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Universale e sempre attuale, la lezione di Dante

25 marzo 2021

Universale e sempre attuale, la lezione di Dante

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Letterato, politico, teologo, giurista, filosofo. E non solo. Non c'è campo del sapere che non sia stato influenzato dalla sua Divina opera. Dante Alighieri è stata una delle menti più brillanti della storia dell'umanità e cardine imprescindibile per la cultura italiana, in tempi in cui il principio stesso di italianità era un esercizio di stile, se non astratto, sicuramente lontano da una realtà che vedeva il nostro Paese ancora diviso in borghi e campanili.

A partire dallo scorso anno il Consiglio dei Ministri ha istituito una giornata nazionale, il 25 marzo per celebrare il Sommo Poeta, il Dantedì. E l'edizione 2021 è sicuramente una delle più significative perché cade nel 700esimo anniversario della morte di Dante, avvenuta a Ravenna, in esilio, nel 1321. «Dante ci invita a ritrovare il senso del nostro percorso umano» ha scritto Papa Francesco nella lettera apostolica Candor Lucis Aeternae. «La sua coerenza è una lezione per tutti» ha ricordato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera per la ricorrenza.

In occasione di questo importante anno dantesco l'Università Cattolica ha avviato numerosi progetti e iniziative, come ad esempio, il ciclo di incontri Grandi Maestri di fronte a Dante inaugurato il 3 marzo e che fino a dicembre, animerà (nel rispetto delle normative anti-covid) la riflessione sull'opera del Poeta. Una riflessione che Secondo Tempo, in questo web-reportage, ha chiesto ad alcuni docenti dell'Ateneo, attivi in diversi settori accademici, e che testimoniano non solo l'universalità dell'opera dantesca ma, soprattutto, la sua grande attualità.

Grandi Maestri di fronte a Dante: guarda i seminari

Un articolo di

Emanuela Gazzotti e Luca Aprea

Emanuela Gazzotti e Luca Aprea

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C’è un’edizione speciale del Poema che vale la pena ricordare: Le terze rime di Dante, stampata nel 1502 a Venezia dal tipografo Aldo Manuzio. «Questa edizione è importante per la lezione del testo della Divina Commedia che riporta, allestito dal più grande filologo dell’epoca, Pietro Bembo, che si poteva basare in particolare su un manoscritto molto speciale, il codice della Commedia che Boccaccio stesso aveva donato a Petrarca». Lo racconta Edoardo Barbieri, docente di Storia del libro e dell'editoria. A rendere speciale questa edizione sono, inoltre, il nuovo “carattere italico” e il formato in ottavo, una miniaturizzazione del volume che lo rende ancora più prezioso. Così, i classici italiani (Dante e Petrarca) sono entrati, accanto ai classici dell’antichità, nella collana eccezionale degli enchiridia aldini.

Oggi sopravvivono più di ottocento codici della Commedia e un ampio insieme di commenti, sia in latino sia in volgare, che la rendono un’opera popolare in tutto il mondo. Gli studiosi continuano il lavoro di ricerca sia sul fronte filologico della ricostruzione dei testi sia su quello paleografico che si concentra sui manoscritti della Commedia, del Convivio e della Vita nova, e sui loro copisti.

«Un versante promettente è quello dei manoscritti miniati della Commedia con codici antichi che recano preziosi apparati illustrativi che spesso restituiscono informazioni utili anche per la comprensione del testo. Un lavoro di ricerca, quello sull’opera di Dante, utile soprattutto a favorire l’incontro con le nuove generazioni di lettori», commenta Simona Brambilla, docente di Filologia italiana e Filologia dantesca nel nostro ateneo e coordinatrice della Scuola estiva internazionale in Studi danteschi.

