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Nel cuore religioso di Milano i resti di due mausolei paleocristiani

27 settembre 2024

Nel cuore religioso di Milano i resti di due mausolei paleocristiani

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C’è una deliziosa libreria per bambini in via Santa Valeria 3 a Milano che fa capolino tra il bar libreria Celuc e un palazzo. Sembra piccola ma non lo è, e non è nemmeno solo la libreria Brioschi. Una scala interna appena oltre l’ingresso invita a scendere e scoprire uno dei tesori archeologici di questa zona della città, proprio accanto all’Università Cattolica. 

Al piano interrato, infatti, si stagliano i resti di due mausolei paleocristiani costruiti nell’area del coemeterium ad martyres che all’epoca occupava larga parte del suburbio occidentale della città romana, dove, secondo la testimonianza di S. Ambrogio, avvenne il rinvenimento dei corpi dei martiri Gervaso e Protaso. 

Questo luogo si trova nella stessa area di alcuni edifici di culto paleocristiani citati da S. Ambrogio (la basilica Naboris et Felicis e la basilica Faustae) e della chiesa di santa Valeria, sorta probabilmente nel contesto di un’area funeraria della famiglia dei Valeri, come segnalano diversi documenti epigrafici.

Nel 1969 gli scavi per la costruzione degli edifici residenziali portarono alla luce le strutture dei due mausolei (tre per la precisione ma uno è stato nuovamente interrato perché posizionato proprio sotto la strada) che il Soprintendente dell’epoca Mario Mirabella Roberti decise di mantenere in situ predisponendo già le nicchie per le vetrine che oggi ospitano i reperti ritrovati.

L’editore e professore Francesco Brioschi – scomparso improvvisamente il 23 settembre, pochi giorni dopo aver inaugurato lo spazio espositivo al pubblico lo scorso mercoledì 18 – ha finanziato, anche con il concorso di fondi del Ministero della Cultura, i lavori di risanamento, il restauro delle strutture e curato, insieme all’architetto Gregorio Caccia Dominioni, l’impianto di climatizzazione del vano, l’illuminazione dei reperti e il completamento delle vetrine espositive con i pannelli descrittivi.

Una campagna di indagini e restauro ha unito la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la Città Metropolitana di Milano e la Scuola di specializzazione in Beni archeologici dell’Università Cattolica fino a riconoscere una stretta analogia con strutture funerarie dotate di un piano ipogeo o semi-ipogeo destinato a camera sepolcrale sovrastato da un’edicola funzionale ai rituali funebri. Inoltre, la verifica di un lembo di stratigrafia conservata ha consentito di ricondurre alla metà del IV secolo la costruzione del mausoleo più antico.
 

 

«Dobbiamo ringraziare il professor Brioschi se è stato possibile realizzare la valorizzazione culturale di una perla di Milano – ha dichiarato la soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città di Milano Emanuela Carpani, intervenuta all’inaugurazione –. Noi camminiamo sulla nostra storia e qui c’è un concentrato di chiese, mausolei, conventi. Abbiamo testimonianze eccezionali dalla fase romana a quella paleocristiana».

Una «positiva interferenza tra persone e competenze», come l’ha definita il preside di Lettere e filosofia dell’Ateneo Andrea Canova nel lodare la collaborazione tra istituzioni come l’Università Cattolica, la Sovrintendenza e privati illuminati.

Nel 2014 durante alcuni lavori nel sottosuolo in via Necchi e via Santa Valeria «è stata trovata parte di un altro mausoleo paleocristiano con un frammento dipinto ben conservato – ha spiegato Anna Maria Fedeli, funzionario della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città di Milano –. In origine doveva esserci un ciclo pittorico con scene dell’Antico Testamento. Abbiamo capito che c’era una densità di monumenti funerari tardo antichi importanti e oggi vediamo il piano interrato del mausoleo del IV secolo».  

Sorta in un’area di Milano tanto ricca di storia «l’Università Cattolica ha fatto la scelta di ampliarsi restando qui e acquisendo la caserma Garibaldi e si è assunta così la responsabilità di conservare, custodire e approfondire la memoria di questo quartiere» – ha detto Marco Sannazaro, archeologo medievale dell’Ateneo che ha coordinato i lavori. Un interesse mostrato nei decenni scorsi da molti docenti di Archeologia come Mirabella Roberti che si era formato in Cattolica, Aristide Calderini, Cagiano di Azevedo, Silvia Lusuardi Siena e Maria Pia Rossignani che ha portato a creare spazi espositivi nella stessa università come l’aula Bontadini con la ghiacciaia settecentesca.  

«È stato importante per noi aderire al progetto di studio e valorizzazione di questi mausolei paleocristiani. Dal 2020 abbiamo condotto un lavoro corale tra archeologi, professori, ricercatori, dottorandi, specializzandi e studenti. Un’importante esperienza scientifica, didattica e di terza missione perché restituiamo a Milano tutto quello che abbiamo capito di questi resti».

Nello spazio espositivo sottostante la libreria Brioschi si possono ammirare in apposite vetrine reperti ceramici,  iscrizioni e altri materiali, perfettamente conservati che documentano i principali momenti che hanno interessato l’evoluzione del sito: la prima età imperiale romana, l’età paleocristiana con la costruzione dei monumenti funerari, l’età rinascimentale con la presenza del Monastero delle Convertite di Santa Valeria, che ha ospitato anche la monaca di Monza. 


I mausolei saranno visitabili ogni mercoledì da febbraio a giugno e da ottobre a novembre (esclusi i festivi) dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18. L’ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria a info@brioschieditore.it, tel. 02 49540510. 
In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio ci sarà un’apertura straordinaria sabato 28 e domenica 29 settembre dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18 e venerdì 27 settembre dalle 15 alle 18 sono previste visite guidate.
 

Un articolo di

Emanuela Gazzotti

Emanuela Gazzotti

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