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Dies Academicus: il saluto del ministro Orazio Schillaci

15 febbraio 2023

Dies Academicus: il saluto del ministro Orazio Schillaci

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Buongiorno,

desidero rivolgere il mio saluto e il mio ringraziamento al Rettore, Franco Anelli, e al Preside Antonio Gasbarrini. Rivolgo, inoltre, un saluto particolare al Cardinale José Tolentino de Mendonça.

Consentitemi di esprimere, inoltre, il mio grazie a tutti i docenti, alla Professoressa Evis Sala, ai medici e al personale amministrativo che ogni giorno contribuiscono alla crescita umana e professionale di questi giovani. 

Vedere un’aula piena di studenti che andranno a costituire le nuove leve del Servizio sanitario nazionale, colmando la drammatica carenza di camici bianchi, ci spinge a guardare con maggiore ottimismo al futuro.

Oggi il sistema universitario è chiamato a far fronte ai continui e sempre più repentini mutamenti, a formare nuove professionalità in risposta a una società che è profondamente cambiata. Una sfida che state fronteggiando, mantenendo salda la capacità di trasmettere le conoscenze scientifiche più all’avanguardia, ma continuando a promuovere una scienza al servizio dei bisogni delle persone. 

A distanza di poco più di 60 anni dalla sua istituzione, quest’Ateneo vanta per l’anno 2022-2023 oltre 5 mila iscrizioni al Corso di Medicina e Chirurgia, quasi 2 mila iscritti alle Scuole di specializzazione in medicina nel 2021– 2022, solo per citare alcuni numeri.


La crescita importante e l’affermazione di questa istituzione nel panorama universitario italiano e internazionale risiedono proprio nella capacità di riuscire a offrire una didattica di qualità, di rispondere alle istanze che provengono dalla società senza mai smarrire il proprio patrimonio di idee e valori. Questi stessi principi guidano la realtà assistenziale del Policlinico Gemelli che, coniugando qualità delle cure e inclusività, ha raggiunto efficienza e alto livello delle cure, ottenendo riconoscimenti importanti anche a livello internazionale.

Un connubio che va salvaguardato e valorizzato.

In questi anni abbiamo appreso quanto sia fondamentale essere al passo con le innovazioni che hanno trasformato tutte le branche del sapere; soprattutto in ambito sanitario abbiamo compreso che poter disporre di strumenti sempre più sofisticati e all’avanguardia, grazie a cospicui investimenti nella ricerca, significa poter offrire ai pazienti standard sempre più elevati di cura. Ma abbiamo anche compreso che nessuna innovazione tecnologica, per quanto indispensabile e necessaria, potrà mai sostituire la leva essenziale del nostro Servizio Sanitario Nazionale: il capitale umano.

Con questa consapevolezza oggi siamo impegnati a fronteggiare l’emergenza della carenza di medici, una criticità che deriva da lontano, da una programmazione miope del numero di accessi alla Facoltà di Medicina che non rispondeva alle reali esigenze del Paese.

Solo fino a 2-3 anni fa venivano ammessi per anno tra gli 8 ed i 10 mila candidati alla Facoltà di Medicina, eppure ricordo che già 10 anni fa la Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Medicina, chiedeva insistentemente di portare a 12 mila il numero di studenti che potevano accedere alla facoltà di Medicina. Una richiesta rimasta inascoltata che ha determinato un gap per anni di almeno 4.000 accessi e questo oggi lo scontiamo.

Per trovare una soluzione in tempi celeri è stato istituito presso il Ministero dell’Università un Gruppo di lavoro che ha il compito di definire il fabbisogno dei medici e adeguare le capacità e l’offerta potenziale del sistema universitario.

Mi preme sottolineare in questa sede - come ha già precisato in questi giorni il Ministro Bernini - che i numeri resi pubblici con il decreto del 10 febbraio relativi all’accesso a Medicina e Chirurgia sono da considerarsi provvisori e che già dal mese di aprile si procederà ad un ampliamento.

Allo stesso tempo, è prioritario intervenire per arrestare quella che possiamo definire una vera e propria “fuga” da alcune specialità mediche, rese sempre meno attrattive. Nel 2022 sono state tante le borse delle Scuole di Specializzazioni che non sono state assegnate per mancanza di candidati, un fenomeno che assume dimensioni preoccupanti soprattutto per quanto riguarda l’area della medicina di emergenza e urgenza.


Questi dati indicano una disaffezione verso il Servizio Sanitario Nazionale alimentata da una scarsa valorizzazione economica del nostro personale sanitario che è costretto a turni massacranti per mancanza di personale.

Un primo segnale di attenzione abbiamo voluto darlo già con la legge di Bilancio, prevedendo un aumento dell’indennità per gli operatori sanitari del Pronto soccorso a partire dal 1° gennaio 2024, con uno stanziamento di complessivi 200 milioni di euro annui, di cui 60 milioni di euro per la dirigenza medica e 140 milioni di euro per il personale del comparto sanità.

Si tratta di un primo tassello nell’ambito di un disegno strategico di valorizzazione del nostro capitale umano che non possiamo più rimandare.

Senza interventi lungimiranti e sistemici, le nostre università continueranno a formare i migliori cervelli che emigreranno verso altri Stati alla ricerca di migliori prospettive economiche e professionali. In dieci anni, dal 2005 al 2015, oltre diecimila medici (10.104) hanno lasciato l'Italia per lavorare all'estero, un esodo di capitale umano che non possiamo più permetterci.

In quest’ottica appare urgente porre i giovani al centro delle politiche di sviluppo, offrendo loro la possibilità di realizzare le proprie aspirazioni, sfatando l’idea che la nostra non è una Nazione per giovani.

Dobbiamo riconoscere e sostenere con adeguati finanziamenti il ruolo fondamentale che il mondo dell’università ricopre nella crescita e nello sviluppo dell’Italia.

A voi giovani auguro di non smettere mai di essere curiosi, di coltivare lo spirito di servizio di questa meravigliosa professione, di ricordare sempre che indossare un camice bianco vuol dire impegnarsi per rendere migliore la vita quanti vivono momenti di fragilità.

E soprattutto di non disperdere l’insegnamento più importante che apprenderete in queste aule: l’attenzione alla persona.

Buon anno accademico a tutti.

Il saluto di

Orazio Schillaci

Orazio Schillaci

Ministro della Salute

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