La crescita importante e l’affermazione di questa istituzione nel panorama universitario italiano e internazionale risiedono proprio nella capacità di riuscire a offrire una didattica di qualità, di rispondere alle istanze che provengono dalla società senza mai smarrire il proprio patrimonio di idee e valori. Questi stessi principi guidano la realtà assistenziale del Policlinico Gemelli che, coniugando qualità delle cure e inclusività, ha raggiunto efficienza e alto livello delle cure, ottenendo riconoscimenti importanti anche a livello internazionale.
Un connubio che va salvaguardato e valorizzato.
In questi anni abbiamo appreso quanto sia fondamentale essere al passo con le innovazioni che hanno trasformato tutte le branche del sapere; soprattutto in ambito sanitario abbiamo compreso che poter disporre di strumenti sempre più sofisticati e all’avanguardia, grazie a cospicui investimenti nella ricerca, significa poter offrire ai pazienti standard sempre più elevati di cura. Ma abbiamo anche compreso che nessuna innovazione tecnologica, per quanto indispensabile e necessaria, potrà mai sostituire la leva essenziale del nostro Servizio Sanitario Nazionale: il capitale umano.
Con questa consapevolezza oggi siamo impegnati a fronteggiare l’emergenza della carenza di medici, una criticità che deriva da lontano, da una programmazione miope del numero di accessi alla Facoltà di Medicina che non rispondeva alle reali esigenze del Paese.
Solo fino a 2-3 anni fa venivano ammessi per anno tra gli 8 ed i 10 mila candidati alla Facoltà di Medicina, eppure ricordo che già 10 anni fa la Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Medicina, chiedeva insistentemente di portare a 12 mila il numero di studenti che potevano accedere alla facoltà di Medicina. Una richiesta rimasta inascoltata che ha determinato un gap per anni di almeno 4.000 accessi e questo oggi lo scontiamo.
Per trovare una soluzione in tempi celeri è stato istituito presso il Ministero dell’Università un Gruppo di lavoro che ha il compito di definire il fabbisogno dei medici e adeguare le capacità e l’offerta potenziale del sistema universitario.
Mi preme sottolineare in questa sede - come ha già precisato in questi giorni il Ministro Bernini - che i numeri resi pubblici con il decreto del 10 febbraio relativi all’accesso a Medicina e Chirurgia sono da considerarsi provvisori e che già dal mese di aprile si procederà ad un ampliamento.
Allo stesso tempo, è prioritario intervenire per arrestare quella che possiamo definire una vera e propria “fuga” da alcune specialità mediche, rese sempre meno attrattive. Nel 2022 sono state tante le borse delle Scuole di Specializzazioni che non sono state assegnate per mancanza di candidati, un fenomeno che assume dimensioni preoccupanti soprattutto per quanto riguarda l’area della medicina di emergenza e urgenza.