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Giornata Universitaria, le parole di papa Francesco e mons. Giuliodori

15 aprile 2024

Giornata Universitaria, le parole di papa Francesco e mons. Giuliodori

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Si è celebrata domenica 14 aprile la centesima edizione della Giornata per l'Università Cattolica. L'evento, accompagnato da una serie di incontri, iniziative e dibattiti ha avuto il suo culmine con la Santa Messa presieduta da monsignor Claudio Giuliodori, celebrata nell'Aula Magna del campus di largo Gemelli e trasmessa in diretta tv su Rai1.

Anche papa Francesco ha salutato la comunità universitaria nel corso della recita del Regina Caeli: «Incoraggio questo grande Ateneo a proseguire il suo importante servizio formativo nella fedeltà alla sua missione e attento alle odierne istanze giovanili e sociali».

Di seguito il testo integrale dell'omelia dell'Assistente Ecclesiastico Generale di Ateneo.



(At 3,13-15.17-19; Sal.4; 1Gv 2,1-5; Lc 24,35-48)


I testi che raccontano le apparizioni del Signore risorto sono fondamentali per la fede cristiana perché, come dice San Paolo, «se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati» (1Cor 15,17). La riflessione su queste narrazioni è quindi davvero preziosa per alimentare la nostra fede e, soprattutto, per adempiere il compito che viene affidato agli Apostoli e, con loro, ad ogni battezzato e a tutta la Chiesa: “essere testimoni del Risorto”.

È il mandato che troviamo a conclusione del discorso che Gesù fa agli apostoli ancora «sconvolti e pieni di paura». Dopo aver mostrato i segni della passione e aver dimostrato che è davvero risorto nel suo corpo, consumando un pasto dal sapore eucaristico, affida loro un preciso compito «di questo voi siete testimoni». Così come Pietro, nella prima lettura tratta dagli Atti degli Apostoli, pone al centro della sua catechesi l’annuncio del kerigma e il compito di testimoniarlo: «Dio l'ha risuscitato dai morti: noi ne siamo testimoni».

Nell’incontro tra Pietro e il centurione Cornelio questo aspetto testimoniale è ancora più rimarcato ed è collegato strettamente all’aver condiviso la mensa con il Risorto: «noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute […] Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti» (Atti 10,39-41). Troviamo in questi testi l’essenza dell’esperienza cristiana che risiede appunto nell’essere partecipi della comunione eucaristica, dono pasquale del Risorto, e nel diventarne testimoni credibili e coraggiosi in tutti i contesti e in tutte le forme possibili.

Tra le tante forme dell’essere testimoni ne possiamo cogliere una in particolare, oggi ben evidenziata dal fatto che celebriamo l’Eucaristia in uno spazio speciale: l’Aula magna dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. L’occasione ci è data dalla ricorrenza della 100ª Giornata per l’Ateneo dei cattolici italiani. In questo contesto siamo invitati a riflettere su: “Domanda di futuro. I giovani tra disincanto e desiderio”.

L'omelia di

Mons. Claudio Giuliodori

Mons. Claudio Giuliodori

Assistente Ecclesiastico Generale di Ateneo

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Giornata Universitaria, le immagini della 100ª edizione


Lo smarrimento dei giovani e le inquietudini che attraversano le nuove generazioni, ben rappresentate in un dialogo tra il filosofo Miguel Benasayag e un giovane ricercatore, Teodoro Cohen, pubblicato nel volume “L’epoca dell’intranquillità” (Vita e Pensiero, Milano 2023), assomigliano molto allo smarrimento dei due discepoli di Emmaus. Anche oggi serve qualcuno che alla luce delle Scritture spieghi come vivere le sfide del nostro tempo e affrontare i tornanti complessi della storia contemporanea.

L’Università Cattolica è nata per essere un luogo dove, grazie ad un dialogo serrato, aperto e illuminato dalla fede tra docenti e studenti, nel costante confronto con tutti i saperi, si affrontano le grandi questioni e si acquisiscono quelle competenze necessarie per contribuire ad un mondo dove le donne e gli uomini possano vivere in modo solidale e giusto. «L’Ateneo da oltre cento anni - scrivono i vescovi italiani - con la sua proposta formativa, originale e integrale, vuole essere uno spazio fecondo e creativo per dare ai giovani non tanto aspettative per il futuro quanto certezze per un presente da protagonisti e da veri artefici di un domani che sia più sostenibile, fraterno e pacifico per tutta l’umanità».

I giovani sperimentano, spesso con sofferenza, l’insicurezza e la fragilità ma hanno sete di assoluto e sono in ricerca, anche per vie nuove e inesplorate, di punti di riferimento e di relazioni autentiche, come dimostra anche l’interessante ricerca pubblicata in occasione di questa Giornata “Cerco dunque credo? I giovani e una nuova spiritualità” (Vita e Pensiero, Milano 2024). C’è bisogno di persone e luoghi che aiutino i giovani ad incontrare il Risorto e a diventarne, con la loro freschezza e creatività, veri testimoni.

L’Ateneo dei cattolici italiani si sente parte di questa missione nella consapevolezza di avere un mandato particolare. Lo sottolineava già Pio XI nel discorso che rivolgeva 100 anni fa agli Amici dell’Università evidenziando che a tutti gli aspetti accademici: «si aggiunge quell’e­lemento soprannaturale che il nome di Cattolico indica e che il Cuore di Gesù, sfavillante di luce divina ed ardente di divino amore, promette; ed è perciò che di questa grande cosa non si può trattare con mezzi pu­ramente umani» (Pio XI, Discorso agli amici dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, 1 giugno 1924). In questo senso anche l’Ateneo si pone come singolare testimonianza del Risorto, in quanto luogo di formazione integrale, volano di speranza per i giovani e spazio di feconda elaborazione culturale a servizio della società e della Chiesa. Amen

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