NEWS | Giornata Mondiale della Filosofia

Relazione e dialogo, antidoti alla solitudine del pensiero

19 novembre 2025

Relazione e dialogo, antidoti alla solitudine del pensiero

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Annualmente, il terzo giovedì di novembre, l'UNESCO celebra la Giornata Mondiale della Filosofia: un'iniziativa che dal 2002 che invita e sollecita il mondo a rivalutare l'importanza e il ruolo cruciale della riflessione filosofica nell'evoluzione del pensiero umano.

La Filosofia è una disciplina stimolante ma anche una pratica quotidiana che può trasformare le società. In occasione dell'edizione 2025, il Dipartimento di Filosofia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore ha scelto di rendere omaggio a questa disciplina promuovendo una conferenza dal titolo: "Relazione e dialogo: antidoti alla solitudine del pensiero" a cui interverranno le professoresse Paola Muller, docente di Storia della filosofia medievale e Donatella Pagliacci, docente di Antropologia filosofica. Presenta l’evento, approfondendo il tema, il professor Giuseppe D’Anna, direttore del Dipartimento di Filosofia dell’Ateneo.


Per la Giornata mondiale della Filosofia, la professoressa Donatella Pagliacci affronta un tema che individua, su più piani, una delle urgenze fondamentali del nostro tempo e al quale la filosofia può offrire un contributo teorico e pratico essenziale. Se, infatti, da un lato, la relazione costituisce il fondamento ontologico della persona umana intesa come apertura e possibilità di trascendenza (prospettiva centrale nelle filosofie di stampo personalista) e ne definisce la differenza rispetto all’individuo, dall’altro il dialogo diviene possibilità effettuale di realizzazione dell’incontro e del riconoscimento dell’altro.

Relazionalità e dialogo, dunque, si configurano come l’antidoto - la cura - della solitudine che, in sé stessa, incarna l’idea di una umanità depotenziata, irrelata, non compiuta. La relazionalità, d’altro canto, non solo si pone come antitetica rispetto ad ogni forma di soggettività autocentrata e chiusa in sé stessa - sia essa quella di un individuo, di un popolo o di una nazione -, ma è chiamata anche nella costruzione di una distanza “partecipativa”, il cui spazio diviene preludio inaggirabile di ogni agire comunitario effettivo e costruttivo.

Un articolo di

Giuseppe D'Anna

Giuseppe D'Anna

Direttore Dip. di Filosofia - Università Cattolica

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