Web reportage | BEATIFICAZIONE

Armida Barelli, santità laicale al femminile

20 febbraio 2021

Armida Barelli, santità laicale al femminile

Condividi su:

Il 20 febbraio 2021 Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto riguardante un miracolo attribuito all’intercessione della Venerabile Serva di Dio Armida Barelli, che fu tra i promotori dell’Università Cattolica. Questo atto conclude l’iter che precede il rito di beatificazione la cui data sarà fissata successivamente. Il processo di beatificazione ebbe inizio nel 1962 e ha trovato conclusione nell’anno del centenario della fondazione dell’Ateneo dei cattolici italiani.


Armida Barelli è stata una figura eccezionale di donna che ha lasciato una traccia significativa nella Chiesa ma anche nella cultura e nella società italiana “a cavallo fra due secoli”, l’Ottocento e il Novecento, come aveva scritto la sua biografa Maria Sticco.

Una traccia ancora ben visibile nelle istituzioni da lei fondate e seguite, e che continuano la loro storia, pur in contesti nuovi, sforzandosi di essere fedeli alle intuizioni e all’impegno che le ispirò.

Tale impegno ha indicato una prospettiva nuova all’apostolato laicale (che rischiava anche di turbare l’ordine della Chiesa), rendendo Armida la pioniera di un nuovo modo di sentire e di una nuova organizzazione di intuizioni, opere e persone.

I versanti della notevole attività di Armida - Gioventù Femminile, Missionarie francescane, Università Cattolica, Opera della Regalità - costituiscono quattro aspetti di un medesimo impegno di collaborazione caratterizzato da un legame ideale: l’amore per il Sacro Cuore.

L’Università preparava le persone e formava idee, la Gioventù, la Regalità e le Missionarie creavano una rete di amicizia, di propaganda, di preghiere attorno all’Università. Il tutto in un contesto corale di partecipazione e fervore che legava Armida a padre Gemelli, a Vico Necchi, a monsignor Olgiati, a Piero Panighi, a Teresa Pallavicino e a tanti altri amici e collaboratori.
 

Mons. Claudio Giuliodori: "La generatività ecclesiale e civile della 'sorella maggiore' d'Italia"

Il segno da lei lasciato nella società è sintetizzato dal rinnovamento spirituale nella storia religiosa italiana nella prima metà del secolo scorso caratterizzato da due guerre mondiali e dalla nascita di un nuovo ordine sociale, lasciando un esempio di conciliazione tra le evangeliche Marta e Maria, cioè tra vita dinamica nella costruzione di opere e grande interiorità a fronte di una forte sensibilità e di un carattere determinato, espressione particolare del “genio femminile”, preparando quanto il Concilio Vaticano II avrebbe portato a compimento.

Scorrendo le principali vicende della vita di Armida Barelli spicca la grande forza di volontà: non dormiva, mangiava come poteva interrotta da visite e telefonate, viaggiava tanto, aveva una forte tensione dialettica in occasione delle tante adunanze.

Si sforzava di essere semplice nel regime di vita e nel modo di essere “Sorella Maggiore”.

Mons. Mario Delpini: «Una sorella che accompagna il nostro cammino e incoraggia la nostra testimonianza»

Quando prendeva la parola partiva dalla sua esperienza diretta, dalle sue fatiche, dalle sue gioie, dalle sue soddisfazioni, e allora raccontava i successi della Gioventù Femminile, i viaggi affrontati con qualche difficoltà, le città visitate, i paesaggi ammirati, gli sviluppi dell’Università Cattolica.

Quando ho un dolore lo offro al Sacro Cuore. Dopo non mi appartiene più, non ho il diritto di accarezzarlo

Il suo stile organizzativo era caratterizzato dall’ordine: archiviava tutto, catalogava ogni testo, scriveva la data su ogni lettera, conservava ogni scritto, annotava ora di arrivo e partenza, scriveva diari con notazioni su persone incontrate, contenuti dei discorsi, segnalazione di eventi.

Era dotata di capacità di comando, intuito finanziario, attitudine organizzativa, valorizzazione dei collaboratori, rispetto e cordialità nel tratto, accettazione serena delle responsabilità e conseguente gestione operativa delle stesse, rapidità nelle decisioni.

Nel Sacro Cuore trovò la ragione della sua vita e lo amò e invocò sempre nel fervore delle attività più frenetiche e sotto il peso delle prove più difficili. Diceva a un’amica: «Quando ho un dolore lo offro al Sacro Cuore. Dopo non mi appartiene più, non ho il diritto di accarezzarlo».