 

Apocalisse

The Apocalyptic Procession engraving 1870 - Illustrazioni stock The Dore Gallery by Edmund Ollier - Cassel, Petter and Galpin (London-New York) 1870

La grandezza di Dante passa attraverso la denuncia della corruzione in ambito politico ed ecclesiastico, l’ingordigia del potere che non rispetta la giustizia, la sua rappresentazione dell’aldilà per secoli punto di riferimento per l’escatologia cristiana. Gian Luca Potestà, docente di Storia del cristianesimo e autore del libro Dante in conclave. La lettera ai cardinali, a partire dal quale Vita e Pensiero ha organizzato un reading il 25 marzo (ore 17), parla di Dante come di un «poeta-teologo indipendente, estraneo alla disciplina e alle tradizioni delle scholae, che pure conosce bene. Dante si interpreta anche e soprattutto come profeta nel senso propriamente biblico: l’Antico Testamento presenta i profeti come uomini chiamati da Dio a riconoscere il suo piano sulla storia e a proclamarlo coraggiosamente al popolo, che se ne è allontanato».

 

Teologo poeta, profeta apocalittico
 

Testo teatrale per eccellenza la Divina Commedia è una galleria di personaggi memorabili che rappresentano tutte le categorie umane, difetti e pregi, vizi e virtù del genere umano. Cento canti, più di 14mila versi e oltre centomila parole che si snodano tra monologhi e dialoghi.

«Noi italiani abbiamo la fortuna di poter godere della Commedia non tradotta.Tutto ciò che è ineffabile e inesprimibile con la parola in prosa viene trasmessa attraverso la musicalità della poesia», dice Christian Poggioni, regista, attore, docente di Laboratorio di Drammaturgia antica al corso di laurea in Lettere e al corso Recitare Dante. Gli eroi greci e latini nell’Inferno nell’ambito della Formazione continua dell’Ateneo.


Cittadino impegnato politicamente per un decennio a Firenze, dopo l’esilio Dante ha sviluppato la convinzione che solo l’esercizio del potere temporale di un imperatore giusto e capace come Giustiniano potesse guidare l’umanità smarrita. «Giustiniano è colui che, con la pubblicazione del Corpus Iuris Civilis, ha raccolto la splendida eredità della cultura giuridica romana per trasmetterla ai posteri e farne il diritto universale dell’impero cristiano», spiega Lauretta Maganzani, docente di Diritto romano e autrice del libro L’arte racconta il diritto e la storia di Roma, che racconta la provvidenziale visione che il Poeta aveva della storia e del diritto.
 

 

Dante, la visione provvidenziale della storia e del diritto

 

Dante Alighieri

Dante Alighieri

Il pensiero dantesco spazia in tantissimi campi. Anche in quelli legati al mondo delle imprese. Un esempio? Il rapporto tra Dante e Virgilio all'interno della Divina Commedia. Una mentorship ante litteram che mantiene intatti numerosi spunti: una relazione "a due vie" che si evolve durante il percorso in cui l'autore dell'Eneide da guida si trasforma in  "dolcissimo padre" al momento dell'addio. Andiamo alla scoperta di questo legame con Barbara Imperatori, docente di Organizzazione aziendale dell'Università Cattolica.

Caron, non ti crucciare:
Vuolsi così colà dove si puote
ciò che si vuole, e più non dimandare

(Inferno, III 94-96)

«Ogni agire politico autenticamente rispettoso della dignità dell’uomo ha ultimamente bisogno della fede nella creazione come suo orizzonte. Da qui l’immutata attualità di Dante, che il tempo non fa che confermare e accrescere». Con queste parole Pietro Luca Azzaro, docente di History of political thought e autore del libro Politik und Religion bei Dante edito da Herder Verlag, parla della concezione della politica del Poeta in rapporto alla religione. Un punto di arrivo nel percorso di un laico impegnato per il bene comune che davanti a Papa Bonifacio VIII ebbe il coraggio di dichiarare: “Mai Firenze si piegherà alla volontà del signor Papa”.

Dante, la religione e la politica: una riflessione ancora attuale

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