Tutti i laureati dell'Università Cattolica con le loro testimonianze - da studenti un tempo e da professionisti oggi – fanno parte della Community Alumni e compongono la grande storia del centenario Ateneo del Sacro Cuore. La storia della famiglia Melzi d’Eril Sgaravatti ha inizio negli anni ’30 e arriva fino ai nostri giorni. I protagonisti appartengono a tre generazioni, si sono laureati alla Facoltà di Lettere, Lingue, Giurisprudenza e tutti sono soddisfatti della formazione ricevuta. Francesca, Elisabetta, Margherita, Leone raccontano di professori e studi rigorosi, ricordano un ambiente accogliente e stimolante rievocando amicizie, emozioni ed interessanti esperienze vissute all’estero.
Anni belli, sereni, intensi. Dove alla serietà e all’impegno degli studi, ieri come oggi, ha sempre corrisposto la garanzia di un alto livello di formazione. È questo il giudizio che accomuna il ricordo di tre generazioni di alumni Unicatt e contraddistingue una storia che si snoda tra Milano e Padova, ed è volata fino in Brasile e negli Stati Uniti. Una storia che ha inizio negli anni ’30 con un bisnonno, continua tra nonni e zii, e arriva fino ai nostri giorni con la laurea del pronipote.
In realtà il primo a laurearsi della famiglia Melzi d’Eril all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano è stato Gianpaolo, fratello del bisnonno Francesco, che nel 1929 si è infatti laureato in Giurisprudenza, discutendo una tesi intitolata Il contratto collettivo di lavoro, elaborata con il professor Vittorio Scardovi.
Nel 1932 è stata la volta di Francesco Melzi d’Eril che ha conseguito la laurea in Lettere antiche con il professor Aristide Calderini. Successivamente negli anni l’ingresso di largo Gemelli dell’Ateneo è stato varcato dalle figlie di Francesco: Francesca (classe 1936), Elisabetta (classe 1937) e Margherita (classe 1939) - che hanno scelto la Facoltà di Scienze linguistiche e letterature straniere e quella di Magistero - e poi infine dal pronipote Leone Sgaravatti che ha scelto invece la Facoltà di Giurisprudenza.
«In quegli anni le lingue rappresentavano l’apertura del dopoguerra verso altri paesi e altre culture e a noi sembrava di acquistare un passaporto, utile e importante, studiandole e imparandole» racconta Francesca motivando la scelta della medesima Facoltà per lei e sua sorella Margherita.
Le tre alumnae rammentano, in particolare, l’atmosfera serena che si respirava in Cattolica dove alla serietà delle lezioni, al rigore della formazione non è mai mancato l'attenzione alla persona. «Posso dire che l’Università mi ha formata nel vero senso della parola: mi ha dato oltre alla possibilità di compiere studi seri, anche l’occasione di fare molte conoscenze, di stringere vere amicizie che durano ancora, di sentirmi sempre accolta, in un ambiente famigliare» afferma infatti Elisabetta, a cui le fa eco Margherita che sottolinea quanto siano stati belli gli anni universitari per lei rammentando quanto si sentiva «libera, indipendente, adulta. Ricordo l’ansia nell’affrontare i primi esami, le delusioni per un voto che giudicavo non meritato, così come la soddisfazione per prove andate molto bene. E poi c’erano i compagni di corso, gli amici con cui si vivevano tanti momenti di svago e i professori: esigenti, severi ma anche buoni». Docenti che vengono ancora oggi ricordati per la loro disponibilità «non eravamo in molti studenti e pertanto dialogavamo e ci confrontavamo con i professori» dice Elisabetta, mentre Francesca nomina in particolare il professor Raffaele de Cesare che l’ha sempre «stimolata alla ricerca e all’approfondimento» e Margherita i docenti di Francese che «mi hanno fatto amare questa lingua e appassionare alla letteratura d’Oltralpe». Professori rigorosi che hanno fatto apprezzare le varie discipline insegnate e il valore dello studio e dell’impegno, professori a cui è forse riconducibile per le sorelle Melzi d’Eril il valore aggiunto di una laurea in Cattolica, come riassume Elisabetta affermando: «Quello che ancora oggi fa parte di me è l’impegno dei professori nei nostri confronti, oltre al sapere, hanno saputo darci molte lezioni di vita».