Il suo segreto stava nella regolarità metodica, anche nella cura della sua anima: meditazione quotidiana, confessione settimanale, ritiro mensile, esercizi annuali. Durante la meditazione quotidiana poi annotava su un foglietto di quattro colonne: le grazie ricevute, i dolori sofferti, i propositi, il programma di lavoro. Si imponeva di correggere la sua vita intervenendo sui punti deboli: mediocrità, egoismo, comodità.

La sua volontà ferrea contribuì al sorgere e al sostegno dell’Università Cattolica, facendo amare dal popolo (e contribuendone al sostegno) un’istituzione per sua natura lontana dal comune sentire. Si occupava di reperire fondi e donazioni per l’Università. E nel miracolo della provvidenza riconosceva la soprannaturalità dell’Università, e la sua missione di accrescere, attraverso lo studio e la ricerca, la fede e la carità.

Incentivava la circolazione delle idee: l’idea di una poteva servire a molte. Si era fortemente impegnata nell’opera di formazione religiosa avvalendosi di sussidi, opuscoli, riviste, catechismi, esercizi spirituali, gare di cultura religiosa, pubblicando persino un manuale di canto.

La sofferenza era per Armida alla base dei doni soprannaturali, nel sacrificio vedeva la volontà di Dio, e del sacrificio si serviva per accrescere le opere. Dal suo confessore padre Arcangelo Mazzotti aveva appreso che la vita sovrannaturale non consisteva in eventi straordinari ma in quella adesione intima e spirituale alla volontà di Dio, fedele al motto che si era data, secondo il quale l’ideale vale più della vita.

Note biografiche

1882 - 1 dicembre. Armida Barelli nasce a Milano da Napoleone Barelli e Savina Candiani.
1895/1900 Studia nel collegio svizzero di Menzingen gestito dalle suore di Santa Croce, dove consegue il diploma magistrale.
1909 Collabora con Rita Tonoli, fondatrice della “Piccola Opera per la salvezza del Fanciullo”, nell’aiuto di orfani e bambini abbandonati in precarie condizioni.
1910 - 11 febbraio. Conosce Padre Gemelli.
1913 - 30 maggio. Emette in Duomo, davanti alla Madonna dell’Albero, il voto di castità.
1916 Conosce il conte Ernesto Lombardo, che sosterrà le sue opere dal punto di vista economico.
1917 - 1° venerdì del mese di gennaio. Avviene la consacrazione dei militari italiani al Sacro Cuore grazie alla collaborazione con padre Gemelli.
1918 - 20 gennaio. E’ nominata amministratore unico della nuova Società editrice “Vita e pensiero”.
1918 - 17 febbraio. Su incarico dell’arcivescovo cardinal Ferrari dà inizio alla Gioventù Femminile Cattolica milanese, assumendo la carica di presidente.
1918 - 28 settembre. E’ nominata da papa Benedetto XV presidente nazionale della Gioventù Femminile.
1919 - 2 aprile. Per la prima volta si riunisce il Comitato promotore dell’Università Cattolica, in cui assume l’incarico di cassiera.
1919 - 19 novembre. Si consacra con undici sorelle nel coretto di Santa Chiesa in Assisi, ponendo le basi del futuro Istituto secolare delle Missionarie della Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo.
1920 Inizia l’Opera Missionaria della Gioventù Femminile a Sian-Fu (Cina settentrionale), intitolata “Istituto Benedetto XV”.
1921 - 15 novembre. Su proposta di Armida Barelli, è istituita da Benedetto XV l’associazione Amici dell’Università Cattolica.
1921- 7 dicembre. Inaugurazione dell’Università Cattolica.
1924 Dopo varie richieste di Armida, Pio XI ufficializza la Giornata universitaria da svolgersi ogni anno nella Chiesa italiana.
1928 Promuove insieme a padre Gemelli la fondazione dell’Opera della Regalità per la maggior comprensione e vitalità della liturgia.
1933 - 21 giugno. Inaugurazione della prima “Oasi” ad Assisi.
1946 Lascia la presidenza della Gioventù Femminile. Il 14 ottobre su nomina pontificia assume l’incarico di vicepresidente generale per le associazioni femminili dell’Azione Cattolica.
1950 Primi segni della malattia.
1951 - 22 ottobre. Ultima udienza da papa Pio XII.
1952 - 15 agosto. Muore a Marzio.
1953 - 8 marzo. Per volere di padre Gemelli e della Giunta direttiva, il suo corpo viene traslato nella cripta dell’Università Cattolica.
1962-  17 luglio. Inizia in diocesi di Milano il processo di beatificazione.

Un articolo di

Agostino Picicco

Agostino Picicco

Condividi su:

Newsletter

Scegli che cosa ti interessa
e resta aggiornato

Iscriviti