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Prevenzione e stili di vita al femminile: dalla riproduzione alla Medicina di genere

15 gennaio 2024

Prevenzione e stili di vita al femminile: dalla riproduzione alla Medicina di genere

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Stefania Boccia - Ordinario di Igiene generale e applicata


La prolusione verte sull’uso degli strumenti epidemiologici per descrivere lo stato di salute e i suoi determinanti nella popolazione femminile nel mondo e in Italia, e su come tali informazioni siano fondamentali per chi opera nella Sanità Pubblica al fine di prendere decisioni basate sull’evidenza.

Nello specifico si illustra come all’elevata aspettativa di vita delle donne in Italia sia anche corrisposto un elevato carico di malattia, pari a circa 25 anni della intera vita di una donna. Identificare quindi i fattori di rischio modificabili che determinano tale stato di “disabilità” risulta fondamentale al fine di poter programmare interventi di prevenzione mirati e dunque potenzialmente più efficaci. Nello specifico, si illustra come nelle donne il 55% delle malattie cardiovascolari, che rappresentano la prima causa di morte nelle donne in Italia, siano potenzialmente evitabili agendo su solo 5 fattori di rischio modificabili: fumo, ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, elevato indice di massa corporea e diabete. Lo stesso dicasi per i tumori, che rappresentano la prima causa id morte prematura nelle donne (il 46% evitabile agendo su fattori di rischio modificabili). Risulta pertanto evidente, da queste premesse, come la prevenzione sia sanitaria che non, risulti particolarmente rilevante come strategia per migliorare la qualità di vita delle donne, ma anche rendere il sistema sanitario sostenibile posticipando il bisogno di ricorso alle cure quanto più tardi nell’arco della vita. Si illustrano poi alcuni importanti progetti europei coordinati dalla professoressa Stefania Boccia (foto in alto) che mirano a identificare le più efficaci strategie di prevenzione personalizzata, che, integrate con quelle attualmente in corso (es mammografia), hanno il potenziale di rendere la prevenzione secondaria per le donne ancora più efficace.

Nello specifico vengono illustrati i progetti ExACT (European network staff eXchange for integrAting precision health in the health Care sysTems) e PROPHET (A Personalized Prevention roadmap for the Future healthcare) che mirano a costruire e poi validare un framework che possa servire agli Stati Membri dell’Unione Europea nell’implementazione di tecnologie innovative personalizzate. Vengono poi illustrati due progetti in corso: nel primo, finanziato dal PNRR, persone sane ma a rischio cardiovascolare elevato vengono coinvolte attivamente in uno studio clinico di prevenzione cardiovascolare (progetto INNOPREV, Innovative approaches for personalized cardiovascular prevention: multicentric randomized controlled study and multidisciplinary evaluation for a National Health Service implementation) in cui tramite la valutazione del rischio poligenico ereditario di malattia cardiovascolare e uso di smart watch si mira ad aumentare l’adesione a stili di vita più salutari. Il secondo progetto finanziato dall’Università Cattolica dal titolo “GenerationGemelli” prevede invece l’arruolamento di donne che partoriscono prematuramente al fine di valutarne l’effetto combinato di esposizioni ambientali, legate allo stile vita  e genetiche. In ultimo viene illustrato il basso tasso di fertilità italiano rispetto al resto di Europa, e come questo fenomeno incida anche negativamente sul posizionamento nella carriera delle donne in Italia.

Un articolo di

Redazione

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Antonio Lanzone - Ordinario di Ginecologia e ostetricia


I recenti profondi cambiamenti nello stile di vita al femminile (urbanizzazione crescente, modifiche dello status sociale, inquinanti, nutrizione e disponibilità di risorse) stanno determinando un potenziale impatto negativo sul pattern riproduttivo più della patologia organica finora conosciuta.

I fattori di rischio legati allo stile di vita per infertilità non incidono allo stesso modo nell’uomo e nella donna: da una parte l’uomo è meno suscettibile a tali fattori; dall’altra la donna riconosce alcune disfunzioni riproduttive quali l’amenorrea ipotalamica e la sindrome dell’ovaio policistico che sono nuclei fisiopatologici tipici di genere, relazionabili con ambiente ed epigenetica e che costituiscono basi significative per la premessa di rischi futuri per la salute in generale.

Pertanto, la Riproduzione fa da premessa fondamentale alla Medicina di Genere, rappresentando una significativa possibilità di conoscenza, ma anche di intervento e prevenzione.

In questo ambito la gravidanza e la menopausa hanno un ruolo target in quanto test da sforzo o momento di adattamento per alcuni parametri quali massa ossea e distribuzione peso corporeo.

Va inoltre considerato il ruolo protettivo degli estrogeni e il venir meno di essi alla menopausa, rappresentando di fatto un fattore di rischio di genere per obesità, patologia cardiovascolare, sindrome metabolica, osteoporosi, che proprio per questo trovano la donna più suscettibile.

Da ciò viene affermato il ruolo prevalente della ottimizzazione degli stili di vita nella donna che fin dalla adolescenza la dovrebbero accompagnare sia per essere pronta all’evento riproduttivo e per affrontare la gravidanza in modo ottimale, sia lungo l’arco dell’intero percorso per essere poi più protetta riguardo ai rischi di salute legati al sopraggiungere della menopausa, soprattutto qualora ciò avvenisse in condizioni psico-fisiche non ottimali.

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