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Budapest e il potere dell’Erasmus

13 luglio 2021

Budapest e il potere dell’Erasmus

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Ho vissuto a Budapest per cinque mesi, città meravigliosa e forse sottovalutata. Un ambiente stimolante per gli studenti, ricco di vita e a misura d’uomo. È questo il suo punto di forza: dopo poco tempo ti senti a casa e ti riesci ad orientare con facilità, ti crei riferimenti e diventa davvero familiare. La possibilità di girare una capitale serenamente e con facilità anche senza l’utilizzo di mezzi di trasporto ma godendosi una passeggiata sul Danubio è davvero stimolante.

A Budapest, in periodo di pandemia, ho frequentato le lezioni online dell’università ESSCA. Ogni settimana l’università organizzava una riunione con la direttrice per ricevere feedback dagli studenti e per aggiornarli sulle condizioni della pandemia in Ungheria, con le relative disposizioni. Purtroppo non abbiamo mai avuto la possibilità di frequentare in presenza e tutto il mio semestre si è svolto mediante didattica a distanza. I corsi tuttavia, grazie ai numerosi lavori di gruppo e assignment, sono stati davvero interattivi e hanno ricreato quell’atmosfera che si sarebbe percepita in classe. Inoltre, la presenza di classi poco numerose (meno di 30), ha dato a noi studenti la possibilità di interagire in maniera dinamica, migliorando così la lingua inglese e la capacità di team work.

Sebbene le condizioni non fossero tipiche di un Erasmus, la voglia di goderci questa esperienza a pieno non ci ha fermato e così con i miei compagni di classe ho svolto alcuni lavori di gruppo a casa lavorando in team con persone di diverse nazionalità. Lavorare in questo modo è stato davvero interessante perché mi ha dato la possibilità di confrontarmi con diversi punti di vista e ha contribuito al miglioramento della lingua inglese. Ed è proprio così che ho respirato l’aria internazionale dell’Erasmus e della città di Budapest. Ho conosciuto tantissime persone da tutte le parti del mondo, sia da paesi vicini come Francia, Spagna, Belgio, Polonia che da paesi lontani come Cina, Vietnam, Taiwan, Cameroon.

A mio parere questa è la linfa vitale dell’Erasmus: lo scambio internazionale, la condivisione, la conoscenza di nuove culture e persone. Mi sento di dire che nonostante la pandemia in corso abbia impedito lo svolgimento regolare delle lezioni, ho vissuto un’esperienza a pieno. Ho condiviso la casa con due ragazze vietnamite, un francese (solo per un breve periodo) e una ragazza italiana. Ci siamo sfidati più volte in cucina organizzando cene tipiche, che abbiamo condiviso anche con i nostri vicini francesi, cinesi, polacchi e camerunensi. Con i miei compagni di corso invece ho organizzato gite, feste, escursioni, cercando di godermi a pieno ogni giorno. Importante è avere la capacità di adattamento perché, quando ti trovi all’estero, in una nuova città, con altre persone che non conosci e che per lo più sono diverse da te, è necessario essere flessibili ed aperti.

Il mio consiglio è di non essere mai prevenuti, di partire con gli occhi della scoperta e lo spirito dell’avventura e di godere a pieno di tutto quello che l’esperienza Erasmus proporrà, perché alla fine del percorso vi sentirete davvero soddisfatti e..un pochino malinconici come è accaduto a me.

Il racconto di

Chiara Raffaeli

Studentessa di Food marketing e strategie commerciali - Campus di Piacenza

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