Nel corso di questi sessant’anni, la Facoltà di Medicina e Chirurgia ha fatto grandi progressi nell’attività didattica e di ricerca, mantenendo una missione chiara e immutata: unire, come Ella ci insegna, il linguaggio della mente, del cuore e delle mani, e porli tutti al servizio del malato, nel quale si riflette l’immagine dell’umanità.
In tal senso, è significativo ciò che scrive il teologo Tomáš Halík, in un libro di recente tradotto dalla nostra casa editrice universitaria, Vita e Pensiero, quando osserva che, invitando l’apostolo Tommaso a toccare le sue ferite, Gesù gli ha voluto dire che “lì dove tocchi la sofferenza dell’uomo, e forse solo lì, riconoscerai che Io sono vivo, che Io sono”.
Santo Padre, in questi tempi difficili siamo costantemente confortati e incoraggiati dal Suo Magistero, dai Suoi gesti e dalle parole che ci hanno accompagnato nei momenti più dolorosi per dirci di guardare al male che ci sfidava come a un’occasione per apprendere e riflettere, crescere e migliorare. Mi permetta di ringraziarLa anche di questo, e con particolare affetto, a nome di tutti noi.