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La radio, mezzo ancora affidabile e accessibile

13 febbraio 2023

La radio, mezzo ancora affidabile e accessibile

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Altro che Video Killed the Radio Star. Il noto brano dei Buggles che nel 1981 inaugurò le trasmissioni di MTV prevedeva un’imminente perdita di popolarità del mezzo di comunicazione in favore dell’ascesa della televisione. La radio, invece, è più viva che mai e, dal 2012, può anche celebrare oggi, 13 febbraio, la propria Giornata mondiale, istituita dalle Nazioni Unite.

Dalle radio libere alle web radio, fino alla più recente esplosione dei podcast, la comunicazione viaggia ancora attraverso quello strumento, spesso dato per spacciato, ma che invece riesce sempre ad adattarsi ai cambiamenti tecnologici che sembrano ostacolare la sua evoluzione. «Nonostante tutto, la radio resta il mezzo con la capacità di penetrazione più capillare – spiega Alessandro Colombo, giornalista di Radio Veronica One, storica emittente piemontese tra le più longeve d’Italia – e ancora oggi è in grado di tenere compagnia. La ascolti facendo altro e arriva ovunque, dalla macchina ai bar».

Secondo diversi rapporti internazionali, le radio continuano a essere uno dei media più affidabili e accessibili al mondo. «L’informazione radiofonica è molto difficile da fare – continua Colombo – perché, oltre a mantenere una certa cadenza per non risultare mai noioso, bisogna condensare tutte le principali notizie in pochi minuti, riducendo tutto all’essenziale. Credo che sia proprio questo il motivo per cui le persone hanno ancora fiducia nelle potenzialità della radio».

«Nei primi anni Duemila mi sono chiesto se ci fosse davvero un futuro per le radio – ammette Lorenzo Ponzo, speaker di Radio Hitalia Belgio – ma mi sono ricreduto subito. Basta dare un bel colore, accompagnando con dei contenuti e una certa interattività per arrivare alla gente». Come indica il nome, l’emittente trasmette nel sud del Belgio, l’area che comprende Liegi e Maastricht, arrivando poi in streaming fino alla capitale Bruxelles. Ponzo è uno dei tanti operatori della comunicazione che nella settimana di Sanremo affollano la Sala Stampa “Lucio Dalla” per raccontare dall’interno le emozioni del Festival. «È molto seguito dai nostri ascoltatori – racconta senza troppa sorpresa – e, da italiano all’estero, sono contento della direzione che ha preso negli ultimi anni. Molti pensano che la canzone italiana sia rimasta indietro nel tempo; invece, è un piacere sapere che tra i più richiesti dal nostro pubblico adesso ci siano Lazza e Madame. Significa che ci seguono anche i giovani». D’altronde, grazie alla musica la radio è sempre stata una fonte, oltre che di informazione, anche di intrattenimento.

I giovani non svolgono solo il ruolo di ascoltatori. Sono tante le realtà radiofoniche composte da redazioni di ragazzi, seppure alle prime armi. Del nutrito movimento delle radio universitarie fa parte Poli Radio, emittente del Politecnico di Milano. «È accessibile perché chiunque può farne parte – dice la caporedattrice Alessandra Stefanini – e il mondo delle web radio, più libere di parlare di diversi temi utilizzando anche il sito e i social, per molti giovani è il trampolino ideale per scoprire il mezzo, innamorarsene e non abbandonarlo mai. Dalle matricole a chi è in procinto di laurearsi o specializzarsi».

Esistono infine progetti che coinvolgono minorenni: è il caso di Radio Immaginaria, che nelle giornate del Festival della canzone italiana ha animato la Club House di Casa Sanremo. «La redazione accoglie adolescenti dagli 11 ai 17 anni – illustra Roberta Zara, direttrice d’antenna ovvero figura intermediaria tra i ragazzi e i proprietari della radio – ma questo non vuol dire che i nostri prodotti, soprattutto podcast, non possano allargare il nostro target a fasce d’età diverse». L’attività di Radio Immaginaria, in effetti, ha già catturato le attenzioni di giornali e TV di primo piano: un’altra testimonianza che esemplifica la forza di uno strumento unico.

 


Foto di Fringer Cat su Unsplash

Dal nostro inviato

Matteo Galié

Scuola di Giornalismo

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