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Due borse di studio per sviluppare l’innovazione nelle PMI grazie ai giovani talenti dell'Università Cattolica

14 giugno 2024

Due borse di studio per sviluppare l’innovazione nelle PMI grazie ai giovani talenti dell'Università Cattolica

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Due borse di studio con l’obiettivo di sviluppare l’innovazione nelle PMI, istituite con il contributo di Cassa Padana. E dedicate ai migliori laureati della magistrale in Innovazione e Imprenditorialità digitale, nel campus di Cremona dell’Università Cattolica. Sono le borse conferite, giovedì 13 giugno, nel chiostro di Santa Monica. «Siamo molto riconoscenti a chi ha una vicinanza al territorio che mai come in questo momento si tocca concretamente con mano» ha spiegato Annamaria Fellegara, preside della Facoltà di Economia e Giurisprudenza. «Cassa Padana ha riconosciuto in noi un soggetto meritevole di fiducia per il metodo, la tecnica e la cura con cui seguiamo i giovani. Il secondo grazie è a voi, studenti, e alla vostra classe. Accanto alle competenze verticali, avete imparato a lavorare con gli altri, a essere sensibili e a saper leggere i fenomeni. L’ultimo ringraziamento va al professor Fabio Antoldi, agli altri docenti del corso e a tutto il personale dell’ateneo che si dedica anima e corpo a questo meraviglioso campus». 

L’assegnazione di queste due borse di studio, del valore di 2mila euro ciascuna, non è stata semplice. «Siamo stati fortemente in difficoltà perché la classe ha espresso competenze davvero molto elevate» ha spiegato Fabio Antoldi, coordinatore del corso di laurea magistrale. «La media degli esami e il contenuto delle tesi ha giocato a loro favore. Ma altrettanto bravi sono stati i loro compagni, tra i primi laureati in questo nuovo corso di laurea che forma figure professionali fra le più richieste sul mercato del lavoro. Oggi il capitale umano è in assoluto la risorsa più scarsa che c’è. Basti pensare che nel 2004 la popolazione italiana tra i 25 e i 35 anni era pari a 8.600.000 persone. Vent’anni dopo sono 6.200.000. Abbiamo perso il 24 per cento di giovani» chiosa Antoldi. «Non è un caso se oggi c’è una guerra sui talenti tra le imprese. La transizione demografica è una delle sfide che nei prossimi anni è destinata ad accelerare. Quindi una banca che investe sui giovani, e permette loro di esprimere al meglio il proprio potenziale, è doppiamente meritoria. Perché investire sui giovani talenti, oggi, è la scelta migliore che le imprese possano fare. E premiando il talento dei giovani si costruisce il futuro». 

«Siamo davvero felici di essere qui, nel campus di Santa Monica» ha affermato Andrea Lusenti, direttore generale di Cassa Padana. «Ci teniamo molto perché la collaborazione con istituzioni importanti del territorio è per noi molto importante. I giovani sono nelle nostre corde e al centro dei nostri progetti. L’augurio che faccio a voi, che avete ottenuto questo riconoscimento, è di mantenere l’impegno e la dedizione che avete profuso in questi anni anche nel resto della vostra carriera e della vostra vita».

Un articolo di

Francesco Berlucchi

Francesco Berlucchi

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Visibilmente soddisfatti, i due vincitori, entrambi laureati con 110 e lode, hanno raccontato la loro esperienza nel campus cremonese. «All’inizio mi sentivo di poter essere un valido concorrente per questo bando, ma quando mi è stata comunicata la vittoria non me l’aspettavo più» racconta Andrea Percudani, oggi collaboratore del Centro di ricerca per lo sviluppo imprenditoriale (Cersi), laureatosi in Innovazione e Imprenditorialità digitale dopo la triennale, sempre alla Cattolica, in Economia aziendale - profilo International Management, a Piacenza. «Credo che dietro a questo risultato ci siano almeno tre gruppi di persone» prosegue Andrea. «La mia famiglia, che ha sostenuto cinque anni di sacrifici economici per permettermi di frequentare l’università e le esperienze annesse, come il Silicon Valley Immersion Program, all’University of San Francisco, e l’Erasmus in Austria al Management Center Innsbruck. Poi ci sono i professori, che mi hanno trasmesso la loro passione e hanno fatto sì che lo studio fosse uno sforzo appassionato, naturale conseguenza del loro amore per ciò che mi hanno trasmesso. Infine, i miei amici Nicolò Cassanelli, Giacomo Gambazzi, Alessandro Baiguera e Raffaele De Cesare, con i quali ho condiviso la maggior parte dei lavori di gruppo durante gli anni della laurea magistrale». 

«L’obiettivo della mia tesi di laurea è stato indagare quale modello di valutazione si applicasse meglio a una startup del territorio cremonese» ha raccontato Matteo Borghesi Alquati, oggi inserito in un talent program di Allianz, dopo la laurea e due esperienze in Accenture e KPMG. «Mi occupo di analisi, pianificazione e sviluppo di progetti innovativi, coerentemente con il mio percorso di studi. E proprio per questo consiglierei questo corso, perché ti permette di conoscere splendide realtà aziendali, e di sviluppare un modo di ragionare e di lavorare che, in un mondo come quello odierno, sono una risorsa molto preziosa».

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