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Stefano Bertuzzi, “laureato illustre” dell’Ateneo

22 maggio 2024

Stefano Bertuzzi, “laureato illustre” dell’Ateneo

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“Intensa attività di ricerca, lotta al Covid, presenza internazionale”: sono le motivazioni indicate nella targa di “laureato illustre” che è stata consegnata il 17 maggio in Sala Negri da Oleggio a Stefano Bertuzzi, Chief Executive Officer dell’American Society for Microbiology (ASM), alumnus dell’Università Cattolica del Sacro Cuore dove si è laureato alla Facoltà di Agraria, noto per aver guidato la lotta alla pandemia e missioni per il Governo degli Stati Uniti riguardanti l’accesso ai fondi per i ricercatori europei e americani.

L’iniziativa, organizzata da Alumni Università Cattolica e Associazione Scholars dell’Ateneo, ha onorato un laureato che si è distinto non solo per meriti scientifici ma anche per la testimonianza dei valori appresi in Cattolica «ponendosi come servitore dei fratelli e introducendo all’interno della scienza i valori del cristianesimo come servizio alla società», ha affermato il professor Giuseppe Bertoni, emerito di Zootecnica Speciale e presidente della Fondazione Invernizzi, presentando il premiato e ricordandone l’esperienza americana iniziata con la vincita di una borsa di studio proprio della Fondazione Invernizzi nel 1992.

Il legame con l’Università Cattolica è stato evidenziato nel saluto istituzionale del prorettore vicario Pier Sandro Cocconcelli, che ne ha ricostruito l’odierno panorama caratterizzato da un cambio generazionale e radicale dovuto anche alla pandemia (la chiusura dell’Ateneo, la modalità della didattica on line, la competizione con i docenti virtuali dell’Intelligenza Artificiale). Tutto ciò non ha fatto perdere quella visione aperta e non dogmatica alla base della scienza ma ha maggiormente rafforzato il legame tra ricerca e innovazione, ricerca di base e applicazione, didattica adeguata ai tempi. «L’Università Cattolica si è mossa rapidamente e in dieci anni si è trasformata da università nazionale a università internazionale, aumentando i corsi in inglese, il numero di studenti provenienti da altri paesi e gli scambi con l’estero. Su tale scia è stato implementato il sistema degli alumni avvalendosi di network internazionali e incontri con i nostri laureati, che sono le antenne di quello che succede nel mondo».

L’excursus storico sul senso di una associazione dei laureati della Cattolica è stato svolto dal professor Edoardo Teodoro Brioschi, presidente Associazione Scholars, che ha posto l’accento sulla cura che il fondatore padre Gemelli riservava ai laureati, da lui considerati il frutto più rilevante dell’Università, laici cattolici impegnati nel mondo della cultura e delle professioni per cambiare la società. Per questo nella seconda metà degli anni Venti aveva iniziato a riunire i primi laureati dell’Ateneo, intitolando tale associazione al fido collaboratore Ludovico Necchi, prematuramente scomparso nel 1930. E i laureati ricambiarono la sua attenzione, istituendo dopo la sua morte, avvenuta nel 1959, un premio a lui dedicato per i “migliori laureati”, proprio per valorizzarne il ruolo sociale ed ecclesiale di impegno intellettuale, morale e di testimonianza cristiana.


Il professor Brioschi ha poi ribadito l’impegno specifico degli Scholars, associazione di docenti fuori ruolo dell’Ateneo nata quattro anni fa, nel prestare un’attenzione specifica non ai neo laureati ma ai laureati illustri, cioè a coloro che nel corso di buona parte della vita hanno svolto un impegno professionale ed ecclesiale, innervandosi nella società e mettendo a frutto quei valori ricevuti in Cattolica. Se ai neolaureati viene conferito un “premio alla speranza”, gli Scholars premiano chi già si è posto all’attenzione di tutti. Tre i fattori per diventare laureati illustri: «Non fermare mai lo sviluppo delle conoscenze, testimoniato anche da curricula che evidenziano la costante frequentazione di scuole di specializzazione e post dottorati; considerare le esperienze acquisite che arricchiscono il patrimonio delle conoscenze; coltivare rapporti tra Scholars e laureati».

Sui valori trasmessi dall’Università Cattolica e sulla capacità di coniugare ricerca con educazione si è espresso Stefano Bertuzzi nel suo intervento dedicato all’attualità e alla sua esperienza professionale: «Oggi viviamo un momento geopolitico e sociale confuso. Il ruolo della scienza si confronta con problematiche più grandi dell’uomo. Tecnologia e scienza non sono avulse dai problemi della società».

Traendo spunto dalla sua esperienza negli Stati Uniti, ha poi indicato le caratteristiche dei laureati della Cattolica. «Essere curiosi, avere lo spirito dei pionieri, essere capaci di recepire nuove idee senza adagiarsi sul passato, accogliere le persone che portano queste nuove idee, indipendentemente da dove provengono e dalla loro formazione, in spirito di collaborazione».

Ha infine concluso il suo intervento con una esortazione: «Se i social media rappresentano un mondo tribale dove i dibattiti si risolvono con il tifo da stadio, oggi il nostro ruolo è dire che la ricerca scientifica e tecnologica non solo serve per migliorare la vita ma deve rappresentare il meglio della nostra società. Non è tempo di élite bensì c’è la necessità di ascoltare e lavorare insieme».

Un invito e un impegno sicuramente sentito e appezzato dagli Scholars che, con studenti e neolaureati, hanno assistito a un incontro certamente ricco di spunti e di stimoli.

Un articolo di

Agostino Picicco

Agostino Picicco

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