Quando l’evento è stato programmato nessuno immaginava i venti di guerra che in queste settimane avrebbero scosso l’Europa, rendendo ancora più attuale la conversazione che si è svolta presso il Collegio Augustinianum sul volume “La vera Europa. Identità e missione” (Cantagalli 2021) curato dal professor Pietro Luca Azzaro, con prefazione di papa Francesco.
Il confronto, divenuto di stretta attualità alla luce delle vicende in essere, ha visto – insieme all’autore, docente di Russia–Europa orientale: Storia e Politiche – due protagonisti autorevoli che hanno in comune l’impegno politico, pur con incarichi e tempi diversi: Antonio Tajani, giornalista, già presidente del Parlamento europeo, e Lorenzo Ornaghi, già rettore dell’Università Cattolica e già ministro dei beni e delle attività culturali. A moderare gli interventi e il ricco dibattito che ne è seguito è stato il direttore dell’Augustinianum Andrea Patanè.
Collegandosi alle vicende militari in Ucraina, Tajani ha fatto notare come stia emergendo il ruolo dell’Europa portatrice di pace: «L’Unione Europea, che rappresenta l’Occidente e l’identità europea, deve essere uno strumento di coesione e unità in difesa dei suoi valori. Non stiamo parlando dello scontro con la Russia, ma della difesa della democrazia e della libertà. Il diritto, e nel nostro caso anche il diritto internazionale, ha il compito di regolare la convivenza civile».
Negli scritti di papa Ratzinger è di straordinaria attualità il tema dell’Europa cristiana e quello che deve rappresentare la religione, per questo, ha affermato Tajani, «il volume curato da Azzaro ha il valore di un vademecum che dobbiamo tenere sul comodino per capire chi siamo in quanto Benedetto XVI ci fa riflettere sulla nostra identità e nel suo ragionamento troviamo il nostro essere europei. Lo fa da sacerdote, da filosofo e da uomo di cultura, denunciando il fallimento dei due materialismi nazista e comunista. L’uomo europeo è al centro della società e l’Europa è l’uomo europeo, ci dice Ratzinger. In questo senso l’Europa non può non essere cristiana, indipendentemente che si sia credenti cristiani o no, perché ne va della nostra identità e senza identità l’Europa è destinata a finire».
Anche il professor Ornaghi, presentando l’articolata opera che raccoglie i testi di Benedetto XVI, si è complimentato con il curatore Luca Pietro Azzaro, «uno dei migliori conoscitori del pensiero di Ratzinger su che cosa è l’Europa oggi, cosa vuole essere e qual è la sua missione». In particolare, si è soffermato sul realismo di Ratzinger che ha visto la chiesa alla base della rinascita dell’Europa e in questo senso ha sottolineato quella che per lui è la “vera” Europa, al di là di immagini fuorvianti, con lo sguardo rivolto al futuro della chiesa e del mondo, in quanto interessato all’Europa di domani. Ornaghi ha poi definito Joseph Ratzinger uno dei più grandi studiosi (volutamente senza precisare se filosofo o teologo) della storia, della cultura e della missione dell’Europa. Del resto, ha raccontato Ornaghi, in Ratzinger è sempre rimasto il ruolo di professore: nella prima visita che fece al Policlinico Gemelli per visitare il fratello ammalato, poco dopo l’elezione a pontefice nel 2005, al rettore Ornaghi che lo accolse chiese notizie su cosa studiassero gli studenti della Cattolica e con quali docenti, rivelandosi sempre e comunque professore, pur nelle vesti da papa.
Nel concludere l’incontro il curatore Pietro Luca Azzaro ha comunicato il saluto che papa Benedetto XVI ha fatto pervenire ai relatori e agli studenti in occasione di un recente incontro, per motivi editoriali, con il papa emerito, durante il quale l’ha informato dell’evento in Augustinianum. Ha poi ricordato che l’Europa è uno dei temi principali della riflessione teologica di Ratzinger e che l’impegno attuale da parte di tutti è di rendere operanti le sue idee. In tal senso, e considerato il clima di guerra che ha aleggiato su tutto l’incontro, si è detto molto confortato da aver visto in uno dei suoi viaggi in quelle terre martoriate cristiani delle due nazioni che a messa pregano insieme e si scambiano il segno di pace: «È questa l’idea di fraternità cristiana che fa superare odi e ingiustizie».