I sogni, le passioni, la formazione, la gavetta e, adesso, il primo grande progetto. Nella sua vita scrive serie tv ma anche la sua, di storia, è di quelle da raccontare. Perché non è una fiction ma realtà. Fatta di sacrifici, studio e gavetta. Dove i primi capitoli, anzi episodi, potrebbero essere ambientati in Cattolica.
Classe ’90, Silvia Leuzzi, è partita dalla sua Nardò con le sue passioni e dopo aver frequentato lo Stars presso il campus di Brescia si è spostata a Milano per mettersi alla prova al Master International Screenwriting and Production. Un percorso che l’ha introdotta nel mondo del lavoro nella casa di produzione Lux Vide come sceneggiatrice. E dopo aver firmato episodi di serie di successo come Che Dio ci aiuti e Doc adesso è capo scrittura, insieme alla collega Elena Bucaccio, di Viola come il mare, la fiction in onda in queste settimane su Canale 5 e interpretata da Francesca Chillemi e Can Yaman.
Silvia, nel suo percorso di studi l’Università Cattolica ha un ruolo centrale.
«Sì, Io sono originaria della Puglia e sono salita al Nord, a 18 anni, e per assecondare le mie passioni, la letteratura e la scrittura, mi sono iscritta al corso di laurea in Scienze e Tecnologie delle Arti dello Spettacolo (Stars) presso il campus di Brescia. Ma non avevo le idee chiare. Il laboratorio di sceneggiatura frequentato in quel periodo mi è servito per capire quello che volevo fare. Sono stati tre anni molto formativi».
E successivamente il Master MISP.
«Probabilmente l’esperienza più importante della mia vita. Ho avuto l’opportunità di confrontarmi con i professionisti del settore e di toccare con mano le cose fondamentali di questo lavoro. Non dimenticherò mai il laboratorio con John Truby, l’autore del primo manuale su cui ho studiato. Incontrarlo, conoscerlo e parlarci è un ricordo che resterà per sempre. In generale, i docenti erano ex allievi del master, e questo ha avuto un impatto dal punto di vista motivazionale. Vederli ha rappresentato l’incontro tra sogno e realtà. Uno stimolo a dare il massimo. Sono stati anche anni divertenti in cui ho creato rapporti speciali con i miei compagni di corso che durano ancora adesso e che si sono rivelati molto utili anche nel corso della mia carriera».