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La mezzanotte nucleare in pellicola

21 febbraio 2023

La mezzanotte nucleare in pellicola

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Il primo anniversario della guerra tra Russia e Ucraina ha riaperto nuovi scenari apocalittici che in Europa avevamo quasi archiviato nella memoria. L’incubo di un nuovo conflitto nucleare e la logica dell’equilibrio del terrore appaiono nuovamente affacciarsi al nostro orizzonte esistenziale, così come avevano caratterizzato quello delle generazioni cresciute durante la Guerra fredda. Ma a differenza di quelle generazioni, i giovani di oggi sembrano non avere la stessa contezza del rischio. 

Si basa su questi presupposti l’iniziativa “90 secondi alla mezzanotte” che l'Associazione di studi storici e politici l'AltroIeri promuove all’Anteo Palazzo del Cinema di Milano che ha sposato con grande favore il progetto.

L’idea degli studiosi esperti di relazioni internazionali era quella di dare vita a un ciclo di proiezioni sul tema della guerra nucleare con la consulenza di docenti dell’Università Cattolica, dell’Università di Torino, del Centro sperimentale di cinematografia e dell’Università eCampus.

L’Orologio dell’Apocalisse (Doomsday Clock), che dal 1947 segna per mano degli analisti riuniti attorno al Bulletin of the Atomic Scientists la distanza dalla mezzanotte nucleare, indica, infatti, che solo 90 secondi ci separano da quel momento. L’intento è quello di riflettere sulle modalità di rappresentazione del problema della guerra termonucleare globale attraverso una serie di film frutto della più importante produzione cinematografica della seconda metà del XX secolo. 

Una sorta di cineforum con pellicole distopiche, o drammatiche, o fantascientifiche, o ancora tratte dalla cinematografia giapponese. «Si comincia con i primi film che tracciano scenari futuri in cui è scoppiata la bomba atomica fino ad arrivare a quelli che parlano di terrorismo» - spiega Mireno Berrettini, docente di History of international relations e tra i promotori dell’iniziativa. 

Sono tre le epoche della cinematografia nucleare che il programma vuole analizzare attraverso il cinema, strumento della cultura popolare che mette in sinergia le menti e promuove il dialogo con il tessuto sociale della città.

«La prima è relativa al pericolo della guerra che scoppia tra le grandi potenze. La seconda evidenzia il pericolo di errore insito nell’automatismo dei computer che entrano nei sistemi militari e quindi il minore controllo da parte degli esseri umani. Infine, l’epoca del terrorismo dove, negli anni Novanta, si temeva che l’arsenale dell’Unione Sovietica appena crollata finisse nelle mani dei terroristi. Oggi siamo tornati all’inizio: siamo di fronte all’utilizzo di armi nucleari per risolvere una guerra. Non si tratta più di armi nucleari strategiche, ma tattiche per un utilizzo locale. In ogni caso, se succedesse, sarebbe un punto di non ritorno». 

La rassegna, sempre alle ore 19, all’Anteo Palazzo del Cinema in piazza XXV aprile 8 a Milano, comincerà giovedì 2 marzo con On The Beach - L’ultima spiaggia (Stanley Kramer, 1959) dove interverranno Mireno Berrettini, Giulia Bassi dell'Università di Torino e Tommaso Bernabei del Centro Sperimentale di cinematografia. Il 9 marzo si continuerà con Wargames - Giochi di guerra (John Badham, 1983) con il contributo dei curatori e di Damiano Palano dell’Università Cattolica. Il 16 marzo la proiezione di Testament (Lynne Littman, 1983) sarà affiancata dai curatori e da Paolo Zanini dell’Università di Milano. Il 23 marzo sarà la volta di Grave of the Fireflies - Una tomba per le lucciole (Isao Takahata, 1988) dove parleranno Mireno Berrettini, Giulia Bassi, Marco Teti dell'Università eCampus. Il 30 marzo Crimson Tide - Allarme rosso (Tony Scott, 1995) sarà commentato dai curatori e da Luca Gino Castellin dell’Università Cattolica. Infine il 6 aprile sarà il turno di The Divide (Xavier Gens, 2011) dove interverranno i curatori e Silvio Cotellessa dell’Università Cattolica.

È possibile acquistare i biglietti alle serate a questo link.


 

Un articolo di

Emanuela Gazzotti

Emanuela Gazzotti

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