Durante lo scavo gli studenti hanno svolto compiti diversi a seconda del livello di esperienza e di conoscenza raggiunto con i propri studi, in alcuni casi a bordo campo, in altri all’interno dello scavo impegnati con i resti ossei, il recupero di materiale delicato che poi viene pulito, schedato e in futuro poi verrà sottoposto ad analisi sofisticate e innovative.
Infatti, grazie alla collaborazione dell’Università degli studi di Milano, e in particolare del Labanof (Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense) con il coordinamento della professoressa Cristina Cattaneo, e della facoltà di Scienze ambientali, si effettueranno articolate analisi antropologiche e chimiche dei campioni di terra prelevati presso i resti ossei.
Inoltre, la collaborazione con Istituti di ricerca tedeschi consentirà di sperimentare l’analisi archeogenetica, ovvero del DNA nucleare antico che, attraverso una definizione del profilo biologico degli individui, permetterà di capire se c’è una componente solo locale o se ce n’è anche una nord europea documentata, ad esempio, in altre necropoli longobarde in Italia. Queste analisi consentiranno di svelare anche eventuali rapporti di parentela tra gli individui sepolti, il sesso, la posizione sociale, la dieta alimentare, la provenienza. Gli antropologi potranno individuare lo stile di vita, le attività svolte che, ad esempio, nel caso di un uso costante della forza fisica fissano sulle ossa alcune deformazioni. Così, questa necropoli per la prima volta viene studiata in maniera organica e sistematica al fine di conoscere la Pavia capitale longobarda.