Le storie di chi ha scelto di spostarsi dal proprio luogo di origine per studiare in Cattolica testimoniano un legame virtuoso tra università e territorio che oggi invece è messo a rischio dalle difficoltà dei giovani italiani, sempre più insidiati dalla condizione di NEET (i ragazzi che non studiano, non lavorano e non sono in formazione). Come ha ricordato il sindaco di Bari Antonio Decaro, «il tema delle nuove generazioni è sfidante. Le elezioni hanno mostrato come la politica non sappia parlare ai giovani, che invece sentono il bisogno di sentirsi coinvolti». Anche per monsignor Donato Negro, presidente CEP, «i giovani del Sud affrontano difficoltà maggiori rispetto ai coetanei del resto d’Italia. Cercano opportunità altrove, ma c’è un desiderio forte di sentirsi soggetti attivi capaci di produrre valore nel proprio territorio».
Per mettere al centro dell’agenda nazionale le nuove generazioni, il professore di Demografia della Cattolica Alessandro Rosina ha affiancato a termini ormai noti come NEET o Expat la parola degiovanimento: «Se le politiche indicano le trasformazioni del nostro paese concentrandosi sull’aumento degli anziani e non sui giovani che mancano diventa difficile metterli al centro. Il Rapporto Giovani dell’Istituto Toniolo mostra che una larga fetta dei nostri ragazzi vorrebbe poter avere almeno due figli. Se riuscissimo a metterli in condizione di realizzarsi non avremmo problemi demografici, questioni generazionali e gap territoriali».