Cercare casa quando si è studenti universitari è diventato sempre più complicato, specie in città come Milano, dove la domanda supera di gran lunga l’offerta e i prezzi non accennano a calare. Ma, come dichiara la professoressa Elena Marta, presidente di EDUCatt, l’Università Cattolica ha scelto di non limitarsi al solo problema economico, pur centrale, e di proporre un’idea diversa di residenzialità: non solo un posto letto, ma un luogo di crescita.
Oggi vivere fuori sede è un’esperienza molto diversa rispetto al passato. Non tutti cercano un alloggio per tre o cinque anni: ci sono studenti Erasmus, chi viaggia solo per esami, chi ha esigenze particolari legate a disabilità, chi cerca soluzioni temporanee o flessibili. Ma, al di là delle differenze, tutti chiedono spazi dignitosi, sicuri, accoglienti, dove potersi sentire “a casa” anche lontani da casa.
In questo scenario, l’Università Cattolica si distingue con un’offerta articolata e accessibile: circa 1.400 posti letto tra Collegi in Campus, Residenze in Città, guesthouse e soluzioni abitative garantite. A Milano, ad esempio, si va da circa 2.300 euro l’anno per le fasce più basse fino a 11.000 euro per camere singole con vitto incluso; a Roma i costi sono inferiori, con una media compresa tra 2.000 e 8.000 euro.
Questo, tra gli altri, il tema al centro della visita in Ateneo della Commissione parlamentare europea HOUS, per cercare soluzioni sulla residenzialità proprio a partire da Milano.
Come ricordato dalla professoressa Elena Marta il vero valore aggiunto è nel progetto formativo che accompagna questa offerta. I collegi dell’Università Cattolica, fin dalla loro nascita, non sono pensati solo come dormitori, ma come comunità educanti: luoghi in cui studentesse e studenti possono crescere, confrontarsi, costruire relazioni e sentirsi parte di un progetto più grande. Iniziative culturali, percorsi di crescita personale, attività di volontariato e spiritualità fanno parte della proposta educativa, costruita insieme agli stessi collegiali.
A tutto ciò si affianca un investimento costante in nuove strutture e ristrutturazioni: dal Nuovo Joanneum a Roma (che arriverà a 250 posti) al rifacimento del Collegio Ludovicianum a Milano, fino al progetto di 70 nuovi posti a Cremona, grazie alla collaborazione con la Fondazione “Arvedi Buschini”.
In cantiere anche idee innovative: le "residenze diffuse", appartamenti a prezzi calmierati con coordinamento dell’Ateneo, o progetti di ospitalità intergenerazionale, dove gli studenti vivono in famiglia offrendo in cambio qualche ora del loro tempo a bambini o anziani.
Il messaggio è chiaro: non si tratta solo di ospitare, ma di accompagnare, di formare persone e cittadini. Perché da come una città e un’università accolgono i giovani si capisce quanto davvero li considerino una risorsa per il futuro.