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Tre generazioni in Cattolica: una lunga storia fra impegno, passione e opportunità

15 dicembre 2022

Tre generazioni in Cattolica: una lunga storia fra impegno, passione e opportunità

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Tutti i laureati dell'Università Cattolica con le loro testimonianze - da studenti un tempo e da professionisti oggi – fanno parte della Community Alumni e compongono la grande storia del centenario Ateneo del Sacro Cuore. La storia della famiglia Melzi d’Eril Sgaravatti ha inizio negli anni ’30 e arriva fino ai nostri giorni. I protagonisti appartengono a tre generazioni, si sono laureati alla Facoltà di Lettere, Lingue, Giurisprudenza e tutti sono soddisfatti della formazione ricevuta.  Francesca, Elisabetta, Margherita, Leone raccontano di professori e studi rigorosi, ricordano un ambiente accogliente e stimolante rievocando amicizie, emozioni ed interessanti esperienze vissute all’estero.


Anni belli, sereni, intensi. Dove alla serietà e all’impegno degli studi, ieri come oggi, ha sempre corrisposto la garanzia di un alto livello di formazione. È questo il giudizio che accomuna il ricordo di tre generazioni di alumni Unicatt e contraddistingue una storia che si snoda tra Milano e Padova, ed è volata fino in Brasile e negli Stati Uniti. Una storia che ha inizio negli anni ’30 con un bisnonno, continua tra nonni e zii, e arriva fino ai nostri giorni con la laurea del pronipote.

In realtà il primo a laurearsi della famiglia Melzi d’Eril all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano è stato Gianpaolo, fratello del bisnonno Francesco, che nel 1929 si è infatti laureato in Giurisprudenza, discutendo una tesi intitolata Il contratto collettivo di lavoro, elaborata con il professor Vittorio Scardovi.

Nel 1932 è stata la volta di Francesco Melzi d’Eril che ha conseguito la laurea in Lettere antiche con il professor Aristide Calderini. Successivamente negli anni l’ingresso di largo Gemelli dell’Ateneo è stato varcato dalle figlie di Francesco: Francesca (classe 1936), Elisabetta (classe 1937) e Margherita (classe 1939) - che hanno scelto la Facoltà di Scienze linguistiche e letterature straniere e quella di Magistero - e poi infine dal pronipote Leone Sgaravatti che ha scelto invece la Facoltà di Giurisprudenza.

«In quegli anni le lingue rappresentavano l’apertura del dopoguerra verso altri paesi e altre culture e a noi sembrava di acquistare un passaporto, utile e importante, studiandole e imparandole» racconta Francesca motivando la scelta della medesima Facoltà per lei e sua sorella Margherita.

Le tre alumnae rammentano, in particolare, l’atmosfera serena che si respirava in Cattolica dove alla serietà delle lezioni, al rigore della formazione non è mai mancato l'attenzione alla persona. «Posso dire che l’Università mi ha formata nel vero senso della parola: mi ha dato oltre alla possibilità di compiere studi seri, anche l’occasione di fare molte conoscenze, di stringere vere amicizie che durano ancora, di sentirmi sempre accolta, in un ambiente famigliare» afferma infatti Elisabetta, a cui le fa eco Margherita che sottolinea quanto siano stati belli gli anni universitari per lei rammentando quanto si sentiva «libera, indipendente, adulta. Ricordo l’ansia nell’affrontare i primi esami, le delusioni per un voto che giudicavo non meritato, così come la soddisfazione per prove andate molto bene. E poi c’erano i compagni di corso, gli amici con cui si vivevano tanti momenti di svago e i professori: esigenti, severi ma anche buoni». Docenti che vengono ancora oggi ricordati per la loro disponibilità «non eravamo in molti studenti e pertanto dialogavamo e ci confrontavamo con i professori» dice Elisabetta, mentre Francesca nomina in particolare il professor Raffaele de Cesare che l’ha sempre «stimolata alla ricerca e all’approfondimento» e Margherita i docenti di Francese che «mi hanno fatto amare questa lingua e appassionare alla letteratura d’Oltralpe». Professori rigorosi che hanno fatto apprezzare le varie discipline insegnate e il valore dello studio e dell’impegno, professori a cui è forse riconducibile per le sorelle Melzi d’Eril il valore aggiunto di una laurea in Cattolica, come riassume Elisabetta affermando: «Quello che ancora oggi fa parte di me è l’impegno dei professori nei nostri confronti, oltre al sapere, hanno saputo darci molte lezioni di vita».


