Sullo schermo scorrono le immagini di grandi campioni, di gesti atletici importanti, di goal riusciti e di rigori falliti, ma anche di tifosi entusiasti e di grandi delusioni, perché lo sport, e il calcio non fa eccezione, non è solo tecnica: «La tecnica è uno strumento in funzione del gioco e si impara solo giocando, affrontando l’avversario, variabile imprevedibile» perché rimanda a quella dimensione di umanità da cui tutto parte: parola di Filippo Galli, in Cattolica a Piacenza per l’incontro Il calcio, fenomeno sociale tra metodo, formazione e apprendimento organizzato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore in collaborazione con la società calcistica Spes Borgotrebbia, con il patrocinio della Federazione Italiana Giuoco Calcio – Lega Nazionale Dilettanti – Delegazione Provinciale di Piacenza.
«Un appuntamento che si inserisce tra le iniziative sul valore educativo dello sport, da anni promosso dal campus piacentino, rivolto in particolare a chi è coinvolto nel mondo del calcio, dagli addetti ai lavori, ai genitori, agli atleti» ha ricordato il direttore di sede Angelo Manfredini nel suo indirizzo di saluto a un auditorium Mazzocchi affollato come solo nelle grandi occasioni.
Ex calciatore, Galli con il Milan ha vinto 5 scudetti, 4 Supercoppe italiane, 3 Coppe dei Campioni, 3 Supercoppe europee e 2 Coppe intercontinentali e, una volta abbandonato l’attività, è stato dirigente di società professionistiche (è stato anche direttore del settore giovanile del Milan) ed attualmente è titolare del blog “La complessità del calcio”. Ed è da questa complessità che partiamo nella breve video chiacchierata che abbiamo avuto con il campione Filippo Galli.