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Il difficile cammino dell’accoglienza

20 ottobre 2021

Il difficile cammino dell’accoglienza

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Gli anni tra il 2018 e il 2021 rappresentano uno snodo cruciale in merito al processo di decostruzione e riconfigurazione continua delle politiche di accoglienza nei confronti delle persone che, in Europa, chiedono rifugio, e delle opportunità concrete di sopravvivenza e di sviluppo destinate ai rifugiati e ai loro famigliari.

Al contempo, la drastica riduzione di risorse economiche e dei servizi erogati, nonché di personale adeguatamente formato nei Centri di Accoglienza Straordinaria, ha favorito la presenza massiccia di centri collettivi di grandi dimensioni e agevolato gli enti gestori più grandi e strutturati, con il rischio di un accentramento di potere e una conseguente definizione di standard operativi in mano a pochi. 

Se ne parlerà nel convegno Accoglienza nonostante. Le esperienze locali tra diritti e doveri, oltre l’emergenza (22 ottobre, Aula Magna della sede bresciana di Via Trieste): tappa finale di un partenariato che ha visto il coordinamento provinciale Sprar/Sai di Brescia e il Cirmib dell’Università Cattolica di Brescia, insieme per studiare gli effetti provocati dalle varie normative sull'accoglienza dei rifugiati, sulle strutture di accoglienza, sia sui migranti stessi.

Oltre alla presentazione dei dati della ricerca sociologica condotta a Brescia nel triennio 2019 - 2021, l'incontro si concentrerà sul binomio diritto/dovere di accoglienza, declinato sia nella pratica quotidiana che nelle politiche nazionali e locali. Attraverso la testimonianza dei rappresentanti di organizzazioni e istituzioni che a livello nazionale presiedono all'accoglienza si metteranno a fuoco il ruolo degli enti locali, gli impatti della normativa e le azioni legali intraprese in questi ultimi 3 anni.

Attraverso un’indagine qualitativa che ha coinvolto 12 enti gestori nella provincia di Brescia, i ricercatori del Cirmib hanno indagato come a seguito dell’entrata in vigore della L.132/2018 siano cambiate tanto le strutture adibite all’accoglienza, in termini sia numerico/spaziali che organizzativi, quanto le reti relazionali e gli ambienti – istituzionali e non – a esse circostanti. Per rendere maggiormente completa la ricerca si è data voce anche alle persone accolte: sono stati intervistati 13 richiedenti e titolari di protezione, beneficiari ed ex-beneficiari del sistema di accoglienza bresciano. 

«L’indagine conferma la natura istituzionalizzante e segregante del sistema, che pone ostacoli all’esercizio dell’agency da parte delle persone accolte; caratteristiche esasperate dal Decreto Sicurezza del 2018 – afferma Maddalena Colombo, direttrice del Cirmib. - L’obiettivo è dimostrare che i processi di accoglienza e di integrazione delle persone straniere in Italia non avvengono solo per via normativa, a colpi di leggi, decreti e ricorsi, né tanto meno seguono l’onda delle campagne mediatiche, che si concentrano in modo ormai quasi totalizzante sull’invasione dei confini. L’accoglienza invece avviene in tempi e luoghi precisi, e a farsene carico sono soprattutto gli enti locali e tutte le organizzazioni (e, dentro le organizzazioni, le persone ossia la società civile)».

In questo quadro assume ancora più valore la capacità e la voglia della comunità e degli enti bresciani di contrastare un approccio non favorevole all’integrazione delle persone accolte, attraverso un’accoglienza di tipo “solidale-informale” che mette al centro la persona e le sue reti.

Durante il seminario sarà presentato il volume: Progettualità nonostante. Libro bianco sull’accoglienza delle persone richiedenti e titolari di protezione internazionale in provincia di Brescia, A cura di Maddalena Colombo, Quaderni Cirmib INSIDE MIGRATION, n. 5, Vita e Pensiero, Milano, 2021 (e-book in open access).

Un articolo di

Bianca Martinelli

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