Elisabetta in Cattolica si è laureata nel 1961, discutendo una tesi dal titolo Benito Perez Galdos e i suoi primi romanzi, ma sempre in Cattolica Elisabetta – divenuta alcuni anni dopo la sua laurea suor Emanuela – ha maturato anche la sua vocazione: «Erano anni in cui si aderiva a Gioventù Studentesca, allo Scoutismo, qualcuno all’Azione Cattolica. A volte si incontravano studenti impegnati in opere benefico-sociali ed era molto semplice aderire al loro invito di parteciparvi, anche solo sporadicamente. Inoltre, si conviveva con novizie di Istituti Religiosi, con giovani sacerdoti: la mia vocazione, già in fieri, è maturata molto nei quattro anni all’Università Cattolica, dove poi ho anche frequentato l’Istituto Superiore di Scienze Religiose».

«L’aver studiato nell’Ateneo del Sacro Cuore – racconta sempre l’alumna Elisabetta – ha rappresentato inoltre, per me, molto spesso, un vero e proprio lasciapassare per la mia vita missionaria, in quanto l’Università Cattolica ha sempre goduto di un grande prestigio in molti Paesi nel mondo».

Elisabetta, o meglio suor Emanuela, ha vissuto in Brasile per 22 anni, presso Aparecida di Goiânia (Stato del Goiás), una periferia denominata di “invasione” perché intere famiglie e comunità vi si stanziavano, dalla sera alla mattina, e la popolazione andava aumentando velocemente, quotidianamente, sempre di più. «Lì facevo un po’ di tutto, ma a poco a poco mi sono concentrata su alcuni progetti: alfabetizzare gli adulti, dare una casa anche modestissima a chi arrivava, facilitare il rilascio dei documenti, proteggere i più piccoli attraverso la “Pastoral da criança” (Pastorale dell’infanzia), prestare aiuto al Lebbrosario della città di Goiânia» racconta Elisabetta che negli anni si è anche occupata di formare i catechisti della Diocesi e insegnare nei corsi di Teologia popolare.


«Sono stati anni stupendi che ricorderò sempre con gioia. Inevitabilmente ci sono stati alti e bassi, come in qualsiasi percorso, ma sono sempre stato soddisfatto sia di aver scelto la Facoltà di Giurisprudenza, sia di essermi immatricolato in Cattolica» afferma il neodottore Leone Sgaravatti che racconta di aver deciso di lasciare Padova, la sua città di residenza, perché sempre aveva sentito parlare bene dell’Università Cattolica dove erano previsti i corsi annuali per Giurisprudenza corsi che ritenevo, e ritengo, nettamente più formativi». Ma Leone racconta che la scelta definitiva dell’Ateneo la maturò dopo aver partecipato a un Open Day di fine gennaio 2017, dove con altri liceali assistette ad una lezione di prova del professor Giulio Ponzanelli: «Fu proprio dopo quella lezione interessante del mio futuro professore di Istituzioni di diritto privato che decisi, definitivamente, per la Cattolica e di trasferirmi a Milano, una città che mi ha sempre affascinato ed attratto per le opportunità che offre e per essere, a mio avviso, l’unica vera città europea in Italia».


Ma oltre a Milano, c’è un’altra grande, grandissima metropoli che resterà per sempre nel cuore di Leone. Si tratta di New York dove - grazie al programma di studio del corso di laurea magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza dell’Università Cattolica – Leone ha potuto svolgere un double degree presso la Fordham University. «Ho scelto di fare questa esperienza in quanto sono sempre stato affascinato dal mondo della finanza e in un contesto così globalizzato, a mio parere non possono mancare delle conoscenze di diritto che vadano oltre i confini italiani. Inoltre, la possibilità di diventare avvocato qualificato sia nello Stato di NY che in Italia mi ha sempre molto attirato e intrigato!» spiega Leone, sottolineando inoltre come «avere la possibilità di offrire, ai miei futuri clienti, un servizio che copra anche la legislazione americana mi è sembrato decisamente un asset in più, molto importante, da avere vista la forte competizione nel settore».

«Il mio periodo di studio alla Fordham University è stata pazzesco: mi ha arricchito molto a livello personale, mi ha lasciato molte amicizie, tanti bei ricordi e conoscenze professionali utili» racconta sempre Leone che sia per questa esperienza all’estero, sia per la consapevolezza di aver acquisito in Cattolica una eccellente preparazione, non ha dubbi nell’affermare che iscriversi nell’Ateneo del Sacro Cuore rappresenti un’ottima scelta per costruire il proprio futuro. Un’ottima scelta che nella famiglia Melzi d’Eril Sgaravatti è stata infatti confermata generazione dopo generazione.

Un articolo di

Graziana Gabbianelli

Graziana Gabbianelli

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