NEWS | Brescia

Nella patria di Catullo il “Toefl” di Latino

10 giugno 2022

Nella patria di Catullo il “Toefl” di Latino

Condividi su:

Come tutte le altre lingue del mondo, anche quella di Roma antica ha bisogno della sua certificazione internazionale, in grado di attestare capacità, competenze e i diversi livelli diversi di conoscenza del lessico e delle strutture linguistiche (da A1 a C2) necessarie nei programmi Erasmus.

Muove da queste premesse il progetto europeo triennale Eulalia (European Latin Linguistic Assessment), coordinato da Lucia Pasetti dell'Univesrità di Bologna che, partire dal 2019, ha sviluppato un sistema di certificazione internazionale unico e condiviso, in linea col modello stabilito per le lingue moderne dal CEFR.

Per conseguire l’attestazione 30 studenti provenienti dalle università di Colonia, Rouen, Salamanca e Uppsala si sono dati appuntamento a Brescia dove, dal 6 al 10 giugno, hanno partecipato a test in laboratorio e lezioni in situ davanti alle epigrafi conservate al Museo di Santa Giulia, lungo Brixia - Parco archeologico di Brescia romana e all’interno delle Grotte di Catullo di Sirmione, rilevante sito sul lago di Garda.


«L'insegnamento del latino si trova oggi ad affrontare nuove sfide, rinnovando i metodi di insegnamento con pratiche innovative rese possibili anche grazie alle tecnologie informatiche e multimediali» chiarisce Guido Milanese, che presenterà un software da lui stesso realizzato, in grado di razionalizzare la scelta dei testi di verifica in base al livello di vocabolario fino a quel momento appreso.

Tutto questo, infatti, accade in un contesto europeo dove oltre 3 milioni di studenti apprendono il latino alle scuole superiori, a livello universitario l’insegnamento è presente in diversi curricula, ma le competenze linguistiche veicolate dai programmi di studio variano in modo considerevole, anche all'interno di uno stesso Paese.

Per ovviare a ciò l’approccio pensato dal professor Milanese «permette di favorire l'inclusione di diverse categorie di studenti, compresi quelli con disabilità visive, disturbi del linguaggio o coloro che, in seguito ai processi migratori, non sono madrelingua rispetto al contesto scolastico in cui si trovano inseriti» spiega l’ordinario di latino in Università Cattolica e ideatore del Progetto Nazionale di certificazione.

Sui problemi dell'insegnamento delle lingue in caso di bisogni educativi speciali si è concentrata inoltre la lezione tenuta da Maria Teresa Cairo dell'Università Cattolica.
Nel programma anche lezioni di docenti ospiti che hanno dedicato gran parte della loro ricerca a questi problemi, come Renato Oniga dell'Università di Udine e Andrea Balbo dell'Università di Torino.

Un articolo di

Antonella Olivari

Antonella Olivari

Condividi su:

Newsletter

Scegli che cosa ti interessa
e resta aggiornato

Iscriviti