Antonio Lanzone - Ordinario di Ginecologia e ostetricia
I recenti profondi cambiamenti nello stile di vita al femminile (urbanizzazione crescente, modifiche dello status sociale, inquinanti, nutrizione e disponibilità di risorse) stanno determinando un potenziale impatto negativo sul pattern riproduttivo più della patologia organica finora conosciuta.
I fattori di rischio legati allo stile di vita per infertilità non incidono allo stesso modo nell’uomo e nella donna: da una parte l’uomo è meno suscettibile a tali fattori; dall’altra la donna riconosce alcune disfunzioni riproduttive quali l’amenorrea ipotalamica e la sindrome dell’ovaio policistico che sono nuclei fisiopatologici tipici di genere, relazionabili con ambiente ed epigenetica e che costituiscono basi significative per la premessa di rischi futuri per la salute in generale.
Pertanto, la Riproduzione fa da premessa fondamentale alla Medicina di Genere, rappresentando una significativa possibilità di conoscenza, ma anche di intervento e prevenzione.
In questo ambito la gravidanza e la menopausa hanno un ruolo target in quanto test da sforzo o momento di adattamento per alcuni parametri quali massa ossea e distribuzione peso corporeo.
Va inoltre considerato il ruolo protettivo degli estrogeni e il venir meno di essi alla menopausa, rappresentando di fatto un fattore di rischio di genere per obesità, patologia cardiovascolare, sindrome metabolica, osteoporosi, che proprio per questo trovano la donna più suscettibile.
Da ciò viene affermato il ruolo prevalente della ottimizzazione degli stili di vita nella donna che fin dalla adolescenza la dovrebbero accompagnare sia per essere pronta all’evento riproduttivo e per affrontare la gravidanza in modo ottimale, sia lungo l’arco dell’intero percorso per essere poi più protetta riguardo ai rischi di salute legati al sopraggiungere della menopausa, soprattutto qualora ciò avvenisse in condizioni psico-fisiche non ottimali.