa Mirella Ferrari, allieva del professor Ezio Franceschini e oggi emerito di Letteratura latina medievale, Nicola è infatti grato per «l’apprendimento di un metodo rigoroso d’indagine, l’attenzione a non sottovalutare neanche il benché minimo dettaglio ed infine la forza d’animo nel saper condurre la propria ricerca con tenacia ed entusiasmo. Tutto ciò l’ho imparato nei mesi di preparazione per i suoi esami e poi nella scrittura della tesi triennale». Così come a Maria Pia Alberzoni, docente di Storia medievale e relatrice della sua tesi magistrale, l’alumnus Nicola - oggi dottorando presso la Scuola Superiore di Studi Storici dell’Università di San Marino – non può essere che grato per averlo indirizzato “con grande sapienza” lungo i suoi attuali temi di ricerca di dottorato. Alla professoressa Alberzoni è riconoscente inoltre per «la possibilità di aver svolto due esperienze di ricerca all’estero, in Germania, che si sono rivelate fondamentali per i miei studi. La prima alla Katholische Universität di Eichstätt-Ingolstadt, la seconda presso la Bergische Universität Wuppertal, dove attualmente lavoro come collaboratore scientifico della cattedra di Storia medievale».
Per «aver appreso un metodo innovativo nell’interpretazione delle fonti e una nuova lente nell’analisi dei fenomeni storici, secondo le tendenze della medievistica odierna» Nicola si sente di dover invece ringraziare il professor Nicolangelo D’Acunto, supervisore scientifico al Centro Universitario Cattolico dove tutt’oggi è borsista. Sono tanti i legami che ancora uniscono l’alumnus Nicola alla sua Università: dal ricordo dei docenti alla collaborazione con l’Istituto Toniolo di Studi Superiori come delegato dell’Ateneo nella diocesi di provenienza, all’appartenenza all’associazione Agostini semper degli ex studenti del Collegio Augustinianum.
Le testimonianze di nonna Liliana e di suo nipote Nicola rivelano entrambe come una laurea in Cattolica – seppure in anni ed epoche diverse – sia un forte strumento di affermazione nella realtà sociale e professionale e rappresenti un patrimonio di valori e conoscenze in grado di unire generazioni e aprire al mondo.
(nella foto grande in alto: Laurea Liliana Gadaleta, 1954)