L’amore per il proprio lavoro è la base su cui fondare la nostra società, aveva detto, qualche anno fa, il Premio Oscar Roberto Benigni. Deve averlo ascoltato attentamente la Generazione Z, perché è sempre più pervasiva l’attenzione dei più giovani verso un settore chiave della nostra società, il non profit, visto già tra i banchi dell’università «come sbocco occupazionale prioritario e intenzionale». Lo spiega Ivana Pais, docente di Sociologia economica, nell’ambito del kick-off della nuova edizione di Vivere il Terzo Settore, il progetto ideato da un gruppo di studenti dell’Università Cattolica (Carlotta Marino, Nicole Fregapane, Giovanni Negri e Silvia Salice), provenienti dalle Facoltà di Psicologia e di Economia. Il progetto offre agli studenti dell’ateneo l’opportunità di conoscere e lavorare in realtà ad alto impatto sociale, in collaborazione con Cattolicaper il Terzo Settore, Stage&Placement e Cattolica International, documentando l’esperienza formativa, con il supporto di TechSoup, attraverso i canali de Il Sole 24 Ore, nella cui redazione gli studenti saranno protagonisti anche di una giornata di formazione.
La fase di selezione per gli stage, round 2025, è aperta. Tra gli studenti che hanno partecipato al progetto, Laura Sconfietti ha svolto lo stage a Dynamo Camp, la fondazione che ha l’obiettivo di offrire gratuitamente programmi di terapia ricreativa a minori affetti da patologie gravi o croniche, disturbi del neurosviluppo o condizioni di disabilità. Laura pensa che «i giovani possano essere determinanti» per il futuro del Terzo Settore. E che «la buona comunicazione» sia sempre più importante nel non profit.