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Rettore Anelli: «Università abbia la stessa cura che i medici hanno per i sofferenti»

05 novembre 2021

Rettore Anelli: «Università abbia la stessa cura che i medici hanno per i sofferenti»

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Santo Padre,

è con particolare emozione che rivolgo a Lei il vivo e commosso ringraziamento da parte di tutta l’Università Cattolica del Sacro Cuore per averci onorato della Sua presenza nel giorno del sessantesimo anniversario dall’inaugurazione della Facoltà di Medicina e Chirurgia.

Una ricorrenza che cade in un tempo speciale e intenso per il nostro Ateneo perché quest’anno celebriamo i cento anni dalla fondazione, avvenuta nel dicembre del 1921. Si tratta di una coincidenza importante per la nostra storia. Infatti – come ricordava il nostro Assistente Ecclesiastico Generale, S.E. Mons. Claudio Giuliodori – con l’avvio dei corsi di medicina giungeva a compimento il progetto originario di padre Gemelli. Per lui, medico, l’Università dei cattolici italiani non poteva non ospitare una facoltà dedicata agli studi e alla pratica della medicina. Impresa ardua, ma indispensabile, perché, con questo gesto, il nostro fondatore sembra dirci che tutta la nostra opera di studio e insegnamento, in qualsiasi facoltà, deve guardare alle persone con la stessa cura che i medici riservano ai sofferenti: l’esperienza universitaria è infatti un’esperienza di prossimità.

Nel dramma della pandemia ne abbiamo avuto rinnovata certezza. Anzitutto con l’impegno intenso e coraggioso dei medici e del personale sanitario del Policlinico, ma al medesimo tempo con lo sforzo dell’intero corpo docente e del personale dell’Università per non interrompere l’esercizio della missione educativa, per non perdere il contatto con gli studenti e consentire a ciascuno di loro di proseguire il proprio percorso di studi.


Nel corso di questi sessant’anni, la Facoltà di Medicina e Chirurgia ha fatto grandi progressi nell’attività didattica e di ricerca, mantenendo una missione chiara e immutata: unire, come Ella ci insegna, il linguaggio della mente, del cuore e delle mani, e porli tutti al servizio del malato, nel quale si riflette l’immagine dell’umanità.

In tal senso, è significativo ciò che scrive il teologo Tomáš Halík, in un libro di recente tradotto dalla nostra casa editrice universitaria, Vita e Pensiero, quando osserva che, invitando l’apostolo Tommaso a toccare le sue ferite, Gesù gli ha voluto dire che “lì dove tocchi la sofferenza dell’uomo, e forse solo lì, riconoscerai che Io sono vivo, che Io sono”. 

Santo Padre, in questi tempi difficili siamo costantemente confortati e incoraggiati dal Suo Magistero, dai Suoi gesti e dalle parole che ci hanno accompagnato nei momenti più dolorosi per dirci di guardare al male che ci sfidava come a un’occasione per apprendere e riflettere, crescere e migliorare. Mi permetta di ringraziarLa anche di questo, e con particolare affetto, a nome di tutti noi.

Il saluto di

Franco Anelli

Franco Anelli

Rettore Università Cattolica del Sacro Cuore

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