Web reportage | 27 gennaio

La Memoria ogni giorno, luogo per luogo

25 gennaio 2023

La Memoria ogni giorno, luogo per luogo

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«Allora per la prima volta ci siamo accorti che la nostra lingua manca di parole per esprimere questa offesa, la demolizione di un uomo». Non ci sono parole, o meglio, le parole non bastano, come dice Primo Levi, per raccontare l’unicum rappresentato dall’Olocausto. E nemmeno le tante forme di distruzione, eccidio, discriminazione perpetrate nel mondo ieri e oggi.

La Shoah, insostituibile monito per l’umanità, continua a essere ricordata grazie ai testimoni ancora viventi, ai campi di sterminio visitabili, ai musei dedicati, alla letteratura. E anche quest’anno l’Università Cattolica celebra il Giorno della Memoria del 27 gennaio proponendo una serie di iniziative nei suoi campus. Ora che i testimoni cominciano a venire meno è sempre più necessario che soprattutto le giovani generazioni sviluppino una coscienza morale e civile e si facciano portavoce dell’insegnamento tramandato dalla storia.

Continuando a essere visitati, i luoghi parlano, restano vivi come le donne, i bambini e gli uomini che hanno impresso nei loro corpi e nelle loro anime la deportazione e la tortura. 

Per non lasciare che, una volta scomparsi tutti i testimoni, non restino solo poche righe sui libri di storia, l’Università Cattolica ha promosso un incontro dove si è parlato dei luoghi della Memoria a partire da Milano dove è sorto il Memoriale della Shoah, il famoso Binario 21, e dove si possono calpestare le pietre d’inciampo, un vero e proprio museo diffuso sul selciato con i nomi degli innocenti che hanno pagato con la vita il prezzo di essere ebrei.

Ma c’è di più. Una Rete italiana di luoghi della memoria è stata creata in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione e del merito per favorire i viaggi degli studenti, garantire e accrescere la consapevolezza di cosa è stato l’Olocausto (luoghi che saranno raggiungibili, con il sostegno di Trenitalia - Gruppo Ferrovie dello Stato - a costi agevolati fino al 31 dicembre 2023). La professoressa Milena Santerini, docente di Pedagogia e fino a pochi giorni fa Coordinatrice nazionale per la lotta contro l'antisemitismo, in questo video racconta il progetto e cita, oltre al Memoriale a Milano, il civico Museo della Risiera di San Sabba a Trieste, il Museo Nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara, la Fondazione Museo della Shoah di Roma, la Fondazione Fossoli a Carpi e il Museo internazionale della memoria Ferramonti di Tarsia (Cosenza).

Un articolo di

Redazione

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Da un sondaggio, rivolto nel 2022 a 18mila insegnanti, su cosa sia più efficace per combattere l’antisemitismo a scuola, il responso è stato chiaro: l’ascolto di testimonianze e la visita sui luoghi. In un’era in cui i testimoni sono sempre meno, chi educa ha un’altra soluzione per tramandare la memoria e formare una coscienza morale e civile nelle giovani generazioni, perché i luoghi parlano e raccontano l’evidenza della storia.

Da Auschwitz a Milano, la Memoria si tramanda con i luoghi

«Nelle decine di viaggi ad Auschwitz che ho organizzato – ha spiegato Sira Fatucci, responsabile dell’Unione delle Comunità Ebraiche (UCEI) nel corso dell'evento promosso dal Centro di ricerca sulle relazioni interculturali dell'Università Cattolica – ho sempre visto un cambiamento negli occhi dei ragazzi. Dagli anni Novanta, quando ha cominciato ad affiorare una certa sensibilità, la cultura della memoria è cambiata. Adesso, forse, c’è un po’ più di leggerezza, che non è tipica dei giovani, ma dei tempi che corrono».

«Purtroppo, non possiamo affermare che in questi cinquant’anni la scuola abbia brillato per elaborazione culturale ed educativa sui grandi, drammatici eventi della storia contemporanea – scriveva il professor Giuseppe Vico, docente di Pedagogia, scomparso lo scorso 10 gennaio, nell’Introduzione del libro Memoria della Shoah e coscienza della scuola (Vita e Pensiero), scritto con Milena Santerini e Rita Sidoli: «La Shoah è diventata un grande libro della memoria. Ma se è vero che per fare coscienza della Shoah occorrono tempo e preparazione educativa, è pur vero che la memoria va sostanziata, soprattutto per le giovani generazioni, da un’attenzione altrettanto forte ai problemi del presente».

Giornata della Memoria: Educatt e Vita e Pensiero insieme per non dimenticare

Ed è proprio per attuare questo insegnamento, sempre attuale, che Vita e Pensiero ha deciso di distribuire il volume, gratuitamente, venerdì 27 gennaio. Un’iniziativa che si unisce a quella promossa da Educatt, che, proprio con il compito di ricordare attraverso i luoghi, metterà a disposizione i libri La Shoah a Milano. La reazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e Shoah a Roma. 16 ottobre 1943. Salvare gli ebrei di Pier Luigi Guiducci. Due testi che raccontano eventi storici che non possono e non devono sbiadire nel tempo attraverso percorsi di approfondimento e ricerca tra archivi riservati e testimonianze scritte e orali. 

Pagine di storia cupe di cui, in questo 2023, ricorrono tristi anniversari come quello delle famigerate Leggi razziali, promulgate 85 anni fa. Come ha ricordato lo storico del diritto della Facoltà di Economia e Giurisprudenza Saverio Gentile, «oggi l’attenzione su questi eventi oscuri della nostra storia non manca ma sono occorsi più di cinquant'anni perché l’interessato tabù storiografico venisse definitivamente infranto e superato: l’antisemitismo italiano infatti è stato a lungo negato e rimosso».

Leggi razziali, storia di una persecuzione giuridica

«Per tali ragioni – prosegue Gentile - è doveroso, oltre che giusto, coltivare il ricordo consapevole di ciò che è accaduto, anche tenendo presente che l’antisemitismo e l’intolleranza appaiono ancora oggi, purtroppo, diffusi nella nostra società».

Un dramma che i sopravvissuti hanno continuato a portare dentro di loro per decenni. Un dolore molto spesso aggravato dalla cosiddetta “incredulità del male”. Un fenomeno che lo storico Michael Ignatieff, nel capitolo dedicato a Primo Levi all’interno del suo libro “Sulla consolazione” (ed. Vita e Pensiero), descrive con queste parole: «Levi visse abbastanza a lungo da veder morire molti dei suoi compagni sopravvissuti, e l’Olocausto trasformarsi lentamente da memoria vissuta a fatto storico, per poi diventare, in modo più inquietante, un mito. Lui non si risparmiò nella lotta contro lo tsunami dell’amnesia e della distorsione volontaria».

Olocausto: l’incredulità del male

Un concetto, quello dell’incredulità, ripreso anche dalla presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, nel corso del convegno La Legalità del Male promosso dal campus di Piacenza della Cattolica: «Se prima si esprimeva con l’affermazione che la Shoah fosse un’invenzione, oggi si attua soprattutto con l’offesa della memoria e la derisione del dramma, attraverso la strumentalizzazione dei simboli dell'ebraismo».

Un meccanismo che i compie anche nella piazza virtuale di internet e dei social, «dove si diffonde questa nuova propaganda antisemita. Per questo la strada da seguire è quella della cultura e della formazione, affinché ciascuno sappia assumersi con consapevolezza le proprie responsabilità di fronte al male. Perché fare memoria non è ascoltare passivamente provando pietà per le storie delle vittime, ma capire oggi quale sia la nostra responsabilità di cittadini. Ciascuno di noi può fare la differenza ed essere un tassello nel necessario percorso di cambiamento».